Queste mie affermazioni non sono suggestioni dettate da fantasticherie, ma frutto di un grande lavoro da parte di glottologi ed archeologi, anche se su questo non tutti sono d’accordo. In particolare Petrie, agli albori del ‘900, scoprì nel Sinai un’iscrizione con segni derivati dai geroglifici egizi ma che mostrava una certa comunanza tra almeno tre lingue antiche: ebraico, greco e egiziano. Dico “almeno” perché si possono argomentare somiglianze con altri alfabeti.
La già citata testa di toro, aleph, prima lettera dell’alfabeto ebraico e alpha in greco, ha suggerito che da qui possa derivare la nostra “a”. Vi è anche l’occhio che si trasforma in un cerchio o ellisse. In ebraico corrisponde alla lettera che significa occhio. E' chiara la somiglianza con la nostra lettera "o", identica a quella latina e quella greca, dve tra l'altro la "o" richiama molto da vicino il suono corrispondente alla radice greca di occhio e di vedere, guardare (“ottico”, “oftalmico” , pan-”orama” ecc.). La "omega" minuscola usata per questo secondo alcuni potrebbe essere una "o" doppia, ad indicare una "o" prolungata, che si è fusa in una unica lettera. Vi è anche il tratto a zig-zag orizzontale che indica le onde o il mare, ed in effetti presso gli egiziani era il segno che indicava l’acqua (vedia sinistra). Del resto “mem” è la parola che in ebraico significa acqua ed è un'altra lettera dell’alfabeto ebraico che corrisponde alla nostra “m”, e che è simile presso i greci e i fenici. Da queste coincidenze tra le lingue semitiche, fenicia, egiziana, ebraica e greca si può arguire l’origine del nostro alfabeto, o per lo meno si possono dimostrare delle comunanze che difficilmente possono essere ridotte a pura casualità.


aleph in ebraico significa toro e assmiglia all'alpha greca.

anche l'ideogramma dell'occhio ha comunanze suggestive con la nostra "o".

l'omega potrebbe essere una doppia "o" che si è fusa e indica una "o" prolungata.

la "mem" ebraica significa acqua e corrisponde da vicino
tanto al geroglifico egizio quanto alla nostra "m", o al "m" greco.

La difficoltà nel ricostruire le parole (per non parlare della lingua) sta anche nel fatto che molti alfabeti antichi omettono le vocali, ma la grafia nota è molto suggestiva.

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