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d eccoci ad affrontare lo standard DV, uno dei più
interessanti che si dispiegano oggi nel panorama delle scelte che
può fare l'appassionato evoluto o il professionista. E' uno standard
che non nasce senza qualche compromesso; ma la definizione stessa di standard
comporta una specie di congelamento dell'evoluzione tecnologica, che naturalmente
procede di anno in anno, di mese in mese, incurante delle definizioni degli
standard. Iniziamo col dire che lo standard DV è stato determinato
e sottoscritto da una vasta gamma di aziende. Tra queste citiamo Aiwa,
Akai,Canon,Fujii, Hitachi, Maxell, Matsushita (Panasonic, e altri marchi)
Mitsubishi, Olympus, Pioneer, Sanyo, Sharp, Sony, TDK, Toshiba,JVC. Come
si vede, un largo fronte di nomi giapponesi; e d'altra parte non è
un mistero che ormai le videocamere vengono prodotte sostanzialmente dai
Giapponesi. Colossi come Philips ed altri si limitano alla commercializzazione.
Una base così vasta di consensi comporta una qualche certezza che
non sarà uno dei soliti colpi a salve, o elementi di litigio
come il minidisc, il DAT o il DCC, che avvelenano il mercato odierno.
Lo standard DV presuppone l'uso di due diverse cassette: una standard
e una compatta. La prima è destinata ad essere usata su dei videoregistratori
da tavolo, e contenere un programma sufficientemente lungo (4 ore e mezza
, ovvero 50G di dati). La cassetta "mini" è invece studiata per
l'uso con la videocamera e per una durata di un'ora. La cassetta "mini"
entra nel vano cassetta di un DV normale senza adattatore. Il nastro è
largo circa 6mm (1/4 di pollice). Per fare stare le informazioni su un
nastro così piccolo servono diversi espedienti; innanzitutto si
comprime molto il segnale (metodo JPEG). Rispetto al S-VHS e Hi-8 si adotta
una banda passante Y più larga, e si arriva ad una risoluzione
di 500 linee. La banda colore non è neppure paragonabile , molto
migliore. La meccanica è molto simile a quella degli altri standard,
solo che è molto più piccola: il tamburo rotante è
circa la metà dell'8mm e 1/3 del VHS. Per una sola immagine ci vogliono
ben 12 tracce, e per questo il tamburo è molto più veloce.
Su queste è riservato lo spazio per i codici che permettono montaggi
rigorosamente professionali, per una ricerca molto rapida, e infine per
un audio con varie opzioni: nel caso migliore, si ha un campionamento
a 48 KHz con 12 bit lineari. E quindi, per un suono con la qualità
del compact disc audio.
compagni
e concorrenti
I compagni di viaggio del DV sono il D-VHS, il videodisco con diametro
da 12", la televisione digitale. La Tv digitale e il videodisco adottano
un altro standard di compressione: il MPEG-2. Il DV usa (come detto nel
testo) il JPEG. Il significato di queste sigle verrà spiegato più
avanti. Il MPEG-2 è uno standard migliore ma che potrebbe
comportare dei problemi. Oggi codificare in MPEG-2 è carissimo,
mentre decodificare costa molto, molto meno. In altre parole, il MPEG-2
viene adottato in quei sistemi (come la trasmissione televisiva e la produzione
di videodischi) dove il costo della codifica è scaricato su un'azienda
"importante", che può permetterselo. L'utente finale deve avere
solo un lettore ( e quindi deve limitarsi a decodificarlo), cosa che richiede
una scheda elettronica molto più semplice. Nel caso delle
videocamere non ci si può limitare alla decodifica: in queste macchine
-per forza di cose- serve "codificare" l'immagine letta dall' obiettivo,
perchè venga registrata su nastro. Del D-VHS si è già
parlato. E' uno standard per la registrazione di un programma digitale
generico, indipendente dal contenuto. Questo comporta dei grossi problemi
se si vuol effettuare un'elaborazione o un montaggio delle immagini: quello
che è presente sul nastro non è individuabile sotto forma
di una singola immagine, o un pezzo di colonna sonora... è rappresentato
da un programma compresso e basta. Per elaborarlo occorre riespanderlo.
Davanti a questi differenti standard, occorre sottolineare due punti essenziali:
1-se si passa attraverso il segnale analogico (es. le prese S-Video)
è possibile qualsiasi combinazione di standard e di apparecchi presenti
e futuri. Ad esempio: si può ricevere la TV in DVB, (AVI negli
USA) registrarla su D-VHS, al momento opportuno riespanderla e riversarla
su Super-VHS, elaborare questo programma con una scheda video (come quella
presentata sulla pagina precedente) mescolandolo con il programma tratto
da una videocamera DV... Le cose non sono così semplici se si vuole
restare nel mondo digitale, senza passare per il segnale analogico.
2-Si può restare nel digitale all'interno di ciascuno standard,
copiando da nastro a nastro in digitale e (nel caso del DV) elaborando
o montando a piacere. A patto che le aziende costruttrici lo vogliano,
e mettano le apposite prese sui loro prodotti. |
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in
breve...
1E'
prevista l'uscita analogica per rendere la videocamera compatibile con
ogni apparecchio presente sul mercato,
compreso
il collegamento diretto al TV.
2E'
prevista l'uscita digitale per il passaggio diretto (digitale/digitale)
di audio e del video. Quindi, si potranno fare più copie delle riprese
virtualmente senza alcun degrado qualitativo. lnoltre il segnale digitale
facilita enormemente il montaggio, l'elaborazione creativa e soprattutto
la correzione dei parametri nelle riprese non uscite in modo perfetto.
3E'
prevista una TOC (table of contents, "tavola dei contenuti") una specie
di indice che memorizza "dove" si trovano le immagini sul nastro. Questo
facilita le operazioni di reperimento di una scena o il montaggio, in quanto
la macchina sa dove è allocata la parte di programma che si deve
andare a cercare.
4Vi
è un TBC (time base corrector) che rigenera i segnali di sincronismo,
ovvero rende irrilevanti le eventuali fluttuazioni meccaniche dovute alla
instabilità del trascinamento meccanico del nastro, la sua deformazione
fisica, eccetera.
5La
risoluzione orizzontale raggiunge le 500 linee. La banda passante per il
colore è sei volte quella degli standard analogici di base. Il rapporto
segnale/rumore video è eccellente: 52 dB.
6Si
adotta la compressione JPEG, che offre una ragionevole qualità d'immagine
globale.
7Vi
è anche un sofisticato sistema di correzione degli errori, che mantiene
elevata la qualità del segnale, elimina del disturbo e garantisce
la costanza delle prestazioni. |
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Meccanica
e struttura delle tracce sono sovrapponibili a quelle degli standard
analogici (8mm). Ma là servivano due tracce per ciascuna immagine,
qui invece ne servono dodici!
Infatti
la quantità di dati da registrare è molto superiore (si vedano
gli articoli sulla digitalizzazione).
Per
questo si è accelerato molto il tamburo, che gira ad una velocità
5 volte superiore, in modo che disegni più tracce in una uguale
unità di tempo. |
segnale |
freq. di camp |
quantizz |
flusso |
luminanza (Y) |
13.50 MHz |
8 bit (=256 gradi) |
(13.5Mx
256=)
108 Mbit |
Chi
ha seguito gli articoli sulla digitalizzazione e sul colore presenti in
questo sito è in grado di comprendere sia di cosa si parla quando
si tratta di frequenza di campionamento e quantizzazione (vedi i capitoli
sull'immagine digitale) sia quando si parla di luminanza (o Y) e della
fase RY-BY (si veda l'articolo sulla struttura del colore). Una frequenza
di campionamento di 108 Mbit (oltre 100 milioni di misurazioni al
secondo) permette un'immagine con molti dati, quindi con molti dettagli,
e quindi molto definita: siamo al corrispondente delle 500 linee. Un campionamento
di 6.75 MHz per la differenza colore permette una precisione di colore
che è sei volte quella degli standard analogici di base (es. il
VHS).
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