Molte
persone a questo punto manifestano una certa perplessità. Vediamo
due obiezioni che vengono fatte quasi ogni volta:
1-
“se mi metto a fare un esercizio fisico rischio di dimagrire ancora
di più. Dottore, non è vero che lei suggerisce l’esercizio
fisico anche a chi vuol dimagrire? E allora, perchè a me dovrebbe
far aumentare di peso?”
Domanda
acuta. Ma la risposta è relativamente semplice. Sia i grassi che
i magri hanno l’esigenza di un incremento di muscolo. Nel primo caso per
aumentare di peso, nell’altro caso per passare da un peso dovuto al grasso
ad un peso dovuto al muscolo. Quindi, si parte da due problemi opposti
per arrivare ad un uguale punto di equilibrio. La differenza sta nel fatto
che nel caso dei magri si deve puntare ad un aumento della massa muscolare
(discorso quantitativo) nel caso dei grassi si deve puntare ad un discorso
qualitativo, di sostituzione della massa grassa (più voluminosa)
con la massa muscolare (a parità di dimensioni è più
pesante). La differenza di dimensioni tra il grasso e il muscolo a parità
di peso significa già di per sé un eccellente dimagramento….
2-
“Svolgo molto esercizio fisico, ma non ho tutti i muscoli di altre persone
che vengono in palestra con me…”
Occorre
tener conto della struttura fisica naturale di ciascuna persona. Una persona
con ossa corte e muscoli naturali a parità di esercizio produce
più muscoli di una persona che ha ossa lunghe e sottili, e che ha
dei muscoli più lunghi e sottili. Non si deve pensare che con egli
esercizi in palestra o in piscina si possa trasformare la silouette di
Lara Croft in quella di Swarzenegger o (ancor peggio) viceversa… Occorre
comprendere che la Natura ha prodotto dei corpi differenziati, e comprendere
che è bello che sia così, e che ciascuno di noi (voi come
me) si appartenga a questo ventaglio di differenziazione. Comprendo che
la nostra società tenda a proporre un modello (e solo un modello)
fisico. Ma sarebbe un impoverimento delle possibilità che abbiamo:
ciascuno dovrebbe sentirsi bello o per lo meno adeguato nella propria qualità
di differenziazione.
A
dire la verità l’obiezione più comune è quella del
tipo: “col mio lavoro non posso”, “con la vita che faccio è impossibile”,
“ho troppi impegni famigliari per fare sport…”. Ma (ragionando bene con
ciascuno di costoro) invariabilmente (e anche qui senza eccezioni) si vede
che si tratta solo di un alibi.
1-
Per lo più dovuto ad una naturale nostra ritrosia, vischiosità
nel cambiare il ritmo di vita.
2-
Spesso sotto sotto vi è anche una certa ritrosia a entrare in ambienti
nuovi e sconosciuti (la palestra, la piscina, la squadra) e vi sono all’inizio
ogni tanto delle frustrazioni (arrivo io e sono il/la meno dotato/a, meno
esperto/a, chi è meno pratico/a o abile…).
Ma
vorrei garantire che una volta superato questo primo impatto, oltre il
90% delle persone trova che il frequentare la palestra, la piscina o la
squadra sia una scelta felice, e non di rado diviene un appuntamento
appassionante e atteso.