Qui
a destra (fig.1) è illustrato il procedimento per misurare il volume
di suono prodotto da un altoparlante: gli si immette un segnale di volume
costante, e gli si pone davanti un microfono che capta il suono. Se si
fa girare il microfono attorno all'altoparlante (facendogli prendere prima
la posizione 1, poi quella 2), ecco che non si misura sempre lo stesso
volume di suono. Infatti l'altoparlante davanti emette un volume maggiore,
a fianco un volume minore, sia per la forma del cono, sia per la presenza
delle parti che "non suonano" tipo il cestello metallico.
Di solito non si rappresenta l' andamento della pressione sonora in questo modo, ma sotto forma di un "diagramma polare" come quelli sotto (figure 2 e 3). Qui naturalmente si fa compiere al microfono un giro completo, di 360 gradi, e si può studiare come varia il volume del suono al variare dei vari angoli. In pratica non si fa girare il microfono ma l'altoparlante; questo è tuttavia un dettaglio insignificante ai fini pratici. Il principio ispiratore di questi diagrammi non è semplicissimo (quando la linea si allontana dall'altoparlante significa che lì vi è un volume superiore, quando la linea si avvicina significa che il volume diminuisce). Ma per esperienza so che la lettura di questi diagrammi è piuttosto intuitiva, e quindi non mi soffermerò più di tanto. |
fig.1:
misurare il volume
del suono ad angoli diversi |
di un woofer (toni bassi) |
di un tweeter (toni acuti) |
Infatti a 0 gradi la distanza tra la linea e l'altoparlante è la stessa. Ma se si gira attorno alla cassa la differenza diviene enorme: a 90 gradi il volume dei bassi è più del doppio rispetto al volume degli acuti! Questo cosa comporta? Che quando si fanno le misurazioni standard della cassa acustica (in camera anecoica *) la risposta in frequenza della cassa sembra lineare: infatti, se tutte le riflessioni vengono assorbite dalle pareti, il microfono (e l'ascoltatore) posto davanti riceve solo il suono diretto, con eguale volume. Ma se immaginiamo che l'altoparlante sia in un ambiente domestico, dove avviene il fenomeno delle riflessioni descritto, ecco che pareti, soffitto, mobili, ecc. "riflettono" le onde sonore che arrivano dalle varie direzioni, e l'ascoltatore "ricapta" parte di questo suono irraggiato, il cui volume si va a sommare (anche se un po' ritardato come detto nella pagina precedente), si somma -dicevo- a quello del suono diretto. Ne consegue che: il volume prodotto da un altoparlante onnidirezionale
risulta alla fine più elevato di quello emesso da un altoparlante
con unn direzionalità più spiccata (come quello a destra)
anche se il grafico della risposta in frequenza misurata in condizioni
standard è lineare. Un altoparlante ( o una cassa) onnidirezionale
cede alla stanza una quantità totale di suono molto maggiore.
|
Fig.4 - Nell'ambiente reale non conta solo il volume emesso frontalmente, ma conta anche il volume emesso ai lati, perchè riflesso verso l'ascoltatore. --- |
Si potrebbe dire che le frequenze basse sono buttate nell'ambiente in una quantità che è quattro o cinque volte rispetto alla quantità degli acuti. Questa osservazione dovrebbe far riflettere sul significato di una curva della risposta in frequenza misurata senza tener conto di questo fenomeno, che presenta (erroneamente) acuti e bassi come se fossero in eguale quantità. Se la stanza fosse perfettamente riflettente, si avrebbe insomma una risposta in frequenza agli acuti "soffocata" dalla risposta dei bassi. In realtà la stanza non riflette tutto, e parte dei bassi viene
assorbita. Ma anche parte degli acuti viene assorbita, ed anzi i comuni
arredi domestici assorbono più facilmente gli acuti che non i bassi.
Da tutto questo discorso esce per lo meno una conclusione: la risposta
in frequenza di un altoparlante (o di un sistema di altoparlanti) è
pesantemente influenzata dalla stanza in cui viene collocato.
|
fig.5 - diagramma di una cassa in commercio realizzato con una frequenza di 500 Hz.
|
------------------ |