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INCIDENZA
DELLA DIREZIONALITA'
SULLA LINEARITA'.
IL FATTORE
DI MERITO,LA DISTORSIONE.
INTRODUZIONE
AL CROSSOVER.
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C
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i siamo lasciati nella pagina precedente affermando che uno degli aspetti più critici della diffusione del suono è dato dallarisposta polare degli altoparlanti. Vediamo la curva polare dello stesso altoparlante ma a frequenze diverse, come in figura 1. | |||||||||||||
50 Hz
1000 Hz
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FIG.1=Si
è visto in precedenza il metodo usato per ottenere un diagramma
polare come quello qui a fianco: si fa girare un microfono attorno ad un
altoparlante. Se usiamo differenti altoparlanti, si hanno diagrammi polari
differenti, perchè ciascun modello ha proprie caratteristiche direttive:
es. inclinazione del cono, chiusura dei lati con un cestello più
o meno coprente... Ma anche se misuriamo la pressione sonora in uscita
dallo stesso altoparlante, pilotato tuttavia con due segnali a frequenza
differente (ad esempio, 50 Hz e poi 1.000 Hz) ecco che si registrano due
diagrammi del tutto diversi.
In generale, le onde più basse sono le meno direzionali, e "tendono" a diffondersi uniformemente. Le onde più acute invece vengono emesse in modo più direttivo. Se pensate che la curva del diagramma polare è costituita dall'aumento della pressione sonora, pare chiaro che l'area racchiusa dalla linea del diagramma è proporzionale all'energia sonora totale prodotta da quell'altoparlante a quella frequenza. In altre parole, la potenza totale emessa non è solo quella che si legge in asse, ma quella emessa in tutte le direzioni. I diagrammi polari con
un'area maggiore (come quello della figura più sopra) corrispondono
dunque ad una emissione di maggior potenza rispetto a quelli con un'area
minore, indipendentemente dalla forma più o meno tondeggiante o
schiacciata che acquisisce l'area. La potenza immessa nell'ambiente è
infatti pur sempre potenza, indipendentemente dalla direzione in cui è
emessa!
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FIG.2=Qui si è schematizzato un diagramma polare poco ampio. Ma cosa importa all'ascoltatore posto davanti all'altoparlante se vi è un'emissione in altre direzioni, ad esempio, verso i lati o da dietro? Importa, eccome. Infatti è ben difficile che vi siano degli altoparlanti collocati in un ambiente del tutto assorbente. In genere le emissioni laterali o posteriori vanno a finire contro delle pareti, e vengono riflesse. Quindi, tornano all'ascoltatore sotto forma di altre onde (un poco ritardate rispetto a quelle originarie) che rinforzano la pressione sonora presente nel posto d'ascolto. Nella figura qui accanto, si vede un altoparlante meno direzionale di quello sopra: vi sono più emissioni laterali che però "rimbalzano" verso l'ascoltatore. Un altoparlante con una maggiore direttività compie dunque un'azione di moltiplica della pressione sonora non solo dal punto di vista dell'energia totale emessa (come si diceva per la figura precedente) ma contribuisce ad aumentare il volume del suono anche nel punto d'ascolto davanti all'altoparlante: in B c'è più suono (=più frecce) anche in asse! E' chiaro che l'aumento
del volume del suono dipende in modo vistoso dalla natura dell'ambiente,
ovvero varia a seconda di come e quanto questo ambiente riflette e/o assorbe
le onde che arrivano alle pareti. Un oggetto assorbente (schematizzato
in figura da "A" ) può evitare ( o più realisticamente ridurre)
la riflessione delle onde, e quindi diminuire il volume del suono nella
posizione in cui si ascolta, ovvero sull'asse dell'altoparlante.
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A | |||||||||||||||||
FIG.3=Immaginiamo di immettere in un altoparlante un segnale audio che va dalla frequenza più bassa a quella più acuta. Immaginiamo di misurare (punto dopo punto) la distorsione armonica totale (THD) che si rileva a ciascuna frequenza. Si possono riportare i risultati in una curva come quella qui a sinistra. Si vede alle frequenze basse una distorsione molto forte (circa il 5%) che decresce fino ad una certa frequenza (circa 2000 Hz). Da lì in poi non vi sono significative variazioni. Riprodurre i bassi senza distorsione è un'impresa molto difficile, e per questo si usano degli altoparlanti specializzati per la gamma bassa, in modo che il punto oltre il quale la distorsione è minimizzata sia più basso di quel che si potrebbe fare con un altoparlante destinato ad una banda superiore. In altre parole, se un altoparlante per i bassi deve servire un'area tra i 20 e i 500 Hz, potrebbe avere una distorsione bassa a partire dai 100 Hz, mentre un altoparlante a larga banda minimizza la distorsione sopra i 200. Questa non è l'unica ragione che suggerisce l'impiego di altoparlanti specializzati, ma di certo è un vantaggio. Per fortuna l'orecchio è molto meno sensibile alla distorsione riscontrata sulle onde basse che a quella riscontrata su frequenze più elevate. |
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LA DISTORSIONE Anche la distorsione varia al variare delle varie frequenze. Se si sospende un altoparlante e si immette un segnale che passa nel tempo da 40 Hz a 1000 Hz, ecco che si possono misurare alle differenti frequenze dei valori di distorsione armonica totale (THD) come questi: 40 Hz 50Hz 60Hz 70Hz 100Hz 300Hz 5% 4% 3% 2,5% 1% 0,2% Si può anche vedere che al di sopra dei 300 Hz la distorsione
rimane costante fino alle frequenze elevate. Questo fenomeno è stato
verificato sperimentalmente, ed è stato attribuito (per la sua sistemazione
teorica) alla reattanza della fase magnetica dell'altoparlante, ecc, ma
l'importante è constatare che vi è una forte distorsione
alle frequenze più basse. Verificando l'andamento della distorsione
alle diverse frequenze in numerosi punti, e congiungendo questi punti,
si ottiene una curva simile a quella illustrata nella figura 3, nella pagina
a fronte.
I diversi altoparlanti possono seguire più o meno fedelmente i segnali immessi. Per verificare questa loro abilità, si usano delle "onde quadre", sintetizzate da appositi strumenti (generatori di onde quadre) che sono segnali a partenza e fine istantanei, e della durata predefinita, emessi ad un unico livello. Quindi, senza una curva di salita e una di discesa, ma a "tutto o nulla". Questi segnali (per la loro forma) sono chiamati appunto onde quadre.Vedi figura 4, nella prossima pagina. Vi sono altoparlanti che: 1-"impiegano" un certo periodo ad essere messi in moto (come nella figura 4) altri che sono più "pronti". 2-Vi sono anche altoparlanti che (una volta raggiunto un nuovo livello) "smorzano" bene l'oscillazione del cono, altri che proseguono per un periodo maggiore a oscillare. Questo fenomeno accade per tutti i sistemi elastici, e il cono ha (come detto) una classica sospensione elastica. I sistemi elastici tendono a tornare al loro stato originale con una certa "esagerazione" che si stempera con altre oscillazioni al di qua e al di là del loro punto di riposo fino ad assestarvisi. Anche qui vi sono altoparlanti ( e sistemi di sospensione, come si vedrà più avanti) in grado di smorzare in modo più o meno efficiente le oscillazioni. |
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IL FATTORE DI MERITO Q Un dato che viene fornito con gli altoparlanti e che assume un certo rilievo nel definire la qualità della loro riproduzione, è il fattore di merito "Q", legato allo smorzamento. E' già stato detto che gli altoparlanti hanno un andamento di impedenza non lineare al variare della frequenza (vedi il "modulo d'impedenza" pubblicato nella puntata precedente). Possiamo definire la frequenza di risonanza come quella frequenza in cui la reattanza della massa del cono eguaglia la reattanza dovuta alla rigidità delle sospensioni. E' anche stato detto che si cerca di far cadere la frequenza di risonanza al di sotto della banda caratterizzata dal controllo di massa. Se si ottiene un fattore Q inferiore all'unità (0,6, 0,5...) si evita la condizione in cui il cono oscilla, e quindi si migliora lo smorzamento dell'altoparlante ai transienti esemplificati nel paragrafo precedente (e in figura 4). Un altoparlante smorzato comporta due enormi vantaggi: 1-non produce frequenze che non esistevano nel programma sonoro originale che si vuole riprodurre. Le oscillazioni generate da un cattivo smorzamento sono infatti a loro volta delle frequenze, che si traducono in suono "inventato" dall'altoparlante, e quindi si ha un programma non fedele all'originale. 2-ha una minore distorsione, là dove le oscillazioni producono
delle armoniche indesiderate.
Proviamo a ricapitolare alcuni elementi che abbiamo visto nel capitolo precedente. 1-Si è visto che un altoparlante ha una risposta in frequenza lineare solo in una certa banda, e che al di sopra e al di sotto delle frequenze interessate da questa banda soffre di una attenuazione (controllo di massa e controllo di velocità). 2-Si è visto che un altoparlante ha delle dimensioni ideali diverse a seconda della gamma di frequenze che va a riprodurre 3-Si è visto che un altoparlante ha una frequenza di risonanza che si dovrebbe far cadere al di fuori della banda che deve riprodurre 4-Si è visto che un altoparlante ha una banda di frequenza in cui ha una certa risposta polare, mentre salendo e scendendo tra le frequenze si ha una maggiore alterazione... |
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fig.4
A
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Sopra,(in A) un segnale che parte e termina in modo istantaneo. Viene chiamato "onda quadra". In bianco, lo spostamento teorico del cono corrispondente. In pratica (B) il cono (al partire dell'onda l'altoparlante) si mette in moto con un certo ritardo, che dipende dalla massa del cono stesso e degli organi da mettere in moto (bobina...), dalla rigidità delle sospensioni, e così via. Non si può pretendere
naturalmente di avere una risposta istantanea al millesimo di secondo.
Questo problema è
grave sopratutto per quegli altoparlanti che devono ricreare i suoni acuti,
in quanto devono eseguire spostamenti rapidissimi (ad es. 15.000 cicli
al secondo).
Per una caratteristica
dei corpi elastici (quale è il cono trattenuto dalle sospensioni
elastiche) si ha un certo periodo in cui vi sono delle oscillazioni, che
con il tempo si smorzano. Un altoparlante che (per le sue caratteristiche
costruttive) oscilla per lungo tempo, non è un buon altoparlante,
perchè le oscillazioni spurie (se le guardate) sono comunque delle
oscillazioni che producono a loro volta delle onde sonore, più piccole.
L'altoparlante in C è
più smorzato che quello in D.
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In questo terzo caso, le uscite del cross-over sono tre: lo spettro audio è stato suddiviso in tre gamme. Ciascuna banda (quella dei bassi, dei medi, e degli acuti) viene riprodotta da uno specifico altoparlante. Siamo a 3 vie e 3 altoparlanti. | In questo ultimo caso si ha di nuovo una gamma servita da più di una altoparlante, e siamo davanti ad un "sistema a 3 vie 4 altoparlanti". In genere le casse non superano le tre vie, e vi sono casse eccellenti (tra le migliori) che hanno solo due vie. | |||||||||||
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