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Ci fu una edizione del CES
di Las Vegas in cui diverse ditte preannunciarono il fenomeno "home theatre".
Giravo da uno stand all'altro, e spesso mi trovavo in una saletta (avrebbe
essere il tinello di una casa agiata) con una qualche poltroncina, e davanti
uno schermo molto grande. Ad intervalli regolari c'era una specie di spettacolo:
sullo schermo scorrevano le immagini di trawler e demo, con una profusione
di effetti speciali. E attorno a me un nugolo imprecisato di diffusori
faceva del suo meglio per coinvolgermi nell'azione.
I risultati a volte erano
eccellenti, a volte erano delle pie illusioni. Io subito inquadra il fenomeno
in questo modo: ecco che sta per nascere l'alta fedeltà del video.
Per comprendere di cosa
vado parlando dovrei dirvi cos'è stata l'alta fedeltà nell'audio.
DALLA
FONOVALIGIA ALL'HI-FI
All'inizio vi erano registratori
mono a bobina aperta, fonovaligie e mobili da salotto. Si apriva la parte
superiore del mobile, ed ecco che apriva un giradischi. Erano cassoni grandi
come credenze, e che facevano un suono da far pietà. Poi arrivò
l'alta fedeltà: preannunciata da qualche azienda (come la Larir
di Milano) che importava strani apparecchi (amplificatori Crown, giradischi
Transcriptor...) dai prezzi sbalorditivi. La gente comune non poteva che
considerare gli acquirenti di quegli strani marchingegni che dei veri ed
autentici pazzi. Ed in qualche modo lo erano: erano arsi dalla passione
per l'Hi-fi, un vizio che avrebbe portato alla rovina anche un discreto
benestante. All'improvviso, le aziende iniziarono a produrre amplificatori,
casse acustiche e giradischi che non assomigliavano più alle vecchie
fonovaligie, ma ai mostri sacri dell'Hi-Fi. E molte piccole o grandi aziende
partirono per la grande avventura: la ricerca di nuove soluzioni per produrre
un suono Hi-Fi. Ed ecco aprirsi la leggendaria era delle casse acustiche
AR o JBL, degli amplificatori americani (Marantz, McIntosh...) giapponesi
o inglesi (Qua, Radford...) e perfino italiani (Galactron...).
Volendo fare in poche righe
una storia di quel periodo, si può dire che si oscillava continuamente
tra l'affermarsi di piccole aziende che si erano specializzate nella produzione
di egregi prodotti e quindi ingrandivano, e tra le multinazionali (Technics,
Sonni, Filius...) che cercavano di produrre apparecchi di qualità
migliore in forma di prodotti di consumo.
Quei quattro gatti che impegnavano
i gioielli di famiglia per comprarsi l'amplificatore finale da 40W o rinunciavano
all'utilitaria per un paio di casse americane, con un meccanismo complesso
riuscirono forse ad averla vinta, e riuscirono a contagiare il grande pubblico.
In molte case apparvero gli orribili mobiletti che impilavano uno sopra
l'altro amplificatore, registratore, sintonizzatore, giradischi, e che
erano fiancheggiati da due casse di buon o cattiva qualità.
A dire la verità
quegli impianti standard non avevano l'aspetto disgustoso dei compatti
mini di oggi, ed ebbero il merito di diffondere presso il grande pubblico
la cultura del suono riprodotto in modo decente, senza limitarsi alle radioline
portatili o ai mangiadischi a batterie da ascoltare in spiaggia.
IL
VIDEO
Ad un certo punto l'audio
di qualità medio-alta invase lo spazio di mercato che doveva
occupare e iniziò il suo declino, a favore di impianti in equilibrio
tra una discreta fedeltà a buon prezzo e la fonovaligia travestita
da impianto stereo compatto.
Prese piede il fenomeno
del video: le stesse famiglie che fino ad allora avevano comprato l'hi-fi,
ora si andavano attrezzando col videoregistratore. A pensarci bene, il
Tv restava lo stesso di quello che era prima della rivoluzione dell'hi-fi.
Ed ecco dunque il tentativo
di creare un fenomeno di costume, che potesse fare il bis del successo
dell'alta fedeltà. L'alta fedeltà del video avrebbe dovuto
chiamarsi "home theatre". Come il motto dell'hi-fi (ripetuto fino alla
nausea) era "l'orchestra in casa tua", così il tentativo di lanciare
l'alta fedeltà video in casa fu "il cinema in casa", o -se volete-
l'"home-theatre". Appunto.
Le premesse c'erano: il
Tv non aveva la pretesa di mostrare film programmi in modo coinvolgente
e fedele. Invece, l'Hi-fi aveva la pretesa di farvi ascoltare la musica
(mentre siete in salotto) come se foste a teatro.
In fondo, bisogna dire che
il boom dell'home theatre (così come lo si dipingeva) non c'è
stato.
Infatti per passare dalla
fonovaligia all'alta fedeltà c'era voluta una evoluzione tecnologica
impressionante. L'home theatre si proponeva di mettere insieme dei pezzi
raccogliticci (le casse dell'hi-fi, il solito televisore...) senza pretendere
che dietro vi fosse qualche serie innovazione.
OGGI
Oggi (finalmente) le cose
stanno cambiando.
1-Vi sono die nuovi schermi
(video proiettori a cristalli liquidi e schermi oltre i 40") che cominciano
a consentirvi di avere in casa una immagine di grandi dimensioni.
2-Il progredire del nugolo
di standard proposti da Dolby consente di avere una colonna sonora distribuita
e ricca di effetti che (seri o no) certamente possono piacere.
3-Vi sono supporti nuovi
e interessanti: maneggevoli e dotati di buona qualità (DVD).
Siamo dunque ad una svolta?
Non lo so. Da una parte
il vero home theatre sottende la necessità di scombussolare l'arredamento
e le abitudini ben di più di qual che esigeva l'aggiunta di un ampli
e giradischi più due case. Qui si tratta di distribuire nella stanza
diversi diffusori, e di porli attorno allo spettatore in modo piuttosto
critico. E poi, quella grande immagine non può essere collocata
ovunque... Voglio dire, che il fronte sonoro della nostra orchestra immaginaria
poteva ballonzolare per la casa saltando dal comò alla libreria.
La grande immagine ha bisogno di un grande schermo, e non può essere
proiettata sull'arredamento esistente come fa l'immagine stereo dell'impianto
hi-fi.
Non so se è arrivato
il momento dell' hi-fi nel video, ma lo spero.
Ho provato a portarmi a
casa due o tre proiettori, tenendomeli qualche settimana ciascuno. Ho provato
a disporre attorno a loro un discreto impianto Hi-fi. Ho provato a seguire
diversi film in queste condizioni. E vi dico che (veramente!) non c'è
confronto.
Sul fatto che l'home theatre
possa dire qualcosa non ho dubbi.
Io ne sono restato entusiasta.
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