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1-la rana
presentazione
tecnica
E’ uno stile non sempre amato dagli
atleti più "tecnici", perchè si tratta di una nuotata piuttosto
naturale. C'è insomma chi la "sente" molto, la nuota in modo
impeccabile senza aver avuto una sola lezione. Come c'è chi non
si sente portato e resta un mediocre ranista anche se atleta olimpionico
in altre specialità. La rana è una nuotata che si svolge
principalmente sul piano orizzontale. Le due braccia vengono spinte in
avanti contemporaneamente e vicine tra di loro. Quando sono al punto giusto
inizia la fase di trazione: le mani si separano e "trasinano" indietro
l'acqua. Le mani si rcongiungono sotto il petto e sono pronte ad avanzare
di nuovo. Anche le gambe compiono un movimento che ha un qualcosa di circolare:
vengono dapprima raccolte in mood che i piedi arrivino vicino ai glutei,
e poi vengono lanciate indietro il modo che si dia un calcio all'acqua,
e la si spinga indietro. Le gambe poi vengono riportate in avanti.
Ciascuna coppia di arti (braccia e
gambe) ha dunque due fasi: una utile all'avanzamento (quando spingono indietro
l'acqua) e una anti-idrodinamica (quando vengono portate in avanti, e allora
frenano l'avanzamento). Perchà l'avanzamento sia sufficientemente
continuo, l'azione delle due coppie di arti viene sfasata in modo opportuno:
quando le braccia "tirano indietro l'acqua", le gambe vengono portate in
avanti e quindi si approfitta della trazione delle braccia per compiere
il movimento contrario all'avanzamento. Quando sono le gambe a scalciare,
le braccia approfittano di questo momento per andare avanti, contro la
corrente, e quindi a trovarsi pronte per la loro fase attiva...
STILE.
La rana veloce beccheggia molto (la testa sale e scende). La rana
"tranquilla" tende ad essere più liscia, più vicina al pelo
dell'acqua. La rana veloce (da gara) tende ad avere un ciclo delle braccia
stretto (molte bracciate non troppo ampie, che arrivano vicine al petto).
La rana subacquea (quella svolta ad esempio dai sommozzatori) tende ad
avere bracciate più ampie, che arrivano vicine ai fianchi.
La rana è l'unico stile che
non ha bisogno di "rompere" la superifcie dell'acqua: si può stare
sempre sotto. Ed in effettiq uesta condizione è ideale dal punto
di vista idrodinamico. Tuttavia i regolamenti internazionali
vietano di stare sotto, per lo meno durante le competizioni.
La respirazione è facile e
poco critica.
PARTENZE.
Le partenza a rana avvangono dai cubi fuori dall'acqua, generalmente si
prende lo slancioe si fa un tutto. Si fa un ciclo sott'acqua e prima che
finisca il secondo ciclo (per regolamento) si deve riemergere.
VIRATE.
La si fa toccando con le due mani (contemporaneamente!) il bordo
della piscina. Poi una mano si stacca e si porta verso la corsia percorsa.
I piedi appoggiano sul bordo sott'acqua e ci si da una forte spinta verso
la corsia. Mentre si spinge (e ci si stacca dal bordo) ci si gira in modo
da trovarsi di nuovo nelal corretat posizione (a pancia in giù).
COMMENTO.
E' uno stile eccellente per l'esercizio fisico, forse proprio il migliore.
Si può infatti nuotare a rana con un ciclo ogni cinque secondi come
nuotare a rana in modo parossistico per una gara sui 100 metri. Si può
nuotare a rana con uno stile da competizione, si può nuotare la
rana subacquea, si può tenere sempre la testa fuori, la si può
immergere... Insomma, è senza dubbio la nuotata più flessibile
e adattabile alle esigenze più disparate: dalla pensionata che vuol
passare un quarto d'ora in piscina o nel mare, fino all'atleta che punta
al titolo mondiale. Un vantaggio grandissimo della rana (condiviso dal
delfino) è la sua simmetricità. Sia le gambe che le braccia
compiono lo stesso identico esercizio negli stessi tempi.
Si può osservare in molti
nuotatori a rana una certa asimmetricità (sopratutto nelle gambe,
cosa comune tra i principianti). Ma la rana fatta come si deve muove braccia
e gambe in modo perfettamente sincronizzato.
In pratica, il nuotatore che ha
un'asimmetria nella forza degli arti (cosa comune per le braccia, perchè
di solito il braccio destro è più sviluppato del sinistro)
tende con un meccanismo di feed-bak a riportare la forza e l'ampiezza del
gesto in modo che sia compensativo della diversità. Ad esempio,
se un nuotatore "tira" l'acqua in modo maggiore col destro, tende a "forzare"
il braccio sinistro in mood che questa asimmetria venga compensata. Come
si vede, è una cosa eccellente sia per chi deve rieducare un arto
operato, ingessato, ridotto all'immobilità o traumatizzato. E per
chi si da anche ad altri sport troppo asimmetrici (es il solito terribile
tennis).
Nella rana classica una parte notevole
della spinta viene dalle gambe. Una certa rana moderna ridimensiona il
loro ruolo, ma resta comunque lo stile che impegna di più le gambe.
Questo è un punto a svafore per chi vuole riequilibrare un altro
sport che gli fa lavorare solo le gambe (calcio, ciclismo...) ma è
vantaggioso per chi le vuole tenere in esercizio.
CONCLUSIONI:
la sua flessibilità (si può fare una rana leggerissima e
tutta aerobia come "tirare" una rana molto dura e anerobia...) ne fanno
lo stile ideale per l'allenamento generico. La sua simmetricità
e la facilità della respirazione ne fanno uno stile facile e naturale.
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