per alimentarsi con consapevolezza...
qui parleremo di un argomento
che interessa sopratutto sportivi e atleti.


PRODOTTI DIETETICI
ED INTEGRATORI PROTEICI

Si è detto nel capitolo dedicato alle proteine, che per calcolare il bisogno giornaliero di proteine (in stato di riposo, di dimagramento o di incremento della massa muscolare) si confronta il contenuto di amminoacidi presenti nel cibo con la percentuale di ciascun amminoacido nella quantità ideale per essere sfruttato dal corpo umano. In altre parole, si dice: la proteine ideale (quella che dovrebbe essere mangiata perchè tutta vada in muscolo) è composta da tanto percento di questo amminoacido, tanto percento di quest’altro... e così via.

E’ su questo genere di calcolo che sono stati formate alcune miscele di proteine che possono essere acquistate in farmacia o in negozi specializzati, e che dovrebbero offrire l’alimentazione ideale per l’atleta: sono granuli, tavolette, beveroni o altro che costituiscono una miscela dosata di componenti pronti per essere usati e nella giusta percentuale. In certi casi questi calcoli sono semplicemente sbagliati, perchè l’atleta non vive solo delle proteine contenute nei beveroni o nelle tavolette, ma ne mangia anche altre: oltre a quelle tavolette o granuli, mangerà anche pasta, verdura, carne. Quindi, per paradosso, quelle miscele non fanno altro che “sbilanciare” la dieta verso i componenti che uno già mangia, e creare delle carenze relative rispetto ai componenti che uno non mangia. Si dovrebbe tener conto insomma di quello che uno mangia, e utilizzare non tanto “sostituti” ma degli “integratori” dietetici che “aggiungano” certi amminoacidi (e solo quelli) che si trovano di meno nella dieta comune.

Qui ho introdotto (quasi in sordina) un concetto importante.
Quando si tratta di integratori o delle considerazioni fatte sopra, non ci di deve basare su un singolo cibo, ma sul complesso dell’alimentazione.
Non si può dire insomma: se tu mangi i pomodori devi aggiungere triptofano perchè i pomodori ne sono carenti”.
Si deve guardare anche a quello che uno mangia assieme ai pomodori, perchè l’altro alimento potrebbe contenere molto triptofano. Andando avanti con questo ragionamento, si può decidere che un’alimentazione è carente di ferro o di una certa vitamina solo calcolando quanto ferro e quanta di quella vitamina vi è nell’alimentazione in generale, e non in un solo alimento o in un solo pasto, anche se questo pasto è sempre uguale tutti i giorni.
Ad esempio, non si può dire che un’alimentazione è carene di vitamina C solo guardando a quel che si mangia a colazione, anche se la colazione è sempre la stessa tutti i giorni, ma guardando anche quel che uno mangia a pranzo o anche solo a merenda o quel che uno sceglie quando va al bar dopo cena.... Sembra un concetto elementare, ma sopra questo concetto si fanno degli errori altrettanto elementari... Il fatto che servano degli integratori e non dei sostituti, va approfondito forse un po’ di più. Immaginiamo che gli aminoacidi che servano per formare i tessuti del corpo umano siano A, B, C e D, e che di A nel serva il 10%, di B il 20%, di C il 30%, e di D il 40%.
Una casa farmaceutica può mettere in commercio una preparazione in cui vi è:

A=10%
B=20%
C=30%
D=40%

Ma l’altleta potrebbe mangiare normalmente dei cibi che tutti insieme gli forniscono:

A=07%
B=20%
C=60%
D=80%

Sommando la dieta con il preparato descritto, si ha:

dieta + prod = totale
A=07 + 10 = 17%
B=20 + 20 = 40%
C=60 + 30 = 90%
D=80 + 40 = 120%

Come si vede, era una dieta sbilanciata senza il preparato, e resta sbilanciata anche col preparato. Quello in cui era in carenza (il componente A) potrebbe essere corretto molto meglio aumentando la quantità di cibo in generale, e quindi aumentando tutto del 3%: in questo caso A passerebbe da 7 a 10 (quel che serve) e il resto avanza e viene eliminato.

Vi è però il rischio che non “venga eliminato” ma questo eccesso di B, C e D serva a fare ingrassare l’atleta. Quindi, l’ideale sarebbe avere un integratore che compensi solo quel 7%. Ovvero, un preparato con

A=3
B=0
C=0
D=0

Se sommiamo dieta più preparato abbiamo:

dieta + int. = totale
A= 07 + 3 = 10
B= 20 + 0 = 20
C= 30 + 0 = 30
D= 40 + 0 = 40

Se guardate questo profilo, vedrete che è quello ideale da cui siamo partiti: il totale è 10-20-30-40!
Il problema di questo integratore ideale, è che la sua composizione cambia al cambiare dell’alimentazione. Se per un mese l’atleta mangiasse cibi per cui si ha un D= 20 al posto che 40, l’integratore dovrebbe per quel mese ( e solo per quel mese) avere (oltre che un 3 di A) anche un 20 di D.
Quindi, in apparenza un rompicapo senza soluzione. In realtà la soluzione ci sarebbe: quella di calcolare il contenuto dei diversi cibi, e fare in modo che la dieta iniziale dell’atleta contenga sempre e tutto quello che gli serve.
Questo è il ragionamento che mi porta a rispondere a tutti quelli che mi chiedono un consiglio, che l’ideale è essere seguiti da un buon dietologo.
Se questa persona è ben preparata e coscienziosa ( lo so che non sempre capita!) ecco che egli può calcolare al dieta, le vostre sostituzioni e le vostre preferenze: e alla fine dirvi che abitudine dovete cambiare o (meglio ancora!) quali sono (tra i cibi che vi piacciono di più) quelli da privilegiare e quelli da utilizzare di meno quando vi è possibile.

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