gif  o jpeg?
JPG è uno standard usato per le immagini trattate su computer,  soprattutto per quelle inviate o ricevute per via telematica (Internet) ma anche per la registrazione delle immagini nelle videocamere con  lo standard DVC . Il MPEG sembrava diventare l'asso mangiatutto, e invece....
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GIF
JPEG
Offre una maggior flessibilità (animazioni, trasparenze, ecc.)

Da preferire quando si hanno immagini con pochi colori e superfici uniformi (es. grafici, cartoni, disegni...)

Offre una gamma di colori superiore 

da preferire quando si hanno molti passaggi di colore (per lo più. fotografie)
 

Va bene per le immagini in bianco e nero. In questo caso si tratta di un "loseless", ovvero non disperde nulla dell'immagine originaria. 

Insuperabile  per grafici e per disegni in bianco e nero senza grigi e  ovunque  vi sono dei passaggi di forte contrasto e vicini tra di loro. 

Ottimo per immagini senza troppe tonalità di colore, come cartoni animati, dia per presentazioni, ecc. 

Il punto di forza delle gif sta tuttavia in un altro ambito: nella loro FLESSIBILITA'
E' possibile infatti costruire delle 

1-gif ANIMATE
2-gif TRASPARENTI.

Sull'uno e sull'altra possibilità si veda il sito dedicato alla grafica
http://www.serenoeditore.
com/grafica 

CQui possiamo solo anticipare che le gif animate sono dei gruppi di gif ciascuna delle quali cede il passo alla successiva a intervalli predederminati, e questo genera un'animazione (un'immagine che si sostituisce all'altra).
 
 
Ecco qui l'esempio di due gif animate. Sono gruppi di gif differenti l'una dall'altra (es la foto di un globo un po' più spostato a destra) e ciascuna delle quali prende il posto della precedente. 

Le gif trasparenti sono immagni in cui un colore (di solito lo sfondo) viene reso invisibile, e quindi lo sfondo acquisisce il colore o la tessitura sottostante.
 
 
 

 




 

ecco  un esempio di gif in cui lo sfondo azzurro (sopra) è stato reso trasparente (sotto). 
 
 

 

Il primo vantaggio è che offre una gamma di colori più estesa, quindi è lo standard adatto a gestire immagini con molte sfumatura di colore, passaggi di tono accurati, ecc. E' il caso delle fotografie,  inaccettabili con il gif.

Ha anche il grande vantaggio che può essere "personalizzato", e offrire (immagine per immagine) il miglior compromesso tra qualità e forza della compressione. 
In altre parole, quando si salva una gif si può scegliere se comprimerla molto a scapito della qualità, oppure lasciarla a livelli qualitativi più elevati ma consentendogli di occupare molto più spazio (ad esempio, una qualità al 90% può generare un file di 2 Mega, mentre al 75% (in molti casi ancora accettabile) potrebbe occupare quasi la metà.
 

La compressione è molto più efficiente che quella gif, riduce quindi le immagini in files più piccoli e quindi inviabili in minor tempo. 
Si arriva a volte oltre il rapporto 100:1 

 

LOSSY O 
NON LOSSY?
PNG E NUOVI STANDARD
Quando salvate una immagine in jpg, appare una schermata in cui vi viene chiesto il livello di compressione. Vi si chiede se risparmiare spazio su disco e sacrificare la qualità se conservare la qualità e sacrificare lo spazio, o se adottare una soluzione di compromesso, con una buona qualità e una buona compressione. Questi valori potrebbero essere: 4:4:4, o 4:2:2. Per ciascuna immagina si può valutare la migliore situazione in modo da comprimere in modo adeguato senza perdere troppa qualità. 
Ma -a proposito- perché si ha una perdita di qualità? Perché la compressione (oltre ad agire su altri parametri) effettua anche una valutazione del numero dei colori, ed elimina quelli che sono ritenuti inutili, e poi quelli che assomilgiano troppo tra di loro perché l'occhio si accorga vistosamente della loro perdita. Si risparmiano così informazioni, ma vanno persi dei dati relativi al colore di un'area o a certi dettagli che non possono essere più ricostruiti il giorno in cui possono occorrere. 
I sistemi di compressione si dividono infatti in "lossy" (quelli che consentono la perdita di dati) e "lossness", ovvero quelli che compattano i dati senza che questi vadano persi: il giro che servono li si può andare a cercare. Ma conservare tutti i dati vuol dire non comprimere molto l'immagine...
Nel testo si dice che l'unico serio limite del gif (oltre al problema del Copyright) consiste nel fatto che può trasportare solo 256 colori, contro i 16.0000 e rotti del jpg. Ecco che a distanza di anni è stato proposto il PNG, che ha tutti i vantaggi del gif senza questo pesante limite. Non ostante questa maggior capacità, per ragioni varie (abitudine, pigrizia, ecc.) la sua presenza è tutt'ora estremamente limitata.

Anche il jpg si è aggiornato, e ha generato il jpg2000. Ma anche qui peggio che andar di notte: oggi (a distanza di anni dalla sua introduzione) vi sono ancora vari browser adotatti dagli utenti che non lo supportano.
Inoltre i suoi milgioramenti non sono visbili agli occhi delal maggior parte delle persone, e fanno più che altro capo alla gestione di informazioni relative alle immagni (copyright, formato inziiale, ecc.)
 

 

Per questa puntata non ci addentreremo 
 nella struttura dell'algoritmo di compressione, ma ci limiteremo a descrivere quali sono le ricadute pratiche  che derivano dalla scelta di salvare un'immagine in JPEG o in gif. Lo standard gif è nato per l'interscambio di immagini tra una piattaforma e l'altra (es. tra PC e Unix, tra Windows e Mac..) ed è stato studiato per comprimere  opportunamente le immagini,  in modo che occupassero uno spazio ridotto nel passaggio tra un computer e l'altro. 
Questo è molto vantaggioso sia perché 
1- a parità di hard disc ci stanno molte immagini 
2-servono  dischi o nastri meno capienti per il loro trasporto 
3-serve meno tempo per il loro trasferimento 
4-si risparmia tempo. 
In particolare, un'immagine più piccola può essere trasportata via modem  in un tempo minore; ed ecco che le immagini trasferite ad esempio all'interno di Internet sono codificate sempre con uno standard di compressione, in modo da non occupare troppe risorse per nulla. 
Le tecniche usate per comprimere un'immagine (e fare in modo ad esempio che una figura di  3 Mega occupi solo mezzo mega) saranno  dunque descritte in altra sede. Qui basti considerare che vi sono degli standard diversi e dei sistemi di compressione differenti. 
Lo standard gif incorpora un sistema di trattamento delle immagini che si chiama LZW, che è molto efficiente. Il nome gif significa "graphic Interchange Format", ovvero proprio "formato per l'interscambio grafico". 
In effetti lo standard gif è eccellente per i grafici, i disegni, i cartoni animati, i disegni. 
Ma per risparmiare sui bit da trasferire via Internet o che occupano spazio su disco, si è scelto di non attribuire a ciascun pixel un numero di colori elevato; cosa che (come detto in altro articolo) impegna un sacco di dati.

Il numero di colori limitato lo può rendere insoddisfacente invece per le fotografie, ed infatti è stato formato un altro standard, il JPEG, formato da un gruppo che si muove soprattutto nell'ambito della fotografia. 

Ad un certo punto si è affacciato sul mercato anche lo standard MPEG, formato da una sottocommissione dell' ISO e destinato soprattutto alla compressione di immagini in movimento. MPEG significa infatti "motion picture expert group", che sarebbe il gruppo di esperti delle immagini in movimento. 
Niente di più ovvio della sua destinazione, e niente di più ovvio del fatto che i vari standard di registrazione delle immagini in movimento abbiano guardato da subito al MPEG. 
Sono infatti in MPEG le immagini  digitali che arrivano da satellite, come sono in MPEG i nuovi videodischi che stanno per arrivare sul mercato, e che contengono un intero film in un disco da 12 cm di diametro. Sono naturalmente stati proposti anche videoregistratori in MPEG, e così via. 
Il MPEG è diventato famoso a livello del pubblico per la sua sola colonna sonora, o meglio epr la variante "3" della colonna sonora, chiamata MP-3, e usata per il trasferimento e l'immagazzinamento di files musicali.

Davanti all'MPEG la sorte degli standard come il jpg  è segnata? Si direbbe proprio di no. 
Infatti il MPEG utilizza un sistema speciale, per arrivare a delle compressioni elevatissime. Arriva ad inviare al nastro o via  etere o a registrare su disco solo la parte in movimento dell'immagine. In altre parole, se un uomo cammina in una stanza, si invia o si registra solo l'uomo, mentre il resto ella stanza (che è uguale nei fotogrammi precedenti o seguenti) viene attinto ad una memoria che "parcheggia" le parti comuni dei vari fotogrammi. Spero di essere chiaro: immaginate che un fotogramma sia in memoria, e che sul video vengano sostituite solo le parti in movimento. A questo punto basta inviare solo le parti in movimento, che spesso sono solo una minoranza del quadro nel suo insieme. Per ottenere questo, vi è un filtro (Motion detector) che filtra le immagini: quelle parti che risultano statiche sono messe da una parte, e il segnale inviato   o trattato è solo quello in movimento. Ci si è accorti che  questo sistema comprime moltissimo le immagini (riduce molto il tempo di trasmissione o lo spazio impegnato, perché trasporta solo la parte in movimento, mentre quella fissa  può essere inviata solo una volta ogni tanto!) ma comporta uno svantaggio notevole. 
Quando in un nastro o su un disco si vuole andare a pescare un certo fotogramma preciso, ecco che lì si trova solo la parte in movimento. Occorre andare a cercare sul nastro o sul disco deve diavolo è registrata la parte fissa. La testina magnetica o il laser leggono solo un punto del nastro o del disco alla volta, e questo genera dei bei problemi. Limita in particolare la possibilità di selezionare ciascun fotogramma in modo da potere fare dei montaggi e degli effetti speciali in videoregistrazione. Ecco il motivo per cui lo standard DV  (lo standard digitale in cui vi sono ormai diverse videocamere, e che mira a sostituire in prospettiva gli standard attuali) adotta il jpg e non (come molti credono) il MPEG. Lo fa proprio per permettere montaggi ed effetti senza i limiti imposti dal MPEG. 
A dire la verità il MPEG consente oggi di gestire questi montaggi, grazie alla memorizzazione in una RAM di parte della sequenza. Ma resta una tecnica complessa e costosa.  
Per le immagini videoregistrate, il JPEG si profila dunque come uno standard di fatto, accompagnato tuttavia dal MPEG relativo alle immagini in movimento che non richiedono montaggi od effetti particolari) e dal gif. 
Perché mai il gif dovrebbe sopravvivere, e non lo si sacrifica a favore del jpg? 
Perché ha ancora un qualche vantaggio. 

In che formato? 

Nei comuni programmi di trattamento delle immagini (dai più semplici ai più complessi, come Irfan View, Paint Shop, Picture Publisher o Photo Shop) è possibile salvare le immagini sia in gif che in jpg, o in altri formati. 
Quale dei due è migliore? Iniziamo col dire che jpg in genere è più efficiente, ovvero comprime maggiormente.  Ma lo fa a volte peggiorando le immagini. In generale, si suol dire dunque che il JPEG va meglio quando lo spazio è assolutamente determinante, e (anche indipendentemente dallo spazio) quando  occorre comprimere delle immagini "realistiche", ovvero fotografie con molte gradazioni di colore o di grigi.  Quando non vi sono molti passaggi di colore o di grigi, non solo il gif conserva la qualità  molto meglio del jpg, ma può addirittura comprimere di più, in modo più efficiente. 
Le immagini "al tratto", ovvero formate di solo bianco e nero, o da pochi colori, senza gradazioni di grigio, andrebbero dunque sempre salvate in gif, perché si ottengono  risultati migliori qualitativamente e in uno spazio più ridotto. Lo stesso può dirsi per le immagini in bianco e nero fino ai 16 bit. Da lì in poi le cose si complicano un pochino, perché il jpg inizia ad essere più efficiente, ma il gif sulle immagini in bianco e nero (anche con molte gradazioni) resta loseless, ovvero non perde assolutamente nulla dell'immagine originaria. 

A questo punto c'è spesso qualcuno che dice: "basta che io osservi l'immagine, se è buona, mi va bene anche che vada perso qualcosa che non vedo..." 
Le cose non sono sempre così semplici, perché voi potreste salvare sul vostro hard disc un simbolo, un logo o un'immagine che un domani vi servirebbe più grande, più definita, con maggior qualità. Ad esempio, potreste salvare un logo adatto a dei biglietti da visita, e il giorno dopo potrebbe servirvi lo stesso disegno o la stessa immagine per farne della carta intestata o delle cartellette più grandi. Non sempre è possibile ripartire con lo scanner, e a volte il risultato è una catastrofe. E' un esempio, un esempio che non capita tutti i giorni, ma ve ne potrei portare mille. L'esperienza di chi lavora nel mondo della grafica porta a non buttar mai via troppe informazioni visive, perché prima o poi potrebbero venir buone per scopi che all'inizio parevano improbabili (ad esempio, l'ingrandimento di un solo particolare, il cropping, ecc.). 
Le immagini non compresse di buona qualità possono attribuire a ciascun elemento (pixel) fino a 16.000.000 di colori. Per attribuire 16.000 di colori, a ciascun elemento (= punto dell'immagine) deve  essere attribuito un numero di bit adeguato, in modo che la loro combinazione risponda a quel preciso colore. Il numero di bit necessario per ottenere i famosi 16 milioni di colori è 24. Per i 256 colori ( o 256 toni di grigio), basterebbero 8 bit. Se moltiplicate la differenza per ciascun punto dell'immagine (=pixel) vi renderete conto di che enorme quantità di bit si risparmia accontentandosi di soli 256 colori!

I valori possibili 

I sistemi che comprimono  in modo da non perdere dati possono farlo con un rapporto di circa 2:1, ovvero sono in grado di dimezzare le informazioni da registrare, leggere o trasportare. Il jpg disperde un po' di dati, e peggiora un pochino il numero di passaggi di colore possibili, ma offre delle compressioni enormi, che possono superare il 100:1. Quindi, l'immagine richiede  solo l'1% dello spazio necessario prima per il colore.   Ci sono molti casi in cui non si vuole perdere qualità. Ecco allora che il jpg prevede una compressione meno efficiente, ma che non rovina l'immagine. Il jpg con una compressione tra i 10:1 e i 20:1 offre in effetti una qualità ancora eccellente, e difficilmente si può distinguere ad occhio l' immagine originale da quella compressa. Se si regola la compressione su dei valori tra i 30:1 e 50:1, si ha una piccolissima perdita qualitativa, che può essere apprezzata da (alcuni esperti, ma che spesso non iene vista dalle persone comuni. Per contro, lo standard gif provvede a tagliare drasticamente i colori già con un livello di compressione 3:1. Il gif incorpora anche un sistema di compressione supplementare, lo LZW, che è salito all'onore delle cronache per una controversia sui diritti e sulla licenza d'uso da parte del suo ideatore. Questo LZW è eccellente per il solo bianco e solo nero, ma non è così adatto come il processo del jpg per la compressione delle foto. 
Con l'azione dell' LZW in totale si può arrivare a 5:1. Gli esperti dicono che a parità di degrado del colore il jpg comprime 4-5 volte di più del gif le foto, ovvero con il jpg si ottengono files 4-5 volte più piccoli con la stessa qualità dei gif. Alcune persone hanno notato che è possibile passare dall'immagine gif alla jpg, come del resto da e per gli altri formati. 
In caso in cui si abbia una immagine gif e si voglia ricostituire il colore, la si può convertire in jpg? 
La risposta -purtroppo- è no. Passando da jpg a gif o viceversa in realtà non si fa che trascinare dietro lo svantaggio dell'altro standard, e limitare la qualità dell'immagine con gli svantaggi dello standard presente. 
Quindi, la conversione non ha mai molto significato, se non in caso di necessità, quando per ragioni tecniche si deve operare in un programma o con  elle piattaforme che non supportano un certo standard, e occorre ricorrere all'altro. Caso ormai raro, tutti i programmi decenti oggi supportano sia il gif che il jpg.


 
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