analogico
contro
digitale
Non
è un duello alla pari: il digitale sta letteralmente invadendo ogni
aspetto dell'elettronica e delle telecomunicazioni, e agli occhi di molti
utenti è sinonimo di qualità migliore. L'analogico riesce
a dire la sua o pare destinato al tramonto?
on
ostante il trionfo del digitale, alcune aziende vanno avanti a proporre
apparecchi analogici. Escono nuovi videoregistratori, nuove videocamere
in Super-VHS e in 8mm.
Perchè
questi standard non si arrendono davanti al DVD?
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Cio' non toglie che all'utente questa gara mette un dubbio: ma oggi come oggi, è migliore la qualità dell'analogico o quella del digitale? Quando esce uno standard nuovo, subito si accentra l'attenzione degli appassionati e del pubblico, e in effetti tutti si aspettano dalla novità chissà che cosa: che le riprese sghembe si raddrizzino, che le cattive esposizioni si ottimizzino, che i soggetti noiosi divengano interessanti... Invece, non è così. Tutti gli standard di videoregistrazione si muovono all'interno del PAL, e fino a quando resisterà il PAL o gli standard equivalenti, la videoregistrazione non potrà che introdurre qualche limite, ma non migliorarlo. Insomma, se l'immagine PAL prevede una risoluzione di 760 linee, noi potremo adottare uno standard che ne ha 720, o 500, o 400 o 200: ma non si può superare quella soglia. Fino ad oggi anche gli standard digitali (DVB) non hanno potuto o voluto superare a barriera costituita da una immagine simil-PAL: e il PAL (con la sua risoluzione e le sue caratteristiche generali) è divenuto una specie di " riferimento" per il mondo digitale. Chiariamo bene questo punto: l'immagine televisiva migliore che si usa
oggi (nei migliori studi televisivi come sul TV di casa vostra) fa
Abbiamo voluto fare un confronto, un confronto accurato e privo di pregiudizi, tra le due possibilità: uno standard usato a livello amatoriale o professionale (il Super-VHS) che è uno standard analogico, contro uno standard altrettanto usato sia a livello professionale che amatoriale come il DV. Ed è uno standard digitale. Sia il Super-VHS che il DV sono comparsi in macchine amatoriali prima, e poi si sono visti anche in macchine professionali. E professionali in tutti i sensi: come qualità nelle prestazioni, possibilità di collegamento, funzioni e qualità costruttiva. Professionali anche nel prezzo: le videocamere veleggiano sopra i 10 milioni di lire. Perchè abbiamo scelto videocamere e non programmi pre-registrati? Semplice: a tutt'oggi non abbiamo trovato dei programmi commerciali digitali sia su nastro che su disco. C'erano per la verità dei demo, ma cosa si poteva fare? Registrare un disco digitale su nastro e poi fare il confronto tra originale e copia analogica? Non ci sarebbe sembrato corretto. E' invece corretto confrontare gli standard (sia che in futuro vengano usati per la ripresa che per dei nastri preregistrati) mettendoli semplicemente davanti alle stesse condizioni, e osservando la loro differente qualità. A questo punto si apriva la questione della scelta degli apparecchi. Che fare? Prendere una videocamera Super-VHS e confrontarla con una DV che costa il triplo? Anche qui non ci sarebbe sembrato un confronto corretto. Siamo andati allora semplicemente alla ricerca di due apparecchi che avessero un costo paragonabile, anche a costo di saltabeccare da un catalogo all'altro. La differenza di costo qui è sbilanciata verso la JVC, ma è meno ineguale di quel che avremmo ottenuto se avessimo adottato (all'interno di ciascuno standard) i due modelli più economici o i due più costosi. Alla fine, abbiamo deciso la procedura. Abbiamo registrato dal vivo nella stessa circostanza (nello stesso luogo, con la stessa luce, ecc.). E poi abbiamo fatto un confronto visivo delle riprese sullo stesso monitor. Non si trattava di un televisore tradizionale, ma un monitor da studio. I due operatori hanno girato due sequenze, passandosi
di mano la videocamera. In altre parole, l'operatore A ha girato una sequenza
con la videocamera Super-VHS, mentre l'operatore B la girava con la
DV. Poi si sono scambiati la videocamera, e sul nastro vi sono quattro
sequenze: due in DV e due in Super-VHS, ciascuna registrata da un'operatore
diverso.
Infine, abbiamo sottoposto i nastri al solito test di laboratorio, che (oltre al confronto visivo) ci può dare dei dati oggettivi circa la risposta in frequenza, l regolarità della riproduzione della banda, il rapporto segnale/rumore, la correttezza della fase dei colori, e così via. Cosa abbiamo concluso alla fine del nostro test? Semplice: che se sulla carta il digitale ha ...tutti i numeri per presentarsi come lo standard del futuro, pure l'immagine analogica ha eguagliato (e non di rado ha superato) la qualità di quella digitale. |
analogico
Gli apparecchi che compongono l'impianto analogico sono tre: la videocamera JVC GY-x2BE, con registratore di casetta S-VHS full-size incorporata, il player Panasonic AG-7510 (sempre S-VHS) e il monitor professionale Panasonic BT M1420 PY. La videocamera presenta una sezione telecamera eccellente: 3 CCD da 1/2" offrono una risoluzione orizzontale che raggiunge le 750 linee, e un rapporto segnale/rumore Y di ben 60 dB. I CCD hanno 440.000 pixel ciascuno, e l'illuminazione minima è di 1,5 lux. Vi è il sync esterno (3V picco-picco su 75 ohm) ed interno. Naturalmente questi dati devono fare i conti con lo standard S-VHS della videocassetta, che offre 400 linee di risoluzione, e un S/R colore di 45 dB. Pesa 6 Kg, è lunga (compreso obiettivo e batterie) circa 60 cm. L'obiettivo si monta con l'attacco FB 35.74mm. Il player dispone naturalmente di ingresso sync, e del connettore S-VHS a 1V p-p asimmetrico su 75 ohm per Y, e 0.3V su 75ohm per il colore. Anche qui le caratteristiche del S-VHS: segnale rumore di 45 dB sia per il colore che per la luminanza, e 400 linee di risoluzione orizzontale. Il monitor utilizzato è lo stesso che abbiamo impiegato anche pqe l'impianto digitale: il Panasonic da 14", con ingresso S-VHS. La qualità di questo
impianto è dunque strettamente professionale in ogni anello della
catena, dall'obiettivo (intercambiabile) alla
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digitale
Il monitor è lo stesso usato per il test dell'apparecchiatura analogica. Si tratta del Panasonic BT-M1420PY IBT. Lo schermo è costituito da dot di 0,39 mm, la deflessione è di 90 gradi. E' un 14" (diagonale dell'immagine 36 cm, ovvero 267 x 200 mm). E' dotato di ingresso sync (4V p-p) con connettore BNC, di ingressi RGB e -naturalmente- ingressi e uscite S-Video, come al solito 1V p-p su 75 ohm per Y e 0.3V p-p su 75 ohm per C. Il connettore che abbiamo utilizzato qui come per l'impianto analogico è il classico Mini-DIN a 4 poli. La videocamera è l'"ammiraglia" dello standard DV nel catalogo Sony destinato al pubblico, ma per il costo e prestazioni assomiglia ad un prodotto professionale. E' del resto stata descritta sul numero 9 di MultiVideo.
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LE
IMPRESSIONI D'USO
La videocamera è più ingombrate della "sorella" digitale, ma questo peso ed ingombro da molti è ritenuto ottimale per una perfetta ergonomicità, la sorella viene giudicata un po' "nè carne nè pesce": troppo piccola per essere impugnata in modo tradizionale, troppo grande per essere considerata una delle micro-videocamere tipo la sorella V7 o la JVC nello standard DV. Le macchine usate sono tutte di elevata precisione e -in definitiva- sono prodotti più costosi di quelli usati per ottenere l'immagine digitale. |
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1 L'osservazione di un colore uniforme conferma che anche uno standard come il S-VHS offre una percentuale di disturbo molto contenuta, e che (se l'immagine è buona) non disturba assolutamente la visione del programma. | 2 La qualità del contrasto è eccellente, e in alcune circostanze supera (agli occhi degli osservatori) l'impressione che si ha osservando l'immagine digitalizzata. Non si tratta di un contrasto maggiore, ma più "naturale". | ||||||||||
3 I passaggi tra zone molto chiare e molto scure sono uno dei punti in cui l'immagine analogica "cede" ogni tanto la palma all'immagine digitale: si tratta di passaggi comunque buoni. | 4 I transienti di colore sono buoni (decisamente migliori che nel comune VHS) tuttavia nello standard digitale sono altrettanto buoni o (non di rado) migliori. | ||||||||||
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1 Le aree colorate uniformemente danno l'impressione di un buon rapporto segnale/rumore, e sopratutto la qualità del colore (la "tinta") appare pura sia all'interno delle barre generate elettronicamente sia a livello dei passaggi. | 2 Non si può dire che il contrasto sia qualcosa meno che buono. In molti casi arriviamo però a preferire la "rotondità" dell'immagine analogica, che pare altrettanto contrastata ma in qualche modo meno "secca" di questa. | ||||||||||
3 Sui forti passaggi di luminanza lo standard digitale dà il meglio di sè: i bordi sono definiti, precisi, puliti e senza incertezze. Forse merito della risposta in frequenza più regolare ed estesa , una risoluzione più elevata del S-VHS. | 4 Il passaggio tra i colori è veramente buono, qui siamo ad un livello di prima grandezza assoluta, e la qualità qui può davvero competere con qualunque standard senza alcuna limitazione di qualità o di prezzo. | ||||||||||
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Il digitale così come viene usato oggi non migliora la qualità dell'immagine, ma rende possibile un'immagine di qualità professionale (che viene ottenuta solo con i costosi apparecchi che abbiamo utilizzato) anche in apparecchi dal costo accettabile per un appassionato. Per dire fino in fondo come stanno le cose, si deve ammettere che il vero asso nella manica del digitale oggi come oggi non sta tanto nella miglior qualità dell'immagine offerta (può esserci, può essere invisibile...) ma proprio nella sua maggior economicità rispetto all'analogico. In tendendo per "analogico" non qualunque immagine a qualunque costo, ma intendendo l'analogico di qualità elevata, almeno quanto quella digitale. Prevedere che il digitale prenderà sempre più piede è profezia troppo facile perchè ci si debba soffermare sopra. Dire che oggi come oggi gli apparecchi analogici possono essere molto più economici (si vedano i videoregistratori VHS a 400.000 lire, o le videocamere da un milione) è altrettanto ovvio. Anche le migliori immagini, con una qualità eccellente possono appartenere al mondo analogico. Ma -in questo caso- sono ottenute con apparecchi dal costo superiore. La differenza di risoluzione (le 500 linee del DV contro 400 del Super-VHS) in fondo non costituisce una grande differenza, almeno con i normali programmi, e non solo coi monoscopi per il controllo della risoluzione o inquadrature particolari. La differenza si fa comunque sentire per certe possibilità operative che il digitale ha e dove l'analogico raggiunge facilmente il suo punto critico o diviene inaccettabile. E' il caso della costanza di risultati quando si copia il nastro, o della possibilità di scattare delle foto da registrare su nastro... E della possibilità di elaborare le immagini in modo creativo o di correggere difetti... |
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