i minerali
IL FERRO
dose giornaliera necessaria:
- teoricamente nulla nell'uomo adulto e nella donna in menopausa
- variabile per i bambini in accrescimento, e per compensare ogni forma
di sanguinamento
(circa 300 mg all'anno vengono perduti con le mestruazioni)
introduzione
Il ferro è un metallo dal metabolismo
strano. Il corpo umano sembrerebbe fatto per un pianeta poverissimo di
ferro, dove esso costituisce un bene preziosissimo. Quando si distruggono
i globluli rossi il corpo provvede infatti a "rirparmiare" il
ferro, e non ostante che il ferro viene così riutilizzato e quindi
(in teoria) non serva alcun apporto di ferro, non è infrequente
che si cada in situazioni in cui manca. Persino la madre trasmette al figlio
(con il latte) una quantità di ferro insufficiente. Basta spesso
che in una donna si verifichino delle mestruazioni abbondanti, o che si
abbiano anche nell'uomo sanguinamenti periodici o cronici anche relativamente
modesti per portare il ferro in dosi critiche o insufficienti.
Il ferro è invece largamente presente in questo nostro mondo, e
diffuso ovunque. E' anche noto a molti medici che si può introdurre
una notevole quantità di ferro nell'organismo senza che si abbia
subito un rimedio alla carenza. Il problema del ferro (metallo presente
dentro nell'organismo spesso in dosi critiche) non risiede in effetti
nella sua reperibilità, ma nel suo assorbimento, che è
piuttosto difficoltoso.
ruolo
Il ferro è necessario per la sintesi
dell'emolgobina, la sostanza che (dentro i globuli rossi) trasporta
l'ossigeno al sangue. In pratica, l'emolgobina 1-a livello dei polmoni
entra in contatto con l'ossigeno, e "carica" al suo interno una
molecola di questo gas. 2-Passa poi nel cuore, e da qui viene "spinta"
vero la periferia (muscoli, cervello, altri organi...) dove serve ossigeno.
3-Qui cede l'ossigeno e (così ridotta) 4-torna al cuore, da dove
viene di nuovo 5-spinta nei polmoni per una sua "ricarica". E
si riparte dal punto 1.
Il ferro è probabilmente l'elemento più critico per la formazione
di emoglobina. Da qui si comprende come la mancanza di ferro si riflette
direttamente sul trasporto dell'ossigeno con il sangue, e quindi con
la capacità di sviluppare lavoro muscolare, di resistere alla fatica,
con la capacità di liberare energia aerobia, e in generale per formare
un metabolismo efficiente.
medicina
La mancanza di ferro genera un quadro molto
conosciuto come "anemia sideropenica": ("sideros"= ferro,
"penica" ha la radice della parola "penuria", quindi,
"anemia da penuria di ferro"). Questa mancanza di ferro può
essere data da:
1-perdita di sangue, e quindi emolgobina che contiene ferro.
Una emorragia anche molto modesta (pochi millilitri al giorno) può
portare ad una anemia detta "sideropenica" . Un'emmorragia
così modesta può anche essere inavvertita dal paziente, che
non se ne accorge. Può essere una perdita di sangue dovuta a particolari
malattie più o meo banali (ulcera gastrica, emorroidi, metrorragie...)
e può verificarsi anche in un soggetto sano in seguito a somministrazione
di farmaci. L'assunzione di aspirina ( o derivati) porta ad un aumento
del sanguinamento gastrico, e ad una depressione del sistema di coagulazione
del sangue. Un'assunzione per brevi periodi porta a sanguinamenti limitati
nel tempo, ma un'assunzione eccessiva, o continua, può portare ad
anemia.
2-aumentata richiesta di ferro.
E' il caso delle gravidanza, dell'allattamento, dei periodi di crescita
in cui occre sintetizzare nuova emolgobina oltre a quella già presente
nel sangue.
3-Vi sono cause più rare.
Sono molto varie, come un mancato apporto di ferro con gli alimenti
(dieta squilibrata a favore dei soli glucidi) cattivo assorbimento
per mancanza di acido cloridrico nello stomaco (sopratutto dopo operazioni
chirurgiche) eccetera. Ma -ripeto- queste sono cause più rare.
sintomi. Spesso l'anemia
sideropenica inizia in modo insidioso e con sintomi vaghi: debolezza, diminuita
resistenza alla fatica, vaghi dolori addominali, bruciori di stomaco, mancanza
di appetito o fame esagerata... Sono sintomi che spesso si confondono e
vengono confusi con quelli di un disagio psicologico o di una netta nevrosi.
Davanti a questi sintomi e al sospetto di emorragia anche nascosta conviene
fare gli esami di laboratorio che rivelano facilmente la malattia.
terapia: a-casi
lievi. Di fronte ad una diagnosi di anemia la dieta ricca di ferro
non basta.
Si ricorre alla soministrazione di ferro sotto forma di sali. L'industria
farmaceutica produce una grande varietà di sali, nella speranza
che ve ne sia qualcuno che provochi meno irritazione gastrica. La terapia
non dà risultati immediati, i primi risultati si hanno dopo 15-20
giorni di trattamento, e la somministrazione va proseguita per almeno tre
mesi . Vi sono molti casi di insuccesso, dovuti spesso all'abbandono della
terapia che richiede una certa costanza.
b-casi gravi. Se l'emorragia supera i 60-70 ml al giorno (circa
mezzo litro alla settimana) anche la terapia con i sali di ferro è
insufficiente, ed occorre provvedere a eliminare il sanguinamento.
dietetica
Una dieta equilibrata apporta circa 6 mg di
ferro per 1000 Kcalorie. Visto che il fabbisogno teorico di ferro se non
vi sono perdite di sangue è nullo, questo potrebbe significare che
in teoria il ferro nella dieta basta e avanza.
*Gli
adulti
Ma non sono rari i casi (tra cui
quelli già citati della gravidanza e delle mestruazioni abbondanti)
in cui il bisogno di ferro può salire a oltre 150 mg. Anche se si
fa una dieta ipercalorica fortissima non si riesce a far fronte a questo
bisogno: con una dieta a 5.000 KCalorie si ha solo il 20% del
ferro che serve! Nei casi di carenza di ferro (questi casi e tutti quelli
in cui vi è sanguinamento anche non
evidente , ad esempio quando vi è un
consumo prolungato di aspirina come anticoagulante, eccetera) è
dunque necessario ricorrere a dei farmaci.
*I
bambini, gli adolescenti.
La "necessità teorica
zero" di ferro riguarda solo gli adulti senza perdite di sangue.
La crescita.I
bambini (crescendo) hanno bisogno di formare evidentemente più
sangue, ed hanno bisogno di un apporto significativo di ferro. Quindi,
vi è sempre un fabbisogno che cresce con l'accrescimento corporeo,
fino a quando cessa la crescita, ovvero fin che non si raggiunge la maturità.
Alla nascita.
I bambini al momento della nascita
hanno una riserva di ferro che può renderli indipendenti per circa
sei mesi. Il latte materno è povero di ferro, e i bambini allattati
a lungo vanno in carenza di ferro, e soffrono di anemia. Per questo oggi
non si allatta a lungo, e anzi si cerca di integrare il latte materno con
altri alimenti fino dai primi mesi.
Per quel che riguarda la dietetica generale, non
si può che elencare alcuni degli alimenti più ricchi di ferro,
tenuto conto che in alcuni casi citati la dieta anche ricca di ferro non
è sufficiente.
Il ferro è presente nella maggior parte degli alimenti. Tra i più
ricchi sono: fegato, frutti di mare (ostriche, cozze..) alcune versure
come prezzemolo e spinaci, legumi, cacao.
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