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L'INFARTO
......(questa pagina)
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IL MECCANISMO
COSA CONTROLLARE?
IL PROBLEMA
LA PRESSIONE ALTA
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Le cause predisponenti

Vi sono delle condizioni che ci fanno sospettare un infarto, a causa delle maggior probabilità che questo evento si verifichi nei seguenti casi:

sesso maschile. Sotto una certa età (circa 65-70 anni) l'infarto è più probabile in un uomo che in una donna.

famigliarità. L'infarto è più probabile in una persona che ha avuto altri malati di cuore in famiglia

Ipertensione, diabete e grassi. L'infarto è più probabile in persone che hanno la tendenza a creare placche aterosclerotiche, in particolare persone con la pressione alta, con i grassi nel sangue elevati, obesi e diabetici.

orario. L'infarto può avvenire in ogni momento, ma la frequenza maggiore si ha al mattino.

come si presenta?

Il caso classico è quello di un paziente che ha un forte dolore al petto. Questo dolore di solito è molto forte, insopportabile. Tipico è l'irraggiamento del dolore al braccio sinistro, ma può irraggiarsi anche verso lo stomaco, verso il collo...

Gli altri tipi di infarto. Tuttavia non mancano casi che corrispondono solo a malessere generale, sintomi vagli (freddo alle estremità, ecc.) oppure a un dolore lieve, o che scorrono del tutto senza sintomi. Vi sono insomma persone che non si accorgono proprio di avere avuto un infarto (anche piuttosto grave) perchè è passato via senza alcun sintomo. Alcuni studi stimano che questa percentuale sia nell'ordine del 10-15% di tutti gli infarti.

I sintomi. Di solito chi è colpito da infarto è irrequieto, ansioso, potrebbe avere una sudorazione "fredda" (ovvero, anche senza che nel luogo dove si trova faccia caldo) . Potrebbe anche dire di sentire freddo alle estremità. Ma senza dubbio il sintomo più caratteristico è il dolore al petto, spesso descritto come costrittivo, insopportabile.

che fare?

Un medico può mettere in atto alcune strategie per una diagnosi esatta e per il relativo trattamento iniziale.
Ma chi non è medico deve solo e semplicemente chiamare il 188 appena possibile: lo si può fare gratuitamente da ogni telefono fisso e mobile, anche senza credito e (nel caso dei telefoni pubblici) anche senza gettoni o schede.

Perchè tanta urgenza?

Negli ultimi tempi si usano delle tecniche che (se impiegate nelle prime ore dopo l'infarto) non solo possono aiutare il paziente a sopravvivere, ma addirittura possono annullare l'effetto dell'infarto. Insomma, è possibile inserire nelle coronarie (partendo da una gamba) una sonda dotata di un palloncino che (quando viene gonfiato) allarga le pareti e rende di nuovo percorribile da parte del sangue l'arteria prima chiusa. Questa operazione può essere svolta (anzichè con un palloncino) anche con uno stent, ovvero una reticella a forma di tubo che viene allargata a forza contro le pareti della coronaria. Se si compie un'operazione di questo tipo entro un tempo ragionevole (quello in cui il muscolo del cuore non è ancora morto) ecco che il sangue riprende a circolare e il cuore riprende a funzionare in modo simile a prima.

Non dico che tutto è risolto perchè le condizioni precarie delle coronarie (come hanno generato il primo infarto) possono benissimo generarne un secondo. In effetti le recidive sono frequenti negli infartuati: devono curarsi con rigore, ma sopratutto occorre evitare di arrivare a questo. Da qui l'importanza della prevenzione, e da qui il motivo per cui inseriamo queste pagine nel sito.

Ma nel frattempo?

Chi non è medico nel frattempo deve solo fare da osservatore? Direi di no. Mentre arrivano i soccorsi il contributo di chi non è medico potrebbe essere comunque utile. Si tratta di confortare e calmare il paziente, sia per motivi psicologici sia perchè l'agitazione comporta un maggior consumo di ossigeno, anche da parte del muscolo cardiaco che è senza ulteriore fornitura di energia.
Non sempre è facile perchè spesso l'infarto è molto doloroso, ma si può fare quello che si può.

 

 

L'INFARTO COME SI PRESENTA
IL CIRCOLO VICARIO - - -- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -- - - - L'INFARTO

 

Il cuore ha le proprie arterie (schematizzate in rosso) e vene (in blu). Le arterie si chiamano coronarie. Se si ha una chiusura progressiva le arterie vicine possono supplire al restringimento della coronaria.

Se (lungo una coronaria) si ha invece una chiusura piuttosto veloce (l'interruzione è qui evidenziata da un cerchietto bianco) ecco che il muscolo a valle della chiusura non riceve più sangue e muore (area in azzurro).
E' chiaro che la gravità dell'infarto è diversa a seconda dell'area interessata.

Cos'è?

Il cuore è un muscolo. Come tutti i muscoli per contrarsi (=battere) ha bisogno di energia, che gli è data dal sangue (ossigeno, sostanze nutritive, ecc).

Per fornire il sangue necessario il cuore ha le proprie arterie e vene. Concentriamo l'attenzione sulle sue arterie, che gli "girano" attorno, a formare quasi una corona. Per questo si chiamano "arterie coronarie" o semplicemente "coronarie".

A causa dell'arteriosclerosi, queste coronarie possono restringersi e fornire troppo poco sangue al cuore rispetto alle sue necessità. In questo caso si hanno diverse manifestazioni, tra cui la più nota è "l'angina", che corrisponde a un dolore o senso di costrizione al cuore.

Ma se si ha una chiusura totale e veloce dell'arteria, la parte di muscolo a valle del suore non riceve più sangue, e di conseguenza muore.

Questa "morte" non è immediata, ma sopravviene nell'arco di un certo numero di ore. All'inizio la parte di muscolo rimasta senza sangue è pallida e cerosa, poi morendo diviene scura, si degrada (si decompone) e infine lascia una cicatrice. La parte dei muscoli del cuore ancora viva tenta di fare le funzioni di questa parte morta, e l'infortunato potrebbe sopravvivere. Invece se la parte è essenziale per il funzionamento del cuore, o intervengono delle complicazioni, il paziente muore.

Perché dev'essere una chiusura dell'arteria che sopra abbiamo definito "totale" e "veloce"?
Se la chiusura avvenisse molto lentamente, il cuore ha il tempo di formare delle strade alternative per il sangue. Ovvero, se una arteria tende a chiudersi, si dilatano maggiormente altre, e si creano delle "deviazioni" come si usa nelle strade dove vi sono delle chiusure per lavori in corso. Di solito questi percorsi alternativi non sono così veloci e scorrevoli come la strada principale, ma se questa è chiusa la deviazione permette comunque di passare. In modo simile, la circolazione all’interno del cuore non sarà al meglio, ma comunque è in grado di offrire un po' di apporto di sangue anche a valle del blocco e quindi la sopravvivenza della parte di muscolo interessata.

La mortalità.

Almeno il 30% di chi è colpito da infarto muore subito, una certa percentuale muore per complicazioni a breve o medio termine. Come se ciò non bastasse chi ha avuto un infarto è nelle condizioni per svilupparne un secondo, o un terzo, fin che non è la volta buona.

Il problema infatti è che si è sviluppato un infarto si è nelle condizioni per svilupparne un secondo.

Da qui l'importanza della prevenzione, e delle cose descritte in queste pagine. Le precauzioni possono salvare una quantità enorme di persone.La verifica di patologie in famiglia, l'esame di laboratorio dei grassi nel sangue (colesteroli e trigliceridi), il controllo periodico dei vasi del collo e della coscia con una ecografia, e il trattamento dietetico o i farmaci (es statine, aspirina...) abbassano la percentuale di persone colpite da infarto.

L'importante è comprendere che questa precauzioni non vanno prese quando si arriva all'età critica per l'infarto, ma decenni prima: a venti, a trenta o a quarant'anni.


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