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Quando
una persona scopre di essere affetta da diabete di tipo II, per prima cosa
deve verificare la propria situazione nei confronti del peso-forma. Deve
insomma pesarsi, e controllare se è in sovrappeso. Nella maggior
parte dei casi, sarà proprio così. In questo caso è
bene che provveda a mettersi a dieta. Questo va sempre fatto. Occorre seguire
una dieta rigorosa, e occorre farlo anche solo per verificare se con la
dieta il diabete regredisce. In molti casi basterà ridurre le calorie
che si ingeriscono da una parte, e effettuare esercizio fisico dall’altra
per riequilibrare il diabete. Se alla fine del periodo destinato alla dieta
la glicemia resta alta allora (e solo allora) si può ricorrere ai
farmaci. Si dicono queste cose non per sadismo (sarebbe molto meglio prendere
dei farmaci e non soffrire per una dieta che non è piacevole per
nessuno) ma perché sarebbe solo illudere i pazienti se si dicesse
il contrario. Oggi come oggi non c’è altra strada, e prendere farmaci
senza aver pria verificato come si muove la glicemia a fronte di una buona
dieta, è inutile se non dannoso.
note sulla
dieta
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Ho
incontrato medici che davanti ad un paziente diabetico si sono messi a
parlare di una dieta ipoglicidica, ovvero con pochi zuccheri. Se si tratta
di diabete di tipo II, questo non ha molto significato. La dieta per il
diabete (anche se è volta a diminuire gli zuccheri nel sangue) non
diminuisce gli zuccheri, ma in generale le calorie. Una dieta per il diabete
di tipo II non è dunque ipoglicidica (con pochi zuccheri) ma ipocalorica
(con poche calorie). Nessuno si metta in testa di digiunare per quattro
giorni e poi verificare la glicemia se è salita o scesa. E’ un comportamento
che non ha significato. Conviene applicare una dieta magari energica ma
non atroce, fornendo all’organismo le sostanze di cui ha bisogno, e verificare
cosa succede a distanza di più tempo. Salvo complicazioni, a nessun
diabetico di tipo II serve correggere il diabete una settimana prima anziché
la settimana dopo. In questo sito troverete molte indicazioni nei riguardi
della dieta, e qui non vale certo la pena di ripetersi. La dieta va impostata
tenendo conto:
1-della
distanza tra il peso misurato e il peso ideale.
E’
necessaria una dieta drastica (es. 1200-500 Kcal al giorno) se si deve
scendere di molti chili (ad esempio, oltre 10 Kg). Basta una dieta più
“morbida” (da 1700-2000 Kcalorie, che consente di nutrirsi in modo pressochè
normale) se la differenza tra il peso misurato e il peso ideale non è
enorme.
2-della
presenza di altri esami alterati.
Non
è raro che il diabetico abbia i trigliceridi e/o il colesterolo
troppo alti. Qui la dieta si impone per metterli al riparo dal rischio
di arteriosclerosi e di infarto indipendentemente dai riscontri del glucosio
nel sangue.
3-dal
grado di diabete
La
dieta sarà più drastica (per ridurre la glicemia più
rapidamente) se vi sono complicazioni, sarà più morbida
se la glicemia (pur superando i 1,4 gr/litro) non è elevatissima.
In ogni caso la dieta è bene sia suggerita da uno specialista,
tanto più che in Italia i diabetici hanno l’esenzione dal ticket
per questo genere di prestazioni, e le visite specialistiche sono
del tutto gratuite. clicca
qui per andare alle pagine
dedicate
alla dieta |
nota sulla
cura del piede
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Il
diabetico in stadio avanzato -si diceva sopra- ha la tendenza ad avere
delle infezioni o a sviluppare una gangrena al piede. Questa situazione
è molto grave, perché può portare all’amputazione
del piede o della gamba. E’ bene quindi che il diabetico abbia una grande
cura del piede, curando il taglio delle unghie ma in modo che non ci si
ferisca, curando immediatamente la più piccola lesione, ed applicando
in generale una accurata igiene del piede. Si consiglia di lavarlo spesso,
di usare calzini molto puliti, di non sottoporlo a traumi, di usare sempre
e comunque scarpe comode, di usare qualche crema idratante se vi sono parti
secche che possono screpolarsi. Occorre ricorrere immediatamente al medico
se si vedono delle lesioni. |
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