100 ARTI MARZIALI
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E
cco la presentazione di alcune tra le più famose arti marziali. 
Perchè mai?

Domanda giustificata: non è  detto che la forma migliore per fare un po' esercizio sportivo sia quella di darsi ad un'arte marziale. 

Ma da qualche forma di allenamento devo pur cominciare, ed è meglio cominciare da qui che non dal descrivere per filo e per segno cosa dovete fare per compiere una passegiata quotidiana o per fare alcune centinaia di metri al giorno in bicicletta...
Quindi la presentazione ha  una sua utilità, perchè prima di buttarsi occorre scegliere la disciplina.

E' probabile che la forma di lotta più adatta a voi sia magari di più difficile esercizio; perchè non trovate una palestra che la insegni o perchè la palestra adatta è troppo lontana da casa vostra.
In questo caso accontentatevi di un'altra arte, purchè non sia proprio inadatta.

E' infatti meglio iniziare con un'arte medio-buona ma insegnata bene che affidarvi ad un avventuriero che ha aperto una palestra senza essere preparato e che si dichiara pronto ad insegnare qualunque cosa gli chiediate.
Apprezzate dunque coloro che vi diranno: "é una tecnica che non conosco, e che non mi sento di insegnare", più di coloro che dicono: "lei mi dica che arte vuole imparare e vedrà che io gliela insegno".
Un ottimo insegnante in un'arte adatta a voi al 50 o al 60% vale di più che un dilettante che non sa insegnarvi l'arte adatta..

nota= il testo seguente è stato redatto appositamente per questo sito da Mark Elsberg  1-Akido
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presentazione

E’ una classica arte "circolare", in grado di aiutarvi a divincolarvi o difendervi, redirigendo l’attacco del vostro avversario verso lui stesso. Una cosa molto tipica dell’Akido consiste nel creare un movimento che operi una distrazione nell’avversario, e sferrare il vero attacco mentre questo non se lo aspetta. Si tratta quindi di generare un finto attacco che crea una finestra di tempo in cui si ha l’opportunità di agire. L’Aikido per questo tempismo è un’ottima palestra per i riflessi e la concentrazione mentale.

storia

L’Aikido nasce nel 1942, ad opera di Morihei Ueshiba, che ha messo insieme delle esperienze tratte sia da alcune lotte tradizionali giapponesi (kenjutsu) sia degli elementi filosofici-religiosi (omotokyo). Quest’ultimo aspetto ha generato e giustamente genera molta perplessità in coloro che vogliono praticare qest’arte per scopi puramente professionali e di difesa personale. Ma davanti a questa parte religiosa qualcuno si trova bene, ed altri male. Giudicate insomma l’Aikido a seconda se vi sentite portati anche a delle tecniche tipiche delle arti marziali "interne".

gare

Si hanno dei combattimenti in cui si danno dei punteggi a seconda dell’abilità dimostrata nel difendersi da attacchi armati (es. con coltello) e nell’immobilizzare o rivolgere l’attacco contro l’avversario.

Vi sono tuttavia dei tipi di Aikido che non prevedono delle gare, ma sono volte solo alla preparazione personale.

varianti

La più comune è quella che fa uso di armi. Queste sono principalmente due: lo jo (una pertica lunga tra il metro e il metro e mezzo) o il tanto. Il tanto è un coltello, che nella tradizione dell’Aikido è di legno per renderlo meno pericoloso durante gli esercizi, ma naturalmente gli esercizi sono fatti in modo da tener conto che il coltello possa essere un’arma vera e propria. Il coltello era inizialmente stato introdotto per simulare l’attacco di un malintenzionato: il praticante dell’Aikido doveva affrontare l’avversario armato e difendersi a mani nude evitando il coltello ed anzi volgendolo contro l’aggressore. Da qui il coltello è passato ad essere anche arma di offesa da parte di chi pratica l’Aikido.

gli esercizi

Gli esercizi di Aikido vengono generalmente fatti in coppia, dove uno abitua l’altro alla prontezza di riflessi e alla capacità di reagire sul tempo e in modo appropriato ed efficace.

 

2-CAPOEIRA

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E’ una disciplina sudamericana, praticata in Brasile, che viene fatta risalire da alcuni a una serie di movimenti di lotta che risalgono al ‘500, quando i neri iniziarono ad essere resi schiavi e condotti nelle piantagioni americane di canna. Questa lotta (secondo la tradizione africana) oscilla spesso tra la danza e la lotta versa e propria. In alcuni casi l’aspetto della danza ha avuto il sopravvento su quello della lotta, in altri casi glie sperti in quella danza hanno adottato alcune movenze per attaccare o difendersi, utilizzando quindi il Capoeira come lotta vera e propria. Il Capoeira è oggi legato alla nazione brasiliana, dove viene largamente praticato nelle sue varianti, che vanno dalla danza pura dove la lotta è ricordata solo vagamente, all’arte marziale. In particolare si è radicata nella zona di Bahja. Per la sua presenza non troppo diffusa da noi e per la sua impronta spesso più votata alla danza, viene giustamente giudicata poco adatta per un uso professionale. Per altro adotta dei movimenti molto atletici, energici e "muscolari" che la rendono adatta solo a persone dotate di grande agilità e di buone prestazioni atletiche.

3-Cha-Ron-Ryu

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disciplina recente (nata alle soglie degli anni ’70) da Kim Soo, negli USA (Texas). Nasce dallo studio di varie tecniche preesistenti, sopratutto l’Okinawa, e nasce come metodo di difesa contro attacchi armati. Comprende tecniche per cadere e per liberarsi.

4-Coung Niu

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Origine: disciplina di origine vietnamita. 

Storia: Si è sparsa in occidente negli anni ’70, ed ha integrato un po’ tutte le tecniche di combattimento: dai tiri di boxe all’Aikido, dalle discipline vietnamite a quelle cinesi. Insomma comprende un po’ di tutto, dove ciascuno utilizza cio’ che meglio gli si addice.

5-Hap-ki-Do

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Non è raro trovare qualcuno che confonde questa disciplina con l’Aikido, che suona molto simile come nome. Questa disciplina ha un’ origine controversa, appartiene di certo all’area giapponese, ed è (nella sua forma attuale) contemporanea dell’Aikido. E’ possibile che uno dei fondatori abbia studiato in Giappone nello stesso periodo in cui lo ha fatto il fondatore dell’Aikido.

Vi sono dei Coreani che sottolineano la somiglianza dell’Hap-ki-do con le mosse delle loro discipline tradizionali, ed in effetti si differenzia non poso dall’Aikido, e richiama queste mosse di tradizione Coreana.

Ha avuto un grande successo proprio in Corea, dove è divenuto l’arte marziale preferita da parte della classe dirigente di quel Paese. Come l’Aikido è una disciplina molto "interna" e di tipo "circolare". Tende a cogliere la pressione dei movimenti dell’avversario, e a volgerli a suo sfavore, adottando movimenti in cui non si resiste alla forza ma la si devia. 

Gli studenti iniziano con esercizi da soli, e partono con colpi diretti. Man mano si va avanti, si introduce il concetto di arte circolare e si inizia la lotta con dei partner.

6-Hising Yi Ch’uan

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E’ una delle tre classiche discipline marziali cinesi di tipo "interno". "Ch’uan" significa infatti lotta, e Yi sta per "mente", "intenzione". 

origine

E’ di origine antichissima, in Cina. La data della sua nascita non è certa, ma pare sia nata un migliaio di anni fa. La leggenda attribuisce la sua invenzione a un patriota illustre ( Hyue Fei) ai tempi della dinastia Sung (attorno al 1100 d.C).Si fa riferimento alle "sei armonie", di cui tre sono interne e tre sono esterne che fanno capo a parti del corpo (ad esempio, i piedi sono coordinati dalle mani).

descrizione

L’arte marziale è divisa in due parti principali: i dieci animali e i cinque elementi. I cinque elementi sono ulteriormente divisi in due parti. I "dieci animali" sono l’ispirazione per alcune strutture di movimento, e costituiscono altrettante abilità da acquisire. Così, si trovano il combattimento del drago, della tigre, del cavallo, del falcone, dell’aquila ecc. I "dieci animali" progredendo con le forze di base dei cinque elementi sono espansi a dodici, perché viene aggiunto un uccello mitologico (thai) e una specie di alligatore (Tuo).

Gli esercizi consistono nella ripetizione di movimenti di base che vengono via via resi più complessi. I movimenti tuttavia restano sostanzialmente "lineari", volti verso un fuoco preciso. Si diceva che i movimenti diventano più complessi, si progredisce rendendo i movimenti più complicati, ed a un certo punto usando anche una serie di armi.

E’ uno stile che mette insieme l’attacco e la difesa, ce non vengono distinti tra di loro, ed è molto diretto. Di questo stile vi sono tre varianti essenziali: a- il He Nhan Shin è forse il più aggressivo, che abitua a colpire con ogni parte del corpo b-He Bei che enfatizza le posture e i colpi dati con le mani, fortissimi e precisi c-San Hsi è lo stile più leggero, più soft, in cui il corpo è molto mobile e spesso colpisce coi piedi.

7-HWA RANG DO

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E’ ispirata secondo alcuni ad un’arte marziale antichissima di tradizione Coreane, ma il Hwa Rang Do moderno  è stato fondato nel 1960 da Joo Bang Lee (10° Dan). Si tratta di un'arte marziale complessa che coinvolge aspetti riguardanti l'energia interna (Nae Kong), le tecniche esterne a mani nude (Wae Kong), le tecniche armate (Moo Gi Kong) e lo studio della mente (Shin Kong). L'insegnamento avviene attraverso l'esecuzione di forme, il combattimento, la meditazione, ecc.. 

8-JAIDO

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E’ uno dei più antichi stili di combattimento giapponese, ed è stato praticato da valorosi combatteti per secoli.

Lo si impara con esercizi individuali (kata) o a coppie di combattenti (kumetachi). Vi sono alcuni sottostili e varianti.

9-JUDO

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Utilizzato molto spesso come sport, per tenersi in forma e fare dell’esercizio fisico indipendente dai combattimenti. E? tuttavia un eccellente stile, molto adatto alla difesa personale. Deriva dallo Jujutsu, da cui è stato tratto durante il secolo scorso da Higoro Kano. Nel 1882 Higoro fondò a Tokyo un’accademia di questo stile, che è ancor oggi un punto di riferimento e una guida autorevole per questo stile, che si è ormai diffuso in tutto il mondo.

Il suo nome significa "modo gentile", perché Higoro eliminò dallo Jujutsu tutti i movimenti atti a maneggiare seriamente l’avversario, concentrandosi invece nel migliorare la qualità e l’efficacia dei movimenti di difesa e di attacco "leggero". Ma questo aspetto non deve ingannare, perché poco dopo la sua formazione, gli atleti di Judo riuscirono a sconfiggere gli atleti che praticavano il tradizionale e antico Jujutsu. Da allora lo Judo è divenuto un’arte marziale che fa parte della preparazione fisica delle scuole giapponesi, ed è stato ammesso come sport alle Olimpiadi nel 1964. Dal alle Olipiadi 1992 è stata ammessa anche la gara femminile.

Alcuni istruttori enfatizzano molto i principi morali dello Judo, basato sulla concentrazione, lealtà, carattere e sportività. Il Judo è insegnato e praticato in diverse forme a seconda dell’interesse preminente dell’allievo (come sport, autodifesa, ecc.) ma naturalmente ad un certo livello (es. a livello di cintura nera) si devono conoscere tutti i suoi aspetti.

Vi è un’autorità centrale (IJF) la federazione internazionale per lo Judo, che determina con precisione gli aspetti tecnici dello Judo. Per questo lo Judo è forse la disciplina tra le arti marziali insegnata in modo più uniforme in tutto il mondo.

10-JUJUTSU

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E’ una delle discipline tradizionali e più antiche, ed ha molte analogie con l’Aikido e l’Hapkido.

Nasce probabilmente nei secoli turbolenti della storia giapponese tra l’ottavo e il sedicesimo secolo. Sono secoli in cui in Giappone vi erano delle guerre civili, e molte persone svilupparono delle tecniche di combattimento volte sia all’offesa che alla propria difesa. Si trattava di tecniche basate sull’uso delle armi, e questa arte marziale deriva quindi dal combattimento puro e effettivo.

Attorno al 1600 si assiste ad una graduale trasformazione delle tecniche di combattimento che abbandonano l’uso delle armi per passare al combattimento a mani nude.

Nasce così lo Jujutsu, che veniva praticato in molti modi, pare addirittura in 700 stili. 

Ad un certo punto vi fu un tentativo di colpo di Stato, e molti Samurai appoggiarono lo Shogun. Quando il potere tornò all’Imperatore, i Samurai e le loro arti vennero combattute, e anzi vi fu un editto che classificò l’arte marziale Jujutsu come atto criminale. Vi fu un periodo in cui questa pratica venne abbandonata, ma il suo esercizio e insegnamento continuò in segreto, tanto è vero che è stata tramandata fino ai nostri giorni. 

E’ un classico stile "esterno", praticato sotto molte varianti.

11-Kaiukembo

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E’ un’arte marziale costituita da una curiosa mescolanza di vari stili orientali (karate, Judo, Kempo...) e tecniche occidentali (boxe). E’ nato nelle Hawaii attorno al 1950.

E’ uno stile volto sopratutto alla difesa, che si basa sull’intuire e opporsi alle azioni e alle intenzioni dell’avversario, prevenendole e traendo dei vantaggi dalla conoscenza delle azioni ell’avversario. 

Imparare il kaiukembo richiede moltissimo esercizio. 

L’esercizio inizia con l’esecuzione di movimenti in cui l’allievo opera da solo, e poi ad un certo punto si inizia a due.

12-KALI ESCRIMA ARLIS

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Sono tre tecniche che si dice siano stata utilizzate dai nativi delle Filippine per difendersi dagli invasori nel periodo della colonizzazione. Dei tre il Kali è il combattimento più antico e il più completo, nato e praticato nel Mondanao. Arnis invece nel Luzon, ed Escrima a Manila. Fanno uso di molte e diverse armi, comprese lame ad un solo taglio o a doppio taglio. Ogni isola o villaggio possono imparare e insegnare uno stile differente, per loro non è importante la conservazione di uno stile ma la sua efficacia. E’ famosa la risposta che venne data ad una persona che si meravigliava di questo : "quando lei deve andare a cavallo, impara a cavalcare o lo stile della cavalcata?" 

Lo stile presta molta attenzione ai movimenti dei piedi, alla posizione del corpo e alla sua mobilità. E’ molto spesso finalizzato a disarmare l’avversario, togliendo l’arma dalle sue mani o facendolo cadere.

13-KARATE 

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E’ il nome di un’arte marziale, ma la parola è usata genericamente un combattimento. Questo sia in Giapponese che in lingua Okinawa. E’ originario dell’Okinawa.

Il significato del suo nome è incerto: per qualcuno significa "modo cinese", per altri "mano nuda" (=senza armi).

Nasce probabilmente da dei cinesi che praticavano i vari stili del Kung-Fu e che lo mescolarono a diverse mosse molto semplici e dirette, tipiche del luogo. La sua sistemazione definitiva si ha nel secolo scorso, ad opera di Gikin Funikoshi. Egli fa nascere il moderno karatè, introducendolo in Giappone da dove è divenuto famoso in tutto il mondo.

Si osservano due tipi di karatè: quello di Okinawa, molto pesante, duro, diretto, "esterno". Nell’attacco tende ad essere lineare, nella difesa circolare. Il Karatè giapponese è più stilizzato, meno duro. Entrambi sono un ottimo esempio di un’arte marziale che serve altrettanto per l’attacco come per la difesa.

L’esercizio si basa sulla ripetizione continua di certe tecniche e di certe forme (chiamate "kata") che costituiscono dei movimenti preordinati di difesa od attacco.

I principali sotto-stili del Karatè di Okinawa con Hueki-Ryu, Goju-Rju, Shorin-Ryu, Hissin Ryu. Quelli del Karatè giapponese sono Shotokan, Shito-Ryu e Wado-Ryu.

14-KENDO

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E’ uno stile largamente praticato in Giappone. E’ una forma competitiva e dedicata all’allenamento sportivo del Kenjutsu. Si pratica a coppie, e usando un bastone di bambù (chiamato "shinai" ) come protezione. 

E’ un’arte molto "formale", piuttosto distaccata dalle reali necessità di difesa o attacco presenti nelle vita reale. E’ molto esterna, lineare e diretta.

15-KENJUTSU

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E’ uno stile giapponese, la cui nascita si perde nel corso della storia. Probabilmente nasce intorno al dodicesimo secolo, e si estende in varie forme e miglioramenti nell’arco di quasi mille anni. E’ uno stile molto duro, che prevede l’utilizzo di colpi molto forti ed è finalizzato a neutralizzare o uccidere l’avversario.

Ha una parte molto spiccata di studio e meditazione (analoga a quella dell’Aikido) che ne fa uno stile esterno ed interno.

16-KENPO

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Attenti a non confonderlo con il Kempo. Il Kenpo viene proposto da un Hawaiiano (Ed Parker) negli anni ’60.

E’ uno stile molto circolare studiato in special modo per la difesa a fronte delle tipiche aggressioni in strada.

17-KEMPO KARATE 

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Viene chiamato Ryukyu Karate, Kempo Karate, Kung-Fu di Okinawa o pugilato Cinese. E’ stato sistemato così com’è oggi in questo secolo. E’ basato sulla posizione, sulla concentrazione, sulla precisione dei movimenti. Ci si basa sulla posizione reciproca (è importante l giusta distanza) e la scelta di precisi punti del corpo su cui esercitare pressioni e prese.

18-KOBU-DO

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Il nome significa "modo antico, tradizionale", ed è una tecnica di combattimento di Okinawa la cui storia è legata al karatè. Fa capo a due associazioni molto organizzate (Kobudo Hozon Shinkokai e Okinawa Kobudo renmkei). 

Utilizza sopratutto delle speciali armi, molto complesse e varie, e quindi lo riteniamo poco indicato per chi (operando nella sicurezza) deve esercitarsi in arti che devono essere praticate in ogni condizione.

 

19-KRAW MAGA 

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E’ l’arte marziale ufficiale dello Stato di Israele

Fu sviluppato da un campione dei pesi massimi di boxe, ed esperto di Judo ed altre arti marziali per poter combattere senza armi, nei momenti in cui il loro possesso era illegale. 

Oggi questa disciplina viene utilizzata anche dall’esercito ed insegnata anche nelle scuole pubbliche israeliane.

Non è tuttavia -come si potrebbe immaginare- un semplice misto di tecniche diverse. Alla sua base vi è l’osservazione che le arti marziali tradizionali non tengono conto della necessità di disarmare l’avversario che usa delle armi moderne come delle pistole, ma immaginano che si abbia a che fare con spranghe, armi speciali o altre cose che ben difficilmente si incontrano oggi nella vita reale. 

Questa disciplina non fa uso di movimenti organizzati in sequenze preordinate, ma si prefigge di insegnare delle mosse di base che possono essere unite tra di loro per far fronte a diverse situazioni che si possono presentare improvvisamente e che non sono prevedibili, in un numero limitato. Quindi, sci si prepara alla difesa effettiva, reale e anche ad improvvisare la difesa più adatta ad ogni circostanza. Viene curata particolarmente la velocità, la forza e la precisione dei movimenti.

L’esercizio è volto alla difesa nella vita di tutti i giorni, e quindi questa disciplina non ha di solito manifestazioni sportive e gare. E’ uso concedere tuttavia la cintura nera a chi la pratica assiduamente per otto o dieci anni. Disciplina interessante per la sua praticità, ma che in Europa è praticata abbastanza poco. Al di fuori di Israele vi è un’accademia molto attiva a New York.

20-KUNG FU

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E’ impossibile attribuire questo nome ad una disciplina precisa, perché viene dato spesso a qualunque tipo di arte marziale che proviene dalla Cina.

La sua storia è molto controversa, probabilmente si affonda nella storia millenaria della Cina, forse è una lotta che è stata inventata per far fronte alle invasioni barbariche presso i confini. Si hanno le prime testimonianze attorno al V secolo, quando vengono descritte delle mosse di lotta ispirate a quelle degli animali. 

Vi è una leggenda secondo cui un monaco Buddista chiamato Ta-Mo partì dalle montagne del Tibet e arrivò alla corte Imperiale, dove l’Imperatore lo mise a capo di un monastero nell’ Oman (il monastero di Sai-Lim) dove egli insegnò ai monaci le mosse della lotta.

Il nome Kung-Fu significa letteralmente "abilità e sforzo", e presuppone che la persona che lo esercita si dedichi con grande impegno ad acquisire le sue tecniche.

Oggi il kung-Fu è un grande insieme di stili e di tecniche, che comprendono sia tecniche esterne che interne, sia combattimenti prevalentemente a mani nude che l’esercizio con un grande numero di armi differenti.

Tra questi ne elenchiamo qui sotto dodici. Li dividiamo tra stili esterni (basati sopratutto sull’esercizio muscolare) e interni (basati sull’esercizio mentale oltre che fisico). Tra i primi vi sono delle differenze notevoli tra gli stili del Nord e quelli el Sud, anche se vi sono degli stili paralleli.

A-stili "esterni"

1-Stili del Nord

a-Shaolin del Nord

b-Chang Chuan

c-Graffio d’aquila

d-Mantide religiosa

e-La scimmia

ecc...

2-Stili del Sud

a-Shaolin del Sud

b-Wing Chun

c-Il sistema dei cinque animali (il dragone, il serpente, la tigre, il leopardo, la gru)

d-Il sistema della tigre e della gru

ecc...

B-stili interni

1-thai chi chuan

2-Pa Kua

3-Kinghyi

ecc...

l’esercizio

Data una così rande varietà di stili, è del tutto naturale che anche le tecniche e l’esercizio siano molto dissimili tra di loro. In particolare gli stili esterni prevedono un grande numero di esercizi fisici, che condizionano la struttura dei muscoli e del corpo, che aumentano i riflessi, la flessibilità, prontezza, ecc. Gli stili interni sviluppano maggiormente l’agilità e sopratutto la concentrazione.

21-KYUDO

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origine: Giappone

E’ forse l’arte marziale più antica, di certo la più antica praticata in Giappone, pare da millenni se non dalla preistoria. Nell’arco dei secoli ha subito delle influenze dalle tecniche cinesi, e da parte delle religioni o dei movimenti spirituali quali il Confucianesimo, lo Zen e lo Shinto. 

Ha rischiato di scomparire come tecnica di combattimento dopo l’introduzione delle armi da fuoco, ma successivamente Honda Toshizane lo risistemò, lo rese più attuale e gli diede un grande impulso fondando l’istituto Honda Ryu (l’istituto per le arti marziali di Honda). Vi è oggi un’associazione (Zen Niho Kjudo) con sede a Topkyo che ne ha codificato la forma, le mosse, i sistemi di insegnamento, eccetera. Esiste anche un’associazione europea per lo Kyudo, che tiene un convegno ogni anno.

descrizione

E’ un’arte marziale molto "interna", meditativa, volta a conoscere lo Shin (la realtà ultima) lo Zen (il bene) e il Be (la bellezza). 

Inizia con esercizi di "visualizzazione", in cui lo studente impara senza strumenti o con un arco, e si va avanti con lunghissimi esercizi, fino a dei tiri con l’arco effettuati ad una distanza fissa di 28 metri. Per l’uso preponderante dell’arco dubitiamo che possa essere una tecnica di prima scelta per il vostro mestiere, che non può presupporre di avere sempre con voi una certa arma anche di piccole dimensioni, e men che meno un arco.

22-LUA

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E’ un’arte praticata nel secolo scorso, riservata alla famiglia reale Hawaiana. Assomiglia per certe mosse allo Jujutsu.

 

 

23-MOO DO

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E’ un’arte moderna, fondata da Chae T Got, che negli anni ’70 la introdusse negli USA. Egli aveva una ottima fama come mestro in arti marziali, fama che si era costruito grazie a grando successi ottenuti in Corea, Vietnam e Giappone. La sua arte è molto eclettica, possiede mosse e tecniche prese un po’ da ogni stile, sopratutto Tae Kwon Do, Hapkido e Karatè.

Appartiene alla categoria delle arti utilizzabili in pratica contro le aggressioni, mentre è meno spinta verso l’esercizio sportivo puro o le gare.

L’allievo inizia con delle tecniche molto esterne, finalizzate anche a scopi molto pratici (la difesa contro aggressioni per strada) ma proseguendo verso i gradi di insegnamento più elevati si arriva anche a delle tecniche molto interne, meditative.

E’ uno stile molto scattante, di tipo "lineare", diretto, che utilizza molto modi per disimpegnarsi dalla presa dell’avversario e per colpire in agilità e destrezza.

L’esercizio inizia con delle tecniche di ginnastica aerobica, per sviluppare genericamente il fisico, e poi si iniziano degli esercizi. Il fondatore di questa tecnica continua a introdurre nuove varianti e nuove mosse, ed anzi incoraggia gli istruttori a sperimentare strade nuove: è uno degli stili di combattimento più nuovi, ma anche uno dei più aperti, evolutivi, che si sta evolvendo di anno in anno e si sta perfezionando con notevole velocità.

24-MUAI THAI

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origine: Thailandia

In Thailandia è considerato una specie di sport nazionale. E’ uno sport parallelo al nostro pugilato. 

esercizio

Anche il suo apprendimento assomiglia a quello effettuato dai nostri pugili. E’ un apprendimento piuttsoto duro e volto a migliorare tutto il corpo: con corse, esercizi al sacco ed altri allenamenti piuttsoto duri. Si esercita a mani nude o con i guanti. In caso di esercizio per difesa si possono usare dei particolari oggetti per renderlo ancora più più duro.

Si tratta in generale di un pugilato molto aggressivo e pericoloso.

25-NINJUTSU

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origine: regione di Iga, in Giappone

nome: nin significa perseveranza e juts tecnica. 

Oggi comprende sia il bujutsu ryuha che il ninjutsu ryuha. Il primo è l’insieme di tecniche marziali vere e proprie, il secondo la tecnica per consentire a chi lo esercita di far fronte a ogni situazione imprevista.

L’arte marziale si basa su quattro principi: la postura, la distanza, il ritmo e il flusso. La prima è la posizione e l’atteggiamento del corpo, la seconda è la valutazione degli spazi e i rapporti con l’avversario, il terzo è relativo ai riflessi e al tempismo, il quarto al succedersi degli atti.

La storia di questa arte marziale è molto discussa e controversa, e questo è sorprendente, vista la grande letteratura che vi è al riguardo. La presenza del nome dei guerrieri "ninja" è molto più recente del tempo in cui viene fatta nascere questa disciplina. Si parla di "ninja" nel periodo Tokugawa, tra il 1600 e il secolo scorso.

In questo periodo si è attribuito ai praticanti di questa arte marziale la fama di un clan di assassini e di mercenari che portavano a termine spietate esecuzioni su commissione.

Non elenchiamo neppure tutte le varianti di questo stile, perché ne sono state catalogate almeno una settantina.

Il combattimento ninjutsu ebbe un boom negli anni ’80, e chi lo pratica si distingue anche esteriormente da chi pratica altre arti orientali vestendo completamente di nero, divisa che (oltre ad incutere paura nell’avversario) serve come mimetismo durante gli attacchi notturni.

A causa della gran moda nata attorno ai guerrieri Ninjia, vi è stata una grande proliferazione di scuole con istruttori improvvisati. Fortunatamente è possibile riconoscere un istruttore autorizzato attraverso un particolare certificato annuale, rilasciato da un istituto centrale con sede a Tokyo, che è il Bujjknan Hombu Dojo Shidoshi-Kay. Diffidate se non vi è questa certificazione ma solo altre, anche analoghe in apparenza.

l’insegnamento

Il Ninjutsu non potrebbe essere definita una particolare arte marziale, ma un insieme di insegnamenti che la fanno assomigliare più a quanto si fa in un collegio che in un corso in palestra. Lo studente di Ninjutsu dovrebbe apprendere delle tecniche di base, allenamenti, nozioni di strategia e di filosofia. Questa arte marziale non ha dunque delle mosse precostituite, ma un insieme di tecniche diverse.

L’insegnamento inizia con l’apprendimento dei vari modi di cadere, di sfuggire, di attaccare, ecc.

Data la natura dello stile, nato e sviluppato per il combattimento vero e proprio, non è un’arte da gare e competizioni sportive.

Data la sua popolarità, più che di sottostili, si vede qui la presenza di molti gruppi che pretendono di essere una forma di Nijutsu. Diversi di questi gruppi sono effettivamente delle forme di questa arte marziale, in altri casi si tratta di palestre o istruttori nati sull’onda del successo dei Ninja.

26 - PA KUA CHANG 

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E’ uno dei tre stili "interni" della più classica tradizione cinese. Gli altri due sono il T’hai Chi Ch’uan Hsing Hy Ch’uan. Il Pa Kua Chang è basato sugli otto sette elementi principali dell’antica metafisica cinese, chiamata Hi-Ching.

Non ostante sia indiscutibile al sue antica derivazione, recenti studi hanno dimostrato che quest’arte così com’è oggi è stata formata da un solo maestro, vissuto nel secolo scorso. Tung Hai Ch’uan. Da giovane questo appartenne ad una setta Thaoista, dove trasse alcuni elementi quali le tecniche di concentrazione e il tema del camminare in circolo.

Infatti la base di tutte le varianti del Pa Kua consiste nell’imparare a muoversi in circolo. Questa arte marziale fa prevalere l’agilità e la destrezza sulla forza fisica, è una classica arte del tipo "leggero". Insegna anche a chi ha una corporatura minuta ad affrontare persone più grosse e pesanti.

Insegna infatti che l’esperienza, la pratica e la precisione dei gesti è molto più importante della forza bruta che viene applicata nei colpi, nelle prese e nel blocco dell’avversario. 

E’ anche una tecnica molto circolare, in quanto ciascuna azione può tramutarsi in altre.

Molti allievi hanno sviluppato delle loro proprie varianti di questo stile, che si è differenziato via via nel tempo. Alcuni di queste varianti sono le più praticate al giorno d’oggi, come il Chjiang Yung Chi’ao, più diffuso rispetto allo stile originale.

27-SAMBO

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origine: Russia

denominazione: Deriva dalla contrazione delle parole russe "Samozaschita Bez Orujia" che significano "combattimento senza armi", per indicare che una forma di lotta a mani nude.

storia

Fu fondato negli anni ’30, ma assunse il nome attuale nel ’46. E’ la funzione di varie tecniche cinesi e giapponesi, ma anche di arti marziali di certe nazioni da cui provenivano alcuni appartenenti all’URSS, ad esempio, Georgiani, Armeni e Mongoli.

Oggi il SAMBO è diviso in tre parti: 

a-la parte sportiva (eseguita per gara, manifestazioni, ecc.) 

b-quella che serve all’autodifesa personale da parte del grande pubblico

c-quelle relativa a speciali missioni, all’uso professionale come arte marziale vera e propria.

La parte sportiva assomiglia in fondo allo Judo, anche se con aspetti tecnici diversi (il Sambo ammette ad esempio bloccare l’avversario per le gambe, cosa non ammessa nel Judo).

La parte di autodifesa è studiata sia per evitare i colpi dell’avversario, che per bloccarlo, che per evitare le armi che l’avversario potrebbe avere tra le mani.

La terza parte (quella che sarebbe più interessante per il professionista delle difesa e della sorveglianza) oggi in Russia dovrebbe essere insegnata solo per agenti di polizia, per l’esercito o le forze speciali. E’ una tecnica molto dura e molto difficile, che punta al tutto per tutto. L’autore dice: "sopravvivi ai tentativi di uccisione, e se sopravvivi colpisci duro in modo da vincere o uccidere a tua volta". Naturalmente le tecniche più pericolose e micidiali non sono usate durante le gare sportive.

28 - SAVATE

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origine: Francia

storia: Non è molto chiara, risale probabilmente al secolo scorso. Si dice che derivi da tecniche importate da marinai francesi, o impiegate dai marinai stessi per difendersi in luoghi lontani.

E’ un’arte piuttosto stilizzata, comprende tecniche tipo Tae Kwon Do o del karatè, mescolate a quelle del pugilato occidentale.

29-SUAI CHIAO

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Antichissima arte marziale cinese, nata (pare ) 2000 anni fa. Incorpora i principi del Thai Ch’uan.

All’inizio era insegnata solo all’élite militare.

E ancor oggi è lo stile che viene insegnato alla polizia cinese e di Taiwan.

E’ una disciplina complessa, basata sui 30 principi teoretici del Suai Chiao.

Questa arte marziale ha un sistema di gradi basato sul colore delle cinture: bianca, verde, verde-blu, tre gradi di blu e dieci gradi di cintura nera.

Per passare dalla cintura blu occorre vincere in tornei, La cintura nera di grado 10 è oggi riservata al gran maestro.

Vi sono decine di esercizi per preparare movimenti forti e precisi, poi si passa all’esercizio a due.

30-SILAT

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origine:Indonesia

E’ un insieme di arti marziali che provengono dall’Indonesia. Se ne contano centinaia di varianti, qualcuno è arrivato a contarne fino a 400.

Non vi è un’arte marziale specifica, per cui con il nome di Silat si coprono molte tecniche diverse. nel suo insieme pare che queste tecniche abbiano comunque una storia millenaria. In generale appaiono una mescolanza di tecniche locali, di tecniche cinesi e altre indiane, come il Kalaripayt.

Si tratta di tecniche che bilanciano gli aspetti difensivi e quelli di attacco, e che danno grande importanza alla stabilità e all’azione dei piedi.

Non è solo una disciplina esterna, in quanto chi si esercita oltre i livelli bassi si dà a varie forme di spiritualità.

Gli allievi chiamano "guru" i maggiori esperti.

 

31-SUMO

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E’ uno sport molto praticato in Giappone. E’ abbastanza noto per la mole dei suoi campioni, che sono molto corpulenti. In effetti è un tipo di lotta basato sulla preponderanza del peso e dello sbilanciamento dell’avversario. Le sue mosso hanno bisogno di applicare una notevole forza. Uno sport molto "speciale" che richiede un fisico particolare, e che non rappresenta un’arte marziale di prima scelta per l’addetto alla sicurezza.

32-TAE KWON DO

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E’ uno degli stili più popolari, diffusi in tutto il mondo. E’ originario della Corea, dove nasce alla fine dell’omonima guerra dopo la metà del nostro secolo.

Si tratta di uno stile molto potente, in cui il combattente tende a tenere lontano l’avversario con rapidi movimenti dei piedi. E’ a metà tra gli stili leggeri e pesanti, perché è pronto e scattante ma fa uso di una forza considerevole.

E’ uno stile dotato di una certa eleganza e -pur essendo adatto alla difesa- pare molto versato verso le competizioni sportive. 

33 T’HAI ‘I QUAN

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origine:

Il nome T’hai non deve trarre in inganno, confondendolo con Thai: che sarebbe Thailandese. Si tratta di una delle più tipiche forme di lotta cinesi.

E’ la terza tecnica "interna" della tradizione cinese, basata sulla concezione cosmologica dell’antichità secondo cui l’universo era una continua lotta od equilibrio tra il Yn e Yang.

Nasce in Cina tra il 1220 e il 1500, e diviene molto popolare in questo secolo.

Originariamente comprendeva sette forme, che oggi si sono ridotte ad un paio, le altre sono andate perdute nei secoli.

La sua preparazione è molto lunga e meticolosa: si parte da esercizi di base (singoli movimenti) che vanno poi collegati tra loro (seconda fase) e poi degli esercizi di potenza, per rendere fortissimo l’effetto del colpo inferto (terza fase) in modo da concentrare la massima energia nel movimento di offesa, si passa poi ad esercizi con delle armi e infine ad esercizi di combattimento a due a due.

Gli esercizi vengono in genere divisi in due grandi gruppi: quelli da effettuare da soli per imparare la perfetta geometria del movimento, l’equilibrio del corpo, ecc. e quelli "di combattimento" fatti con un’altra persona.

Ricordate tuttavia che è uno stile molto "interno", ed in effetti ha avuto un grande successo perché (oltre che come tecnica di combattimento) offre la possibilità di imparare a concentrarsi e a rilassare il proprio corpo.

Lo stile attualmente insegnato differisce molto da quello tradizionale. I due stili antichi (lao Chia) e la seconda forma (Pao Chui) durante il secolo scorso hanno generato uno stile più semplificato, chiamato Hsin Chia (Ovvero "stile nuovo") lo stile Hisiao Chia ("piccolo", ridotto) o Chao Pao. Vi sono oggi numerose varianti di questo stile, che possono differire in modo molto significativo l’una dall’altra. La forma tipica è quello di uno stile circolare e (si diceva) caratterizzato comunque dall’essere molto "interno". Al punto che vi sono delle varianti che non sono neppure adatte al combattimento, ma si prefiggono solo ed unicamente delle finalità dedicate al controllo del corpo, della mente e alla meditazione.

 

 

34- WING CHUN

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origine: Cina

Il Wing Chun non è che una delle forme più popolari di Kung Fu. Vi sono molte controversie sulle sue origini. La storia più diffusa è che derivi dal tempio di Shaolin, dove se ne trovano tracce 250 anni fa. Quando il tempio venne distrutto, l’arte pare restò nelle mani di un solo superstite, che la insegnò a due donne. Quello che è certo, è che quest’arte venne diffusa a metà degli anni ’50 di questo secolo dal Gran Maestro Hyp Man a Hong Kong. La sua grande popolarità la si deve ad un allievo di Hyp Man, che è Bruce Lee, che la mostrò in molti film.

La tecnica è di agilità, lo stile è un tipico stile diretto. Vi è un complesso discorso che sta dietro la disciplina, basato su delle linee di forza che attraversano il corpo. La "linea madre" è una linea immaginaria che percorre verticalmente il corpo. Dalla liea madre deriva la linea centro, che divide il corpo in parte destar e sinistra. Molti punti vitali sono posti sulla linea centrale, e l’allievo impara a difenderli. 

La base dello Wing Chun sta nell’idea di non opporre la forza alla forza dell’avversario.

L’insegnamento è piuttosto breve, insegna all’allievo alcune abilità generiche. Molto tempo viene dedicato alla "lettura del contatto" con l’avversario. Al tocco ci si deve accorgere della forza e delle intenzioni che ha impresse, e si leggono queste sensazioni in odo subconscio, riflesso.

Negli esercizi si usa anche un pupazzo di legno, chiamato Mook Jong, e questo rende quest’arte del tutto originale tra le altre.

Come per molte altre arti marziali, anche di questa esistono diverse versioni e varianti.

 

35-IL PUGILATO

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Una volta arte marziale e/o tecnica per la lotta, oggi il pugilato è relegato solo ed unicamente nell’abito sportivo. Il pugilato è troppo noto per essere descritto: si gioca colpendo l’avversario dalla cintola in su e con appositi guanti.

36-ALTRE

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Vi sono forme di lotta stilizzate che traggono ispirazione da lotte di tipo antico (la "lotta greco-romana") tipi di lotta che vengono utilizzate per competizioni anche olimpioniche, e varie altre forme di arti marziali, alcune delle quali (oltre che per il loro interesse atletico) hanno ormai un certo successo semplicemente per la loro spettacolarità. Vi sono infatti alcune forme di lotta ormai strettamente frammiste allo spettacolo, sopratutto quei tipi di lotta che vanno per la maggiore su certi canali televisivi, ormai più "show" e messa in scena che reali forme di lotta o di competizione.

 

 

 

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CONCLUSIONI E NOTE...

Quando si da uno sguardo alle arti marziali, di primo acchito si resta non di rado molto disorientati. 
Innanzitutto, perché sono tantissime. Solo in questa panoramica avremo citato un centinaio di forme, raggruppate sotto circa 35 "capostipiti", ovvero arti che ne hanno generato altre. Ma anche di queste "arti figlie" ve n’è un’infinità di varianti, al punto che anche per gli specialisti, che hanno dedicato al loro vita allo studio delle arti marziali, è difficile tenerne il conto.

La seconda cosa che sconcerta chi si accosta a questo elenco, sta nel verificare che la maggior parte degli stili è nata in epoca relativamente recente (es. il secolo scorso, quando non in questo) mentre nella credenza popolare queste arti (come l’Aikido o in Kung-Fu) sono mitizzate in uno stile millenario e antichissimo.

A questo punto tuttavia vale la pena di chiedersi: siamo proprio sicuri che più uno stile è antico, più esso è efficace ed efficiente?

Vi sono alcuni buoni motivi per dire di sì, ma anche degli eccellenti motivi per dire di no.

Uno stile antico in fondo è una garanzia, perché ci si immagina che se è stato adottato da generazioni e generazioni, vuol dire che ha in sè qualcosa di valido, e non è stato inventato su due piedi da un qualche improvvisatore che vuol metter su una palestra e far soldi insegnando movimenti belli e che affascinano i suoi allievi ma che sono di nessun interesse tecnico e di nessuna efficacia nella difesa o nell’attacco reali.

Ma è anche vero che gli stili antichi non sono necessariamente i migliori. Vi è un progresso in molte cose, anche nell’arte di suonare uno strumento o di impostare la voce di una cantante lirica, nel perfezionare la forma di un’arma o nella tecnologia costruttiva di una lama. Così, non si può escludere che anche un’arte marziale possa e debba evolversi, perfezionandosi nel corso degli anni.

Vi è poi un argomento decisivo: una volta le "province" e le regioni geografiche rappresentavano un confine nella vita della maggior parte delle persone, che nascevano e morivano nello stesso luogo. Oggi vi sono molti viaggi, molti confronti tra tecniche e tecnologie, vi è la possibilità di verificare se una tecnica adottata in Giappone è più o meno efficace di quella adottata in Corea o in Thailandia. Quindi, è possibile (cosa molto difficile prima) osservare e confrontare l’efficacia di ciascuno stile e di ciascun movimento, e addirittura misurare tecnicamente la forza e l’effetto di ciascun movimento. Da qui un’idea che non è di una sola arte: quella di mettere insieme, di collegare le parti più interessanti e migliori di ciascuna arte, e di generarne una nuova con il "meglio del meglio" di tutte le altre. Si tratta per qualche purista di un’opera di contaminazione, ma per molte persone si tratta di un’idea geniale. E’ come chiedersi: "a me interessa uno stile efficace, efficiente, che mi dia quello che gli chiedo o mi interessa apprendere uno stile storico, così come si faceva una volta e ora non si pratica più?" E’ come chiedersi: "preferisco imparare il Francese o lo Spagnolo che possono essermi utili quando viaggio o il Latino che pure è stata la lingua "madre" di altre limgue moderne, ma che non è più parlato? " Credo che questo esempio chiarisca i problema: se studiate per uan qualche utilità pratica la risposta è ovvia. Se studiate per arricchire voi stessi (nell’arte marziale o nello studio della lingua) potete invece scegliere quello che vi fa più piacere e basta.

Occorre anche dire che certe arti sono nate in epoca moderna giusto per far fronte a necessità dell’epoca moderna. I borseggiatori o i banditi di strada vi erano anche mille o duemila anni fa, ma la minaccia con la pistola o con uno spray sono problemi tipici della nostra epoca. A che serve quindi la gesticolazione che distrae l’avversario se questi premendo un grilletto uccide il lottatore con un proiettile? Vi sono stili che insegnano come avvicinarsi a poco a poco, misurare la distanza che vi separa dalla rivoltella e liberarsi dell’arma che vi minaccia. 

Per voi che avete delle esigenze molto pratiche, evitate di darvi solo a stili che richiedono armi ingombranti e specializzate (una certa determinata canna, lama o addirittura un arco). Non sempre nella vita reale avrete a disposizione l’arma su cui magari vi siete esercitati per anni, e non potete pensare di accompagnare un testimone scottante ad un processo armati di arco e frecce.

I GRADI

Un accenno anche al livello a cui dovete arrivare nell’esercizio. La affermazione più ovvia è la seguente: più in alto salite, meglio è. Ma alcuni si chiedono: a che livello devo essere per essere un professionista?

Alcune arti non hanno neppure un sistema di gradi. Molte hanno invece questo sistema. In generale, le arti giapponesi hanno 10 gradi tra il 10.mo Kyu fino al 1.mo Kyu, e 10 dan da 1 a 10. I gradi "dan" sono caratterizzati dalla famosa cintura nera, e i kyu dalla cintura di altro colore. Quindi, si parte dal 10 Kyu, si sale al 1 Kyu, poi si parte con la cintura nera dal 1.mo dan e si sale fino al 10 grado dan. Il 10 grado e il 9 sono molto difficili da trovare, spesso sono riservati ai maggiori dirigenti dell’organizzazione centrale. Non sono rare le arti che hanno un solo grado 10 di dan e nessun 9, pochissimi 8.

Nella tradizione Coreana la struttura dei gradi è del tutto analoga, ma al posto del kyu si usa la parola gup.

Nelle arti marziali cinesi le cose invece sono in generale molto diverse, e non vi è una regola fissa. a volte non vi sono neppure dei gradi.

Un osservatore giustamente fece notare che voi potete comprare una cintura nera a diecimila lire, inventare una nuova forma di lotta, e dichiarare che nella vostra (personale) forma di lotta voi siete il migliore. E questo senza aver mai frequentato una palestra nè senza aver dato mai un pungo in vita vostra.

Questo rende l’idea di come è inconsistente il vanto di essere cintura nera o meno. Ma anche per arti consolidate, non è che tutti gli istruttori diano i gradi con la stessa rigidità: vi sono coloro che distribuiranno gradi con manica larga, e quelli che (a parità di bravura e di esercizio) tenderanno ad essere più avari di gradi. Niente di nuovo: credo a che a chiunque a scuola siano capitate maestre o professori che davano i voti con criteri diversi a seconda delle loro idee su come dovevano essere applicate le votazioni.

Non è naturalmente solo un problema di idee personali, ma anche di tradizioni: in alcune arti si raggiungono facilmente dei gradi alti, in altre certi gradi sono rarissimi. 

Davanti a questo panorama, uno sarebbe invogliato ad accedere ad arti che gli concedono presto un grado alto, perché così lo si può dichiarare nel proprio curriculum. E’ infatti difficile spiegare al futuro datore di lavoro che la cintura verde nello stile A è più prestigiosa che la cintura nera nello stile B. Uno dichiara la sua bella cintura nera, e fa un figurone.

State comunque attenti a non cadere nelle trappole di palestre addomesticate e poco professionali e in stili che non vi sono adatti. Ovvero, evitate gli stile a-che non vanno bene per il vostro fisico, b-per le vostre attitudini psico-fisiche o c-che non sono adatti al vostro lavoro (es. gli stili solo spettacolari o troppo meditativi).

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