Le due caratteristiche
fondamentali dell'immagine digitalizzata:
la scala dei
grigi, la frequenza di campionamento.
La frequenza
dell'immagine. la risoluzione orizzontale e verticale.
Introduzione
alla legge di Shannon
Per una buona immagine quattro valori non bastano. Dopo alcune ricerche si è visto che per rendere bene l'immagine di fronte alle caratteristiche dell'occhio umano, serve una scala di grigi con 40-50 valori. Nel mondo dei computer si usa spesso una scala con 64 valori, ovvero un numero più che sufficiente per il corretto trasporto delle normali immagini. Ed ecco in figura 1C un'immagine ottenuta con tutti i passaggi di grigio che servono per un suo corretto trasporto. |
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FIG.1a-2 toni
(1 bianco e 1 nero) |
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FIG.1b
questa immagine è fatta con soli 4 toni (bianco, nero e 2 intermedi) |
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FIG.1c
Qui vi sono invece i classici 64 toni di grigio |
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Il numero di valori tra il bianco e il nero è chiamato "scala
di grigi". Se vi è un numero di grigi adeguato, questo non significa
che la situazione dei toni dell'immagine sia corretta. Vi sono 64 passaggi
sia nella fig.2A che nella 2B. Solo, che in A i grigi sono ridotti in "dinamica",
ovvero sono 64, ma tutti vicini al bianco e tutti piuttosto lontani dal
nero. Aumentare o diminuire la distanza tra il tono più nero dal
nero vero e proprio, significa aumentare o diminuire il contrasto. Ma questo
può essere fatto agendo sulla manopola del TV, ai fini della digitalizzazione
questo non conta molto. Spero sia chiara la differenza tra a-l'aggiustamento
del contrasto (la "distanza" tra il nero e il bianco) b-il bilanciamento
dei toni (la distribuzione dei gradi di grigio in modo corretto tra i gradini
estremi costituiti dal bianco e dal nero) e c- il numero dei grigi, ovvero
dei "gradini" della scala di grigi. Si potrebbe dire che il contrasto "stira",
"deforma" la scala dei grigi allungandola o comprimendola, il secondo adegua
la scala tra i due valori estremi, e il terzo rappresenta il numero di
gradini che ha la scala, indipendentemente dalla differenza tra il bianco
e il nero, nella fig. 1B ci sono quattro gradini, nella C ve ne sono 64.
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Sopra, i 64 valori di grigio sono dei gradi equidistanti tra il bianco e il nero. Sotto, i 64 passaggi ci sono tutti, ma i valori assoluti (=la percentuale di bianco e di nero) è a favore del bianco. Si ha un'immagine senza un corretto bilanciamento tonale, che può essere corretto facilmente sul teleschermo ma non così facilmente sul nastro, salvo usare appositi ehnancer. | ||||||||
in
breve...
Per digitalizzare l'immagine occorre misurare ciascun punto, e attribuirgli un numero corrispondente al valore di grigio (se in bianco e nero) o ad un colore (se a colori). Questa operazione viene chiamata conversione analogico/digitale, e alla fine si ottengono dei numeri che rappresentano l'immagine. Come principio generale, una misurazione più accurata (fatta con un grande numero di valori possibili) permette di ottenere un'immagine più accurata. Ad esempio, un'immagine codificata in un milione di numeri viene conservata in nodo più appropriato che non memorizzandola con solo cento numeri. I due parametri essenziali sono: a-la quantità di valori che può assumere ciascun punto (corrisponde ad esempio al numero di grigi che gli possono essere attribuiti) b-al numero di punti che vengono misurati (corrisponde alla definizione, o risoluzione). Viene considerato ottimale un numero di 64 grigi (8 bit) e 16 milioni di colori (32 bit). La risoluzione nella immagini televisive è data da tre parametri: la risoluzione verticale (definita in modo preciso dallo standard televisivo) dalla risoluzione orizzontale (limitata spesso dallo standard di videoregistrazione utilizzato) e dalla risoluzione temporale (definita dallo standard televisivo). La risoluzione del PAL è di 625 linee verticali (non tutte usate per l'immagine). La risoluzione del VHS è di circa 250 linee orizzontali, quella degli standard VHS e Hi-8 intorno alle 400 linee, gli standard professionali (es. Betacam, MII, ecc) si avvicinano e in alcuni casi superano le 700 linee. La risoluzione temporale del PAL è di 25 immagini complete al secondo. |
Questa immagine è l'ingrandimento della figura 1B, e più
precisamente di un punto del casco.
Ingrandendo ancor più l'immagine 1C, (abbiamo preso il passaggio tra il nero e il bianco del casco) si vedono delle caselle, che chiamiamo pixel, parola che sta per "PI-cture EL-ement", ovvero "elemento dell' immagine". I pixel trasportano ciascuno un valore di grigio compreso tra il bianco (in alto a destra, corrispondente al casco) e il nero. Acquisendo la stessa area ma regolando lo scanner per una risoluzione maggiore, ecco che si ha l'immagine 4B. Qui i pixel sono più numerosi, trasportano più dettagli, e l'immagine -vista nell'insieme- appare più definita. Ma si devono gestire più dati: qui, 24 anichè 6. |
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Perchè si è scelto di avere 64 gradazioni di grigio e non 60 o 67? Perchè i computer basano i loro calcoli sui bit, e otto bit formano un byte, vanno a otto ad otto. Con 8 bit si possono misurare appunto 64 valori (8 x 8=64, ovvero 8 bit con 8 possibilità di combinazione). Se si passa a considerare il colore, il concetto non cambia: oltre misurare quanto è scura ogni area dell'immagine, si attribuisce ad essa anche una certo tonalità di colore. Uno standard ragionevole è quello che comprende 256 colori. Dove possibile, oggi si preferisce usare uno standard migliore, basato su un numero di colori uguale o superiore a quello che è in grado di cogliere l'occhio umano. Si è visto che l'occhio è in grado di distinguere circa un milione di colori diversi. Ma per una resa di colore di qualità molto buona ne bastano molto meno, perché l'occhio è capace di discernerli solo davanti ad un confronto quando vengono accostati. Non "ricorda" insomma l'esatta sfumatura di un arancione o di un azzurro visto in precedenza, ma solo se sono confrontati "in diretta". Nel mondo delle immagini per computer lo standard basato sui 256 colori oggi viene considerato di bassa qualità, e ci si sta standardizzando sul livello "true color", a livello di 16.000.000 di colori, che sono oltre il necessario. 16 milioni di colori possono essere trasportati da 32 bit, e lo standard prevede quindi l'uso di quattro "ottetti" di bit. Nelle immagine televisive il colore è trattato in tutt'altro modo; ovvero, non si maneggiano 16 milioni di valori per ogni area, ci mancherebbe. Neanche nelle immagini digitalizzate per il computer si usano 16 milioni di colori. Si usano delle informazioni codificate, partendo dai colori primari (RGB). Ma vedremo questa manipolazioni più tardi, rimandiamo il discorso sul colore e ora concentriamo la nostra attenzione su un argomento che fino ad ora abbiamo lasciato molto nel vago, ovvero quello delle "aree" dello schermo. LA RISOLUZIONE
Qualunque immagine trasporta un numero limitato di informazioni rispetto
all'oggetto che l'ha originata.
In quest'area sono state fatte sei misurazioni, e si è attribuito a ciascuna di esse un valore compreso tra 1 (nero) e 4 (bianco). Nella figura 4b, si vede la stessa area, presa dalla stessa immagine,
ma quando questa immagine è stata ripresa con una risoluzione maggiore;
ovvero, nella stessa area sono state fatte più misurazioni. Il fatto
che vi siano più misurazioni, significa che si "colgono" più
particolari, più dettagli, più variazioni di grigio che corrispondono
(ad esempio) al materiale con cui è fatta la cinghia o alle borchie.
Con poche misurazioni, l'immagine è più "povera" di informazioni
visive, e questo è intuitivo. Tuttavia, al giorno d'oggi da parte
di molti esperti si dà spesso un'importanza eccessiva alla definizione,
ovvero al numero massimo di dettagli che si possono vedere in una immagine.
Vi sono persone che discutono ad esempio se è meglio acquisire un'immagine
ad alcune centinaia di punti per pollice; e magari non ricordano che sullo
schermo televisivo una videocassetta (anche incisa al meglio delle sue
possibilità) magari è in grado di mostrarne meno di dieci.
Per giunta, spesso la differenza qualitativa tra un nastro preregistrato
buono e uno cattivo sta più nel contrasto, qualità del colore,
bilanciamento dei toni e -non ultimo- nel livello di disturbo di fondo,
prima ancora che nella sua risoluzione.
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