I COLORI | ||
I primi monitor per computer
avevano le scritte chiare sullo schermo nero. All'inizio si rappresentavano
solo lettere e numeri, e questi campeggiavano sullo schermo nero generalmente
in colore verde, o in alcuni casi color ambra, a seconda del tipo di fosforo
utilizzato per lo schermo. Ad un certo punto (in casa McIntosh e successivamente
in ambiante Windows) si preferì usare il contrario: di solito il
colore chiaro è rappresentato dallo sfondo, e il colore più
scuro è quello delle lettere. Questo ha un effetto considerato più
familiare (=è come quello della carta stampata o di una lettera
scritta a mano o dattiloscritta) ma tendeva a rendere la lettura molto
più faticosa, perché la vasta area bianca presente sullo
schermo in qualche modo "sfarfalla" . Sul flikering vi sono degli articoli
nell'area del sito dedicato alla multimedialità, là dove
si spiega il funzionamento del cinescopio.
Con l'arrivo di monitor e scheda grafiche più veloci questo inconveniente è minimizzato, ma pure la lettura con un salto di luminanza inferiore tra sfondo e testo risulta comunque più riposante, e anche per questo o le pagine si colorano, o le si mette con scritte chiare su fondo scuro, o si limita la permanenza del lettore con testi brevi. In caso contrario il rischio di affaticamento della vista è sempre presente. Circa la leggibilità del testo, è da tenere presente che ciò che conta non è la diversità dei colori in senso stretto (ad esempio, testo verde su sfondo rosso) ma il salto di luminosità. Ad esempio, può essere ugualmente leggibile un testo rosso scuro su verde chiaro come un testo azzurro chiaro su marrone scuro o viceversa. Mentre il testo è praticamente illeggibile se è in rosso su fondo verde con la stessa dose di luminosità, o azzurro su marrone con la stessa luminosità, ecc. Ai fini della leggibilità conta molto più la luminanza che la crominanza, come si dirà nelle pagine seguenti. |
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