La città

Non è facile decidere cosa indica il nome “Milano”: corrisponde a un Comune con circa 1300.000 abitanti, ad un'area urbana di 3.900.000 abitanti (dato Eurostat), a un'area metropolitana di 7.400.000 abitanti (dato OCSE), ed è una città immersa in una fascia dove (da Torino a Venezia) vive quasi la metà della popolazione italiana.

Questo essere una megalopoli è all'origine di molte gioie e dolori della città. Ad esempio: si devono offrire servizi a molti più cittadini di quelli che ha in carico l’amministrazione comunale, ma (sempre ad esempio) i suoi esercizi commerciali possono contare su un numero di clienti superiore a quelli racchiusi nel perimetro del Comune.
Come accede per tutte le grandi città del mondo, anche Milano ha i suoi vantaggi e svantaggi.

>> Tra i vantaggi troviamo alcuni servizi sociali che vengono classificati tra i migliori d'Italia se non d'Europa (ad esempio, le sue strutture sanitarie, a cui tra l'altro si rivolgono molte persone provenienti da altre regioni: quasi un quarto dei pazienti curati in Lombardia vengono da fuori), la relativa efficienza di alcuni servizi comunali, e così via. E' una città facile da raggiungere grazie a certi collegamenti ferroviari e stradali (in particolare quelli a lunga percorrenza) e ad un trasporto urbano (all’interno della città) tra i più sviluppati d’Italia.

>> Tra gli svantaggi, metto al primo posto il fatto che è una città cara, dove gli alloggi, gli affitti e molti costi sono proibitivi per chi non ha risorse adeguate. L'eccessiva sincronizzazione delle varie attività (soprattutto del commercio e del terziario) produce degli “orari di punta” in cui tangenziali, carrozze ferroviarie (soprattutto quelle da e per l’hinterland, ovvero a breve percorrenza) sono letteralmente intasate. Sembra poco, ma è una delle più comuni cause di stress, e le ore perse negli spostamenti possono essere determinanti per rendere buona o cattiva la qualità della vita di centinaia di migliaia di persone.
Vi sono poi dei servizi tanto scadenti da ricordare vagamente il terzo mondo (es. le ferrovie gestite direttamente dalla Regione Lombardia) altri su cui è meglio tacere (il corpo dei Vigili Urbani…) e poi altre strade e autostrade in molti casi largamente insufficienti (un caso clamoroso è tutta l’area a Nord e Nord-Est fino a Bergamo). Ma si sa che in Italia produrre delle infrastrutture rappresenta una fatica immane un po' ovunque, dalla Val d’Aosta alla Sicilia.
Tra gli svantaggi metto in lista anche l'incuria verso il proprio patrimonio archeologico (distrutto sistematicamente anche in questi anni) e la mancanza di buona volontà verso realizzazioni che potrebbero essere mese in atto con poco impegno e poca spesa (es. le piste ciclabili, ma non è che un esempio). Strana situazione: Milano riesce ad essere più efficiente della gran parte delle città italiane nelle cose più difficili ed ostiche, e de tutto trascurata nelle più facili da realizzare.
Milano sta dunque in bilico su questo curioso equilibrio, tra servizi tipici di città sottosviluppate e altri tra i più avanzati del mondo. Ma pur con tutte le sue contraddizioni giorno dopo giorno Milano continua ad attirare un sacco di persone in cerca di opportunità: potete incontrare moltissimi giovani italiani e stranieri che l’hanno considerata l’unico luogo in Italia o in Europa dove i loro sogni possono realizzarsi.

La storia

Ho sempre notato con sorpresa che questa città viene considerata come un centro moderno, per lo più un riferimento commerciale o industriale, e con poche implicazioni culturali. La realtà è profondamente diversa. Poche città possono vantare una storia così antica e variegata come Milano. Fu capitale dell'Impero Romano d'Occidente, e sede di imperatori che ne fecero una delle città più importanti del mondo conosciuto. C'era un anfiteatro enorme, un palazzo imperiale che occupava gran parte del centro, aveva delle terme grandiose ed era una delle poche città della romanità che avesse un circo.
Proprio qui Costantino accettò definitivamente il cristianesimo, con il cosiddetto “Editto di Milano” del 313, iniziando l’indissolubile compenetrazione tra Chiesa e Impero. A Milano operarono due dei primi dottori della Chiesa (S.Ambrogio e S.Agostino), che gettarono nel bene e nel male le fondamenta della Chiesa. E purtroppo s.Ambrogio contribuì a modellare la Chiesa su una cultura di monolitismo e di intolleranza. Alla figura storica è dedicata una pagina (cliccare qui)

Perché nessuno conosce bene questa storia? Perché la città venne rasa al suolo per ben due volte (dai Goti e dal Barbarossa) e della città antica rimangono solo poche tracce, incredibilmente malgestite e dimenticate anche quelle. Passeggiando per Milano non si vedono insomma le rovine non dico di Roma, ma neanche quelle di Verona o di Brescia, e questo (unito alla citata incuria nella gestione delle antichità) fa dimenticare la sua storia passata. Tuttavia Milano si risollevò dalle distruzioni, e i re barbarici prima e gli imperatori tedeschi poi ricevevano nel medioevo l'investitura a "re d'Italia" a Milano (vedi la cerimonia dell'abbraccio della colonna che c'è a s.Ambrogio nella sezione dedicata all'archeologia)

Divenne un ducato che costituì uno degli stati più ricchi e potenti d'Europa. Ancora Shakespeare doveva aver ben presente questa fama, se (per incarnare la figura ideale di un sovrano sapiente a capo di un regno prospero), creò appunto “Prospero”, il cui nome è un programma, e lo fece (guarda caso) signore di Milano (“La Tempesta”).
Oltre al famoso Duomo, risale a questo periodo la più estesa rete di canali navigabili del mondo d’allora (i navigli).
Il ducato era sempre in tensione coi suoi vicini (soprattutto Venezia a Est) fin che venne invaso dai Francesi (da Ovest) e seguì le sorti degli altri stati Italiani nel periodo della dominazione straniera. Dopo i Francesi gli Spagnoli, fino dominazione napoleonica (Nel 1805 Napoleone volle essere incoronato re d'Italia a Milano) che portò una ventata di riforme, di tasse e di modernizzazione.

E infine con la dominazione austriaca, di cui restano segni tangibili anche nella Milano d'oggi: gli austriaci patrocinarono la costruzione del Teatro alla Scala, la nascita della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, resero pubbliche alcune biblioteche private che sono ancor oggi aperte ai cittadini (La Braiadense), istituirono l'Università, la scuola di Brera (era un convento confiscato ai Gesuiti) modernizzarono l’amministrazione e la gestione del territorio (il famoso, esemplare “catasto”) e resero i loro domini tra i più dotati di trasporti moderni (strade e ferrovie).
Dopo l'unità d'Italia Milano assume un ruolo di secondo piano dal punto di vista politico, ma mantiene una preminenza in ambito economico. Strano destino quello di Milano: ogni tanto distrutta, sempre rinata e -ripartendo da zero- ridiventando una delle maggiori “capitali” di un qualcosa.
Oltre alla centralità che ebbe nei tempi antichi ( 1 capitale dell’Impero romano d'Occidente e 2 capitale di uno stato protagonista in Europa, il Ducato) a cui si è accennato, occorre ricordare che fu una 3 capitale dell' opera lirica nell’800 (lo stesso Giuseppe Verdi è sepolto a Milano nella casa di riposo che lasciò alla città). Fu anche capitale del regno d'Italia secondo Napoleone. Fu una cosa tanto fugace che l'avrei tralasciata, se il dominio napoleonico non avesse impresso una così vistosa caratteristica nella cultura, nei costumi, nelle leggi e negli edifici (dalla facciata del Duomo al Foro Bonaparte). La dominazione austriaca e quella napoleonica contribuirono quindi largamente a gettare le basi del respiro internazionale e moderno di Milano.

Accanto al ruolo nell’opera lirica, negli anni più recenti si è affermata come una delle 4 capitali dello spettacolo: vi sono nate compagnie teatrali di fama mondiale, sia di carattere “ufficiale” come il Piccolo Teatro di Grassi e Strehler o “alternative” come quella di Dario Fo. E –parlando di spettacolo- ricordiamo che proprio a Milano nacque la RAI. Quando ci si accorse della sua importanza venne avvicinata al potere politico, e trasportata a Roma. Ma la TV non abbandonò Milano, sparita la RAI vi è rinata con Mediaset, protagonista del duopolio che ha ingessato la televisione italiana, ma con fatturati e indici d’ascolto che (bene o male) gareggiano con quelli della RAI.

E ancora negli anni più recenti Milano diviene una delle 5 capitali mondiali della moda, e qui inutile spendere parole sul sempreverde Armani, su Versace, su D&G e molti altri. Come si vede abbiamo messo molta carne al fuoco, cercando di disegnare una Milano che non è solo azioni quotate in borsa, banche o commercio: è anche una città che ha contribuito a creare cultura, e di primo livello.
Sull'Opera, il Balletto e la cultura a Milano vi è un'apposita pagina (cliccare qui).

Molto si discute se oggi Milano debba essere considerata una città in declino. Non tocca a me dar ragione o torto agli uni o agli altri. Credo che vi siano segni che favoriscono questo sospetto, altri che ne fanno dubitare. Sia quel che sia, la lunga storia di Milano infonde fiducia: bengovernata, malgovernata o distrutta, è sempre stata in grado di rinascere e riprendersi. E speriamo che sia così una volta di più, ed ogni volta di più.

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note
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.: nota su s.ambrogio
.: nota sulle reliquie
.: nota sulla iconografia
.: nota sui simboli del sole

.: appendice: Milano in bici