domanda e risposta.
Quali sono i font che obbligatoriamente dobbiamo conoscere?
Dedichiamo una
pagina ai font storici che non possono mancare nel bagaglio culturale di un
grafico.
Per
accedere cliccare qui.
domanda e risposta:
dove trovo l'Helvetica, un gotico, questo o quel font?
Si può scrivere "font free" in un qualunque motore di ricerca e si troveranno centinaia di font che possono essere scaricati e installati sul proprio sistema anche gratuitamente.
Scritte
arabesche presso "la casa real" (Alhambra)
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La
parola “font” indica il disegno del carattere.
Si può dire che tutti i popoli antichi e moderni siano stati molto attenti al disegno del carattere, alla sua forma e alla sua bellezza. 1-Presso i cinesi e giapponesi la calligrafia veniva considerata una vera e propria arte. di affinamento interiore ("Shuren") che permette gesti ritmati,e il pieno controllo della calligrafia. 2-presso gli
egiziani la scrittura ad ideogrammi rappresentava
un ornamento ed era dipinta o scolpita su tombe templi ed ornamenti con
grande gusto estetico e grande cura formale.
3-Presso i popoli arabi
le scritte assunsero un importante ruolo ornamentale, anche per il divieto
imposto dalla religione di rappresentare figure umane.
E si potrebbe continuare con molti altri popoli sparsi nei quattro angoli della Terra. Oggi in molte parti del mondo ( le uniche eccezioni sono in oriente) vengono impiegate le lettere romane.
Vi
sarebbero altri passaggi dalla scrittura ideogrammatica a quella attuale,
come l'ipotesi che il disegno dell'occhio possa essersi trasformato nella
lettera o.
LE
LETTERE ROMANE
Anche i Romani avevano
una grande cura nel disegnare e scolpire le lettere delle scritte ufficiali:
ancor oggi le lettere di tipo romano sono alcune tra le più belle,
leggibili ed equilibrate. Le lettere romane sono iscrivibili dentro un
quadrato, con alcune eccezioni, come la I , e la F e la E, che misurano
esattamente la metà larghezza di un quadrato. I romani scolpivano
le loro lettere con le aste che terminavano in un’espansione, che al giorno
d’ oggi viene chiamata“grazia”. Le lettere romane avevano
il tratto diseguale, che poteva partire leggero, divenire più pesante
durante il percorso, e tornare leggero prima di terminare nelle grazie.
O -al contrario- alleggerirsi durante il disegno di un’asta e tornare più
pesante presso la sua estremità. L’origine di questo andamento si
spiega perchè le lettere da scolpire venivano disegnate prima con
un pennello, e poi lo scalpellino (che magari non sapeva cosa significassero)“andava
dietro” il dipinto.
Queste lettere equilibrate, leggere ma forti, e certamente eleganti, sono dunque il frutto dell’incontro tra le leggerezza e l’eleganza del pennello con la forza e la solennità della scultura. Un connubbio straordinario
che è arrivato fino ai nostri giorni.
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E' del tutto immaginabile che prima si disegnassero dei quadrati, poi un pittore dipingesse con un pennello le lettere. Alla fine lo scalpellino provvedeva a scavarle nella pietra. |
Alcune lettere (ad esempio, la E) non erano iscritte in un quadrato, ma in metà quadrato. Questo permetteva di risparmiare un certo spazio. |
Qual'è l'occupazione del quadrato da parte delle singole lettere? Eccovi una tabella con segnato con un punto rosso l'occupazione parziale del quadrato. Il doppio punto è relativo alla i, ovvero alla lettera più stretta dell'alfabeto... |
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Ecco
un ottimo esempio di lettere romane, così come appaiono oggi sull'arco
di Costantino nel foro romano.
L'arco
di Costantino venne edificato quando Roma era solo il centro ideale dell'
impero, ed era ormai in piena decadenza. Lo stesso Costantino (figlio
di un ufficiale e di una produttrice di vino -sant'Elena- nacque in Oriente,
assunse la porpora a York, lui come altri suoi predecessori (es. Diocleziano)
o successori non amava troppo la città di Roma. Lo stesso arco
venne costruito in fretta utilizzando materiale tratto da altre costruzioni.
Ma l'eleganza formale delle lettere le rende un eccellente esempio della
scrittura romana. Del resto vi sono iscrizioni molto eleganti in ogni
parte dell'Impero, dall'Egitto all' Egeo (es. Deflesso), dalla Spagna
ai Paesi nordici. E non solo in grandi città: anche iscrizioni
più modeste, presenti in centri sperduti, avevano queste lettere
lettere inscrivibili in un quadrato e di notevole eleganza. . Ecco qui
sotto l' esempio di una iscrizione romana in Valle Camonica.
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Ho provato qui a sovrapporre
dei quadrati grigi semitrasparenti alle lettere. Lasciò fuori le
"I" che naturalmente non occupano un quadrato ma solo lo spazio che è
loro necessario. Qui il disegnatore non è stato molto regolare
nelle spaziature tra una lettere e l' altra, ma evidentemente le lettere
stanno nel quadrato con una grande regolarità, segno che la cosa
non è casuale. |
L'UNCIALE
Questa scrittura nasce probabilmente
in Africa poco prima dell'epoca cristiana. E proprio i cristiani
favoriscono il diffondersi di questo font, probabilmente perchè
lo ritengono alternativo e contrapposto ai font ufficiali di Roma. Questi
ultimi ricordano infatti le iscrizioni sui monumenti pagani, l'unciale
ha una storia meno compromessa con il paganesimo.
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IL
MEDIOEVO
Durante il Medioevo si
iniziarono a copiare molti codici antichi.
Durante il Medioevo nacque
anche il corsivo moderno. Trascrivendo i codici antichi il pennino tendeva
a "semplifIcare" la scrittura solenne. L'incisore di una lapide non aveva
problemi a seguire più o meno rapidamente un tratto. Invece il copista(
se semplificava certi passaggi di penna) poteva raddoppiare o triplicare
la velocità del suo lavoro.
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Probabile genesi della "a" carolingia che deriva dallo "sciogliersi" delle maiuscole romane.
Ecco qui la trasformazione
della A romana nella a
minuscola
inserita poi in uno stile tipico dell'età carolingia (circa 800
d.C.).
Perchè questa
verticalizzazione, e così esasperata?
IL
RINASCIMENTO
Nell'Europa meridionale (e particolarmente in Italia e in Spagna) non si usava questo stile, ma erano preferiti dei caratteri più dolci e più simili all'alfabeto romano o carolingio. Anche qui i caratteri tendono tuttavia a divenire più stretti. In Italia nasce il "corsivo",
ovvero la scrittura inclinata verso destra. Il corsivo conferisce un senso
di grande eleganza ma anche di maggior confidenzialità, e si allontana
dalla solennità del maiuscolo romano.
La Cancelleria
pontificia
inviava lettere in questo stile ai vari vescovi e regnanti; questo
stile divenne il tipico stile "regale". Dalla parola "cancelleria" deriva
il suo nome di "cancelleresco" (usato in Italia) o di "cancery" (usato
in Inghilterra).
LA
STAMPA
E' interessante notare
che quando venne inventata la stampa a caratteri mobili (ai tempi di Gutemberg,
e in area dove si usava lo stile gotico), si costruirono dei caratteri
che cercavano di imitare la scrittura a mano.
In quest'epoca vi sono dei tipografi-designer che formano dei caratteri molto leggibili, con eleganza e proporzioni eccellenti. Alcuni di questi caratteri sono ancora usati oggi.
Quindi la stampa (pur nata in
ambiente gotico) assume i caratteri meridionali, e questi pian piano riconquistano
tutto il Nord. Il fulcro delle "belle lettere" passa dal pennino alla
stampa. In questo periodo si ha
un fiorire di caratteri bellissimi, dal settecentesco Bodoni (veneziano)
al Garamond, fino (all'inizio degli anni '30) ad arrivare al carattere
forse ancor oggi più usato. Che sarebbe il "New Roman" (come vollero
chiamarlo i suoi designer) o (come si chiama comunemente oggi traendo
il suo nome dal quotidiano
Per vedere una svolta
decisiva nel mondo dei font occorre arrivare ad un'epoca molto più
recente, quando ai caratteri con grazie si affiancano (senza per altro
soppiantarli) quelli senza grazie.
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I
CARATTERI SENZA GRAZIE
Un altro carattere molto usato oggi è l’Helvetica, che trae il nome nè dalla pubblicazione per cui è stato studiato (come il Times) nè dal nome del suo inventore (come per i caratteri “classici”) ma dal Paese dove è stato inventato, la Svizzera. L’Helvetica è un carattere lineare senza grazie, che può apparire più “duro” del Times, ma ha comunque una eleganza e una leggibilità eccellente. Da allora in poi sono stati disegnati molti caratteri più o meno buoni, e arriviamo cos' allo scorso decennio, quando si è imposto l'uso del personal computer. All'inizio (anni '80) si usavano font schematizzati e semplificati, ma -appunto- negli anni '90 si sono affermati pochi standard grafici che permettono di formare e gestire su computer diversi caratteri con buona precisione e grande flessibilità. L’avvento dei personal
computer infatti ha visto dapprima un uso cauto dei vari caratteri; le
stampanti avevano “in dotazione” un solo carattere (es. il Courier, quello
tipico delle macchine da scrivere, con una spaziatura fissa), o una scelta
più o meno limitata (es. 2 font, tipo "times e courier".)
Si era passati dai word
processor che provvedevano alla gestione delle lettere (limitandosi
se mai all'inserimento di un semplice a-capo) a quelli che provvedono alla
gestione della pagina nel suo insieme: con colonne, interlinea, spaziature,
eccetera. Cosa che aprì all’utente mille possibilità di scelta:
ma questo utente non sempre può compiere consapevolmente queste
scelte. Queste pagine vogliono appunto essere un contributo per coprire
questa esigenza.
Ho già illustrato tre tra i caratteri con le grazie, ed ora ne cito altri senza grazie. Il più elegante (a volte eccessivamente elegante) è secondo me l'Avant Garde (o i Futura). Da segnalare anche l'Helvetica, che (come detto) è un riferimento per i caratteri senza grazie. E che (nelle sue molte varianti) resta ancor oggi uno dei più belli. Infine cito l'Arial, una variante dell' Helvetica universalmente diffusa nel mondo dei PC, insieme al Times. Oltre ai caratteri con grazie, senza grazie ed egizi, vi è da segnalare una quarta (e ultima) categoria: quella dei caratteri "di fantasia". Sono i caratteri stile far west, quelli che riecheggiano scritture cinesi, quelli che paiono scritti a mano o (come nel caso sopra, in rosso) che paiono disegnati con un pennello... Sia chiaro che essi "sembrano" scritti a mano o a pennello, in realtà i singoli caratteri sono esattamente sempre identici, e non hanno le irregolarità tipiche della scrittura a mano... Un caso un po' particolare è
quello dei caratteri a spaziatura fissa. Vennero inventati per le macchine
da scrivere, telescriventi, eccetera. Ovvero quando serviva poter far
avanzare la carta sempre con lo stesso spazio, sia se si scrivesse unai
una e ouna m.
Cosa che non era mai avvenuta nella millenaria storia della scrittura:
abbiamo visto che anche le squadratissime, regolarissime e rigorosissime
lettere romane non avevano tutte la stessa larghezza.
Oggi i PC dispongono di
una scelta di font molto vasta, e con caratteri tradizionali e nuovi molto
belli (e molto brutti). Ma occorre evitare le esagerazioni. Non ha senso
avere una enorme quantità di font
a disposizione: per giunta, avere caricato molti font (anche se non si
usano) a volte porta via memoria. La maggior parte degli allievi di grafica che incontro ha installato una lista interminabile di font, al punto che non ricorda bene cosa siano e come siano. Così, quando serve, cliccano un po' quà un po' là in stile roulette russa caricando quel che capita. Molto meglio (davanti ad
una certa pagina) immaginare di preciso un certo font, e di conseguenza
usarlo. Molto meglio insomma che quando vi si dice "Souvenir", "Fourier",
"Helvetica Condensed", vi si illumini la memoria, e sappiate a cosa andate
incontro.
Come vedete, con un solo font ci si può lanciare in queste e (mille altre!) elaborazioni molto diverse da queste. E' chiaro che questi caratteri hanno un impatto visivo completamente differente non solo rispetto all'Helvetica classico, ma anche rispetto agli altri font elaborati partendo dall'Helvetica. L'utilizzo fantasioso di font
classici, e la possibilità di inventare font di grande fantasia
moderni, offre al grafico del ventunesimo secolo delle possibilità
mai viste fino ad oggi. Un esempio di quanto vado
dicendo? Eccovelo.
In ogni caso, e per ogni proposito,
per il web come per un libro a stampare in tipografia, non andate a cercare
font strampalati, magari belli ma non sempre adatti alla circostanza.Nel
dubbio, state su font classici (Times) o lineari (Arial) e sono pronto
a scommettere che non sbaglierete mai! CENNI
SULLA CALLIGRAFIA
Per completezza ricordo che anche
dopo l'invenzione della stampa si continuò a scrivere a mano, e
a inventare nuovi stili di calligrafia. |
LA
SCRITTURA A MANO ODIERNA
Il pennino d'acciaio è
molto robusto e resistente, non si consuma con la rapidità
tipica della penna d'oca, permette una scrittura più costante. Ma
la sua scrittura è più dura, meno scorrevole di quella tipica
della penna d'oca. Chi come me ha provato a costruirsi dei pennini con
delle penne sa che il loro tratto dolce e naturale è del tutto inimitabile.
La soluzione di costruire pennini speciali (magari in oro) è solo un palliativo, le penne stilografiche oggi sono per lo più oggetti per appassionati di oggettistica, non per appassionati di calligrafia. Una soluzione sarebbe
quella usare delle plastiche più resistenti delle penne (es. nylon)
per costruire degli arnesi per scrivere più piacevoli, ma non ho
notizia che alcuna ditta ci abbia provato...
>>Sugli strumenti e sulla tecnica di scrittura calligrafica vi è una apposita sezione, a cui si può arrivare cliccando qui >>Sui font storici vi è una pagina cui si accede cliccando qui |
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