per alimentarsi con consapevolezza...
qui parleremo di un argomento
che interessa sopratutto sportivi e atleti.
Ma che costituisce
una base importante per tutti coloro che vogliono
conoscere a fondo il mondo
delle diete e dell'alimentazione.


LE PROTEINE E I MUSCOLI

Molte persone che fanno una dieta (sopratutto se praticano sport o attività pesanti) sono molto preoccupate per la quantità di proteine che ingeriscono. E’ molto diffusa la convinzione che i muscoli vengano “costruiti” partendo dalle proteine. Da qui vi sono alcune convinzioni errate, altre vere solo parzialmente. Infatti molti immaginano che se si mangia una bistecca, il “muscolo” della bistecca divenga “muscolo” proprio. In realtà le caratteristiche del muscolo dell’atleta non sono le stesse di quello del manzo o del pollo che lui mangia. La carne di manzo o di pollo viene infatti scomposta dapprima nei suoi componenti, componenti che vengono poi utilizzati per sintetizzare il muscolo del carnivoro. Questa sintesi del muscolo non deve necessariamente attingere a tutte le proteine che vengono dal muscolo dell’animale che si mangia.
Ad esempio, se uno mangia tonno e fagioli, alcuni componenti che vengono usati per sintetizzare il muscolo possono essere tratti dal tonno, altri dai fagioli, anche se si trovano uguali uguali nel tonno che si è mangiato. La tappa fondamentale, i “mattoni” usati per formare le proteine sono gli “amminoacidi”. Vi sono alcuni amminoacidi necessari per formare le proteine che si trovano nei cibi di derivazione animale (bistecche, carni, pesce, uova, latte...) ma gran parte degli stessi amminoacidi si trovano anche in certi alimenti vegetali.
Vi sono anzi alcuni alimenti vegetali che sono ricchissimi di amminoacidi, almeno quanto certe carni. E’ chiaro che un alimento ( perchè sia utilizzato in modo ottimale per costruire dei muscoli) deve essere (oltre che ricco di amminoacidi in assoluto) composto da amminoacidi che siano il più possibili corrispondenti a quelli del muscolo che si va a costruire. In altre parole, oltre alla quantità di amminoacidi, è bene badare anche alla loro qualità: non si deve guardare solo a quanti amminoacidi contiene un certo alimento (es. salame o fragole), ma anche quali amminoacidi contiene.

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Ne’ i grassi nè gli zuccheri contengono azoto. L’azoto viene usato come indicatore di quante proteine sono contenute nei cibi. Se si fa un calcolo di quanto azoto è contenuto negli alimenti, e si va a vedere quanto di questo azoto è da ascrivere agli amminoacidi essenziali, esce un risultato come quello della tabella qui sotto:

contenuto di amminoacidi essenziali

uova, latte oltre il 35%
carne, pesce, fagioli, piselli 30-35%
lenticchie, avena, patate, riso 25-30%
farina 20-25%
orzo, carote meno del 20%

Da queste osservazioni esce che per formare una buona massa muscolare occorre mangiare più farina o carote rispetto alla quantità di carne o uova. Infatti la percentuale di amminoacidi essenziali presente nelle farine è più bassa di quella presente nella carne. Quindi, per raggiungere una certa quantità di proteine basta magari un etto di carne, mentre deve essere mangiato (sempre ad esempio, non prendetemi alla lettera!) un etto e mezzo di pane.
Naturalmente si può sviluppare una buona muscolatura anche partendo dalla farina o dalle carote, ma a costo di qualche trasformazione o aggiungendo magari certi amminoacidi che derivano da altri alimenti.
Badate bene che qui parlo solo di quel che serve per costruire dei muscoli; è chiaro che mentre uno costruisce muscoli ha bisogno anche di energie ( e non solo di costruire massa muscolare) e quindi -per paradosso- potrebbe in alcuni casi essere più equilibrato mangiare un piatto di risotto che un alimento più ricco di proteine: il primo contribuisce all’accrescimento dei muscoli e anche all’energia necessaria per farlo, il secondo deve magari sprecare parte delle proteine che sarebbero utili al muscolo per creare l’energia necessaria a costruirlo.

In genere gli atleti hanno bisogno di sviluppare muscoli, ma hanno anche bisogno i una grande quantità di energie sia per il loro allenamento (molto, molto più dispendioso rispetto alla vita delle persone comuni!) , sia proprio per le spese energetiche che si hanno per fabbricare la muscolatura.

D’altra parte non bisogna mai pensare ad un solo alimento. Occorre sempre pensare all’alimentazione nel suo insieme. E’ infatti difficile immaginare un atleta o comunque una persona che lavora intensamente, che mangia solo patate o solo carote senza mai l’aggiunta di qualcos’ altro. Anche se si mangiasse solo carote per due o tre pasti consecutivi, e si intervallasse questa alimentazione così sbilanciata con altri alimenti, il corpo potrebbe sempre lavorare sulla base di alcuni elementi presenti nelle carote, e assorbire quel che gli serve d’altro ( e che non c’è nelle carote) dagli altri alimenti che si trovano ancora nell’intestino.

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Il problema che tormenta atleti e body-builder, quello della quantità di proteine necessarie ad un atleta, di solito è più frutto di eccessiva preoccupazione che di una reale esigenza: un’alimentazione sana e variata in modo decente non dovrebbe portare a stati carenziali anche per chi si dedica ad attività sportive in modo pesante. Sopratutto, è un problema che si pone (salvo eccezioni) solo e unicamente nei momenti in cui si richiede un aumento di massa muscolare che sia rapido e significativo. Un allenamento abbastanza lungo non richiede particolari supplementi, e un aumento di muscolatura modesto non ha bisogno di interventi straordinari al di là di una dieta ricca e variata.
Tenete conto che gli atleti, in particolare, ma anche tutti coloro che si dedicano ad un’attività fisica intensa, tendono ad aver bisogno di meno energie man mano procedono nel loro allenamento, a parità di impegno.
L’allenamento non consiste insomma solo nel fabbricare più muscoli, ma consiste sopratutto nel rendere più efficienti quelli che ci sono, permettendo loro di offrire prestazioni migliori o (è la stessa cosa) offrendo queste prestazioni a fronte di un minore consumo di energie.
L’allenamento porta dunque sopratutto ad esercitare uno sport in maniera molto, ma molto più efficiente rispetto ad una persona poco esperta, e che quindi un allenamento anche significativo può richiedere molte meno energie di quanto non si immagini. Ad esempio, una persona poco esperta di nuoto può dar fondo a tutte le sue energie e arrivare semisvenuta dopo cinquanta metri di nuoto.
Un atleta che nuota per lo stesso percorso può arrivare senza aver speso che il 10 o il 20% di quello che ha speso l’inesperto: il nuotatore ha imparato il gesto giusto, l’azione sull’acqua che gli consente il massimo avanzamento con il minor dispendio di energie, senza azioni che lo “frenano” o gesticolazioni incolsulte che gli fanno perdere energie senza farlo andare avanti.

Fatte queste considerazioni, va detto che giustamente molte persone (magari professionisti o quasi) si pongono il problema non tanto di avere nel proprio corpo gli elementi necessari per costruire muscoli a fronte di qualunque trasformazione più o meno complicata, ma di facilitare quanto più possibile la costruzione dei muscoli, sfornendo al corpo quasi “la pappa già pronta” senza doverlo impegnare in compiti di riequilibrio che lo impegnino.
E’ questo un proposito del tutto legittimo.
Un problema analogo può porsi anche per altre categorie di persone: ad esempio per quelle persone che hanno bisogno di recuperare velocemente una forma fisica che è andata perduta per malattie, gessi, ospedalizzazione, eccetera.
Per tutte queste persone è dunque importante porsi la domanda: quali sono i cibi il cui contenuto corrisponde esattamente ai muscoli e agli organi che si vanno a costruire o a sviluppare? Giusta domanda: è come se uno deve costruire una casa, e si chiede quanti quintali di mattoni gli servono, quanti quintali di cemento, quanti di intonaco, di travi, di piastrelle, eccetera. In modo che alla fine non debba buttar via niente che ha comprato in eccesso e non debba fare un altro ordinativo di qualcosa di cui ne ha troppo poco per finire la casa.
E’ un esempio con dei limiti pesanti, perchè una casa la si fa una volta per tutte, mentre non si smette di mangiare quando si è raggiunta una perfetta forma fisica. E poi non si possono trasformare le travi in cemento o i mattoni in piastrelle per il bagno, come invece può fare il corpo trasformando proteine in energia, eccetera; ma credo che sia un esempio che rende questa idea: quali amminoacidi servono, e in che percentuale deve essere ciascuno di questi?
Per rispondere a questa domanda si è pensato di costruire una proteina immaginaria, che sia una proteina di riferimento, la proteina ideale che corrisponde esattamente a quella che serve al corpo umano.

Davanti a una proteina che si mangia, o (caso più comune) davanti a una miscela di proteine (è il caso del tonno e fagioli di cui abbiamo parlato sopra, in cui vi sono un po’ di proteine del tonno e un po’ di proteine dei fagioli) , si tratta ora di giudicare quale sia il grado di corrispondenza con la proteina ideale, di confrontare il contenuto di amminoacidi della proteine che si ha da mangiare (es. quella della bistecca) con la proteina ideale, con i componenti tali quali servono al corpo.
La proteina ipotetica di riferimento viene considerata una proteina con valore “100”, le varie miscele di amminoacidi o i vari cibi possono combaciare con questa (ed avere un indice 100) o (più spesso) non combaciare perfettamente, ed avere dunque un indice di 70, se combacia di meno 60 o 50, se combacia di più 75 o 80.

Quindi, vi sono alimenti più o meno vicini alla proteina ideale, e questa affinità viene espressa con un numero da 100 a scalare.
Un alimento con un indice basso può servire a formare comunque il muscolo: basta prendere questo alimento in più, in modo che il componente minimo sia sufficiente, e buttare via i componenti che avanzano perchè erano sufficienti anche quando la dose era più bassa.
Ma evidentemente un alimento ideale è quello con un indice alto, ovvero che offre tutto quello che serve in maniera pronta e più facile, senza far digerire troppa roba e magari senza creare un eccesso di energie, che possono far ingrassare.
Si sono anche preparati dei prodotti dietetici o degli integratori venduti in farmacia o in negozi specializzati.
Questi prodotti hanno tuttavia un’utilità molto limitata, sopratutto se si è arrivati al peso-forma, e non si è troppo magri.
Il motivo di questa limitata utilità viene esposto nell’apposito capitolo.
Così come si trova oggi la scienza dell’alimentazione e le conoscenze che abbiamo dei processi metabolici (su cui per altro vi è ancora molto da scoprire) il sistema ideale è quello di costruire delle diete quasi tagliandole su misura atleta per atleta.
Si può anche ricorrere a preparati speciali quando queste diete lo esigano, ma credo che il 99% dei casi in cui questi preparati siano comprati, sia solo per ragioni psicologiche, per illudere che così si aggiusti una dieta che dovrebbe essere aggiustata solo valutando caso per caso quel che si mangia....

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