Vediamo quali sono i caratteri che ciascun grafico dovrebbe conoscere per il loro ruolo storico o diffusione attuale. Occorre premettere che i caratteri prendono spesso il nome dal loro disegnatore, oppure hanno acquisito (sopratutto nei tempi recenti) nomi di fantasia dati loro dal disegnatore o dal committente.
Gutemberg
utilizzò per le sue stampe il carattere gotico,
imitando lo stile di scrittura a mano che era usuale per i testi che aveva
sotto gli occhi. In Italia si importano prima caratteri francesi, ma ben presto
nascono caratteri italiani. Da citare l’editore Aldo Manuzio che inizia
a usare uno stile corsivo (in inglese "italic") ad imitazione dello
stile cancelleresco in uso nella Penisola (vedi la parte dedicata alla calligrafia).
Ed eccoci ai caratteri usati ancor oggi.
Uno dei caratteri più antichi ancor oggi usati trae il nome dal francese
Claude Garamond (1480-1561). L’ Inghilterra
usava caratteri olandesi fino a William Caslon
(1692-1766) e John Barskerville (1706-1775).
Nel 1740 nasce in Piemonte Giambattista Bodoni,
lavora prima a Roma e poi a Parma, dove muore nel 1813. Il suo lavoro ebbe
ad ha una grande risonanza.
Negli USA Linn Boyd Benton inventa una macchina per la punzonatura in serie,
e produce il Century. Suo figlio produce il Franklin
Gothic, un bastone.
Morison in Inghilerra produce diversi caratteri, tra cui il famoso “Times
New Roman” per l’altrettanto famoso quotidiano londinese (1932).
In Germania nasce il Futura di Paul Renner (1927),
di cui ancor oggi si apprezzano particolarmente le lettera maiuscole. Nel
1955 nasce Optima ad opera di Hermann Zapf, che
riecheggia caratteri più antichi, mentre negli stessi anni in Svizzera
Max Miedinger produce l’Helvetica, uno
dei caratteri più diffusi ancor oggi, assieme al più anziano
Times.
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