Perchè si ingrassa?
E come “funziona” la parte grassa
del corpo umano?
Il “grasso” (sopratutto quello
accumulato sotto la pelle, ovvero sopratutto sulla pancia, i glutei, le
cosce...) è una specie di “magazzino” di energia. Immagazzinata
e ben impacchettata, pronta ad essere usata al momento del bisogno.
Ma questa figura del “magazzino”
non deve richiamare alla mente una specie di cantina ammuffita, dove si
stagiona vino, prosciutto o brandy; magari sempre chiusa e piena di ragnatele.
Deve invece richiamare piuttosto
quella del magazzino di una grande azienda, dove ogni giorno arrivano un
sacco di cammion e ogni giorno parte la merce ordinata dai negozi e dai
concessionari.
E’ un magazzino iperattivo,
caratterizzato anzi da un’attività frenetica.
Per indicare questo “magazzino”
del suo insieme, Kekwik coniò il termine di “organo adiposo”. Quando
si parla del grasso presente nell’organismo, non si deve infatti pensare
solo al grasso in quanto tale (che sarebbe la merce depositata nel magazzino
a cui abbiamo fatto riferimento) ma al complesso di cellule, di organi
e di metabolismo che fa capo a questa merce. Quindi, non bisogna pensare
solo alla merce depositata, ma “al magazzino”, fatto di stanze, di personale,
di scaffali e di attrezzature (carrelli, eccetera) adatte al trasporto
e alla trasformazione, impacchettamento e lavorazione della merce.
LA MERCE IMMAGAZZINATA
Buona parte del grasso corporeo
è contenuto in speciali cellule , chiamate “lipociti”. Immaginate
che un lipocita sia una cellula come le altre (dotata di un nucleo, di
un citoplasma eccetera) ma che contenga al suo interno una goccia di grasso
“impacchettato”, “immagazzinato”.
Questa cellula può racchiudere
tanto di quel grasso che questa “goccia” può occupare gran parte
di essa; ed anzi può “spingere” tutti gli organi interni (nucleo,
citoplasma, eccetera) da una parte, quasi schiacciandoli contro la membrana.
La cellula diviene gonfia, e il soggetto che ospita le cellule infarcite
in modo così pesante diviene “grasso” se non addirittura obeso.
Da questo discorso teniamo a mente
una cosa: l’aumento del grasso non è dato da un deposito indiscriminato,
ma sopratutto da un aumento di gocce contenute in apposite cellule. In
secondo luogo, teniamo presente che queste cellule tendono a restare in
numero uguale, e a divenire però “iperplastiche”, rigonfie.
Vi può anche essere una
variazione nel numero di cellule, ma l’ingrassare o il dimagrire riguarda
sostanzialmente l’infarcimento di cellule che restano sostanzialmente sempre
quelle, senza uamentare o diminuire in modo determinante.
L’USO DEL MAGAZZINO
Quando il corpo umano ricorre a
questo magazzino?
E’ già stato detto che quando
il glucosio nel sangue è in quantità eccessiva, nella persona
normale l’eccesso viene trasformato in glicogeno.
Glicogeno e glucosio
costituiscono quindi una prima forma di immagazzinamento di energia, che
può essere depositata o riscossa a seconda delle necessità.
Ma oltre che in glicogeno, il glucosio ( o gli altri componenti del metabolismo)
possono essere trasformati anche in grassi. o -come detto- anche in proteine.
Proteine, grassi e zuccheri (=glucosio)
non sono dunque tre “compartimenti” separati del metabolismo, ma una specie
di triplice catena di montaggio in cui certi componenti (quando mancano
da una parte) possono essere impiegati dall’altra. Ora siamo alla domanda
cruciale: quando è che il corpo ricorre a smontare il grasso, e
quando al glicogeno?
Iniziamo col ricordare che il grasso
è depositato sopratutto nelle cellule del sottocute (natiche, pancia...)
mentre il glicogeno è depositato nel fegato e (sotto altra forma)
nei muscoli.
Il glicogeno è un “magazzino”
enormemente più piccolo rispetto a quello costituito dal grasso:
in un’altra pagina si dimostra come tutti gli zuccheri presenti in un uomo
normale (glicogeno, glucosio, ecc) non possano che farlo sopravvivere che
per alcune ore.
Era quindi immaginabile che il
glicogeno rappresentasse un magazzino piccolo ma veloce e sempre pronto
(una specie di piccolo magazzino “sottocasa”), e il grasso un magazzino
più importante ma più difficile da raggiungere, da riservare
alle grandi occasioni: un magazzino centrale dislocato magari in periferia
o in campagna.
Diversi studi condotti alcuni decenni
fa hanno dimostrato che non è così. Il magazzino dei grassi
ha un “giro” molto più grande e più veloce di quello del
glicogeno. E’ detto in altre pagine che la prima tappa del consumo dei
grassi è data dalla loro scomposizione in a-acidi grassi e b-glicerolo.
Ebbene, si è visto che il
“giro”, il “riciclo” degli acidi grassi presenti nel sangue è di
quasi un terzo (il 28%) al minuto,
mentre il “giro” del glucosio al minuto è inferiore all’1% (lo
0,7%).
Si “gira” insomma una percentuale
di acidi grassi oltre trenta volte superiore a quella del glucosio.
Questo rende l’idea delle enorme
attività del tessuto adiposo, che non
può più essere quindi considerato la “cantina piena di ragnatele”
o il magazzino stantio a cui si pensava prima, ma ad un “organo” in piena
e fortissima attività.
Pare che tutti gli acidi grassi
presenti nel sangue si riciclino insomma completamente ogni tre o quattro
minuti. E’ del tutto immaginabile dunque che dopo alcuni minuti di allenamento
(dopo pochi minuti di nuoto, o di attività sportiva...) si iniziano
ad attingere alle riserve di grasso.
Il grasso non viene quindi più
ritenuto una “risorsa per i casi estremi e le estreme necessità”,
ma un elemento che partecipa attivamente a molte attività quotidiane...
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