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ualcuno di voi incontra un di-
splay a cristalli liquidi appena
aperti gli occhi, la mattina, dan-
do uno sguardo all’orologio da
polso o alla sveglietta sul como-
dino. Altri usano quotidianamente una calcolatrice tascabile con un
display di questo tipo. Certamente, tutti
ne hanno visto uno: anche solo sui vi-
deoregistratori portatili, che hanno or-
mai il contagiri a cristalli liquidi, perchè
consuma meno batterie di quelli con le
cifre luminose.
Se ci si pensa, non vi è un settore del-
l’elettronica in cui non sia applicato un
qualche display come questo: dagli ap-
parecchi che usa il medico per misurare
la pressione, fino ai tester per misurare la corrente da parte degli
elettricisti.
I display a cristalli liquidi oggi hanno delle importanti applicazioni
anche nell'intrattenimento domestico: si va dai bellissimi videoproiettori
che consentono di accedere all'home theatre, fino ai piccoli TV portatili,
o ai display montati sulle macchine fotografiche digitali. Passando per
gli chermi per computer!
1 - LE MOLECOLE
Il display è costituito da una decina di strati, piatti ed estremamente
sottili: la loro somma si misura comunque in millimetri.
Lo strato piu’ centrale è costituito da un composto vischioso,
potremmo dire “semiliquido”. Le singole molecole sono in grado di muoversi
liberamente al-l’interno di questa massa, e di girare su se stesse o disporsi
fisicamente in direzioni diverse.
Queste molecole (chiamate “cristalli liquidi”) hanno una forma affusolata,
che ricorda vagamente quella di un sigaro.
Esse, normalmente, sono disposte in un modo particolare, quasi a formare
una specie di spirale (vedi figura 1).
2 - VETRO ED
ELETTRODI
Questa sostanza è naturalmente rinchiusa tra due sottili lastre
di vetro, sigillate ai bordi, che hanno lo scopo di tenerla meccanicamente
in sede.
All’interno del vetro c’e’ una lastra di materiale conduttivo e trasparente,
e dietro di questa il cristallo è tappezzato da un pavimento di
piccole piastre conduttive,trasparenti anche loro (v. fig.2). Ciascuna
di queste piccole piastre è dotata di un transistor, che funziona
come un interruttore: lascia passare o no la corrente di attivazione alla
piastra a cui è preposto.
3 - ORIENTAMENTO
DEI CRISTALLI
Quando il transistor che fa da angelo custode a ciascuna piastrina
lascia passare la corrente, i cristalli davanti a quella stessa piastrina
cambiano fisicamente la loro posizione, orientandosi in maniera che i gruppi
presenti alle loro estre-mità siano rivolti nella direzione degli
elettrodi: le molecole si pongono dunque perpendicolari alle piastre conduttrici
come in figura 3.
Quando il transistor interrompe il flusso di corrente, cessa questo
orientamento, e le molecole tornano a spostarsi di nuovo, tornando all’assetto
precedente.
Tutto il display viene illuminato da dietro, e la luce cerca di passare
questo strato, generando cosi’ uno schermo “acceso”. Il suo percorso, tuttavia,
non è sgombro da ostacoli: e vediamo un po’ cosa incontra sulla
sua strada.
4 - FILTRI
POLARIZZATORI
Davanti e dietro le lastre di vetro, vi sono altri due strati: sono
dei filtri polarizzatori.
Essi hanno lo scopo di lasciar passare le onde luminose orientate solo
su un piano.
Questi filtri sono posti a 90 gradi tra loro: il primo filtro lascia
dunqu~assare la luce orientata su un certo piano, e su un solo piano. Se
gli elettrodi sono attivati come in figura 3, essa viene bloccata dal secondo
filtro, che lascia passare solo raggi orientati diversamente, e si ha dunque
un’area buia.
5 - IL COLORE
Davanti a tutto questo apparato che abbiamo descritto, vi sono dei
filtri dotati dei tre colori primari (rosso, verde, blu) in uso anche sul
cinescopio. Come sul cinescopio, essi si fondono “per conti-guità”
o “per vicinanza”.
In pratica, lo schermo è ricoperto da una grande quantità
di triplette colorate, ciascuna delle quali copre una di quelle piccole
zone transistorizzate che permettono o meno il passaggio della luce (fig.5).
Quando le zone sottostanti lasciano passare la luce, esse divengono
luminose agli occhi dell’osservatore posto loro davanti; e -dato che la
luce passa anche attraverso questi filtri- acquistano il colore rosso,
verde o blu.
Stando ad una certa distanza, non si vedono i singoli punti con i colori
primari, ma i colori generati dalla mescolanza di questi: come quando guardiamo
un albero da lontano, e non vediamo le singole foglie, ma la chioma, in
generale.
E’ esattamente rio’ che accade sul cinescopio, e questo fatto non credo
debba essere ulteriormente spiegato.
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1-luce
orientata su diversi piani
2.filtro
polarizzatore
3-vetro
ed elettrodo
4-luce
polarizzata
5-molecole
di cristalli liquidi
6-vetro
ed elettrodo
7-altro
filtro polarizzatore
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In
condizioni di riposo le molecole dei cristalli liquidi (rappresentate da
cilindretti) sono disposte variamente, ed impediscono il passaggio della
luce polarizzata...
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1-luce
orientata su diversi piani
2.filtro
polarizzatore
3-vetro
ed elettrodo
4-luce
polarizzata
5-molecole
di cristalli liquidi
6-vetro
ed elettrodo
7-altro
filtro polarizzatore |
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Quando
nelle piastre vi è una corrente sufficiente le molecole si orientano
erso gli elettrodi, si "stirano" e la luce può passare... |
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Ecco
una sezione del display. Quando le piastre sono percorse da una corrente,
le molecole si dispongono ordinatamente dall'alto in basso e la luce può
passare dal basso in altro o dall'alto in basso. Passa dal basso in alto
quando lo schermo è restroilluminato (display video, videorpoiettori,
ecc). Si usa la luce esterna solo per applicazioni economiche e qualitativamente
approssimative (es. orologi...)
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In
questo spaccato si può vedere il metodo usato per il colore. Si
tratta di porre un filtro colorato sopra le celle, in modo che ciascuna
cella lasci passare luce di un colore primario (rosso, verde, blu, vedi
articolo). La risoluzione cade a picco (per rendere un punto servono
tre pixel al posto di uno) ma il colore è ormai indispensabile per
ogni applicazione di ragionevole qualità. |
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