parliamo di stitichezza

Molti fisiologi e patologi spiegano l’aumento della stitichezza nei Paesi industrializzati affermando che ciò è dovuto al raffinarsi dei cibi impiegati per la dieta. In particolare, si afferma che la dieta basata su cibi molto elaborati, in cui viene eliminata la parte meno nutritiva, porta ad una diminuzione delle scorie (delle fibre) che sono uno degli elementi che aumenta il transito nell’intestino.  
A dire la verità il discorso non è così semplice, o per lo meno, occorre tener conto (per spiegare la stitichezza) anche di altri fattori.  

METTIAMO A FUOCO LA DIETA 

La dieta incide molto sulla stitichezza, ma occorre tenere conto anche degli altri fattori che sono stati descritti, ed in particolare l’abitudine all’evacuazione regolare, associata a certi eventi (es. la colazione al mattino, un bicchiere d’acqua dopo che ci si è alzati, una sigaretta…). 

Anche l'aumento dell'attività fisica ha un effetto che favorisce la regolarizzazione dell'intestino. Non vi sono approfondimenti da affrontare in questa sede, ma tenetene conto come di un elemento molto ma molto importante. 

Quindi, non puntata slo alla dieta ma anche ad elementi di contorno: coltivate l'abitudine alla regolarità dello svuotamento ed evitate la vita sedentaria. 

Una volta considerato questo, non si può che ribadire quanto già detto varie volte in questo sito: la dieta ricca di fibre può avere degli effetti mirabolanti. Aggiungere più verdura, usare alimenti integrali, eccetera, può avere degli effetti risolutivi sulla stitichezza... 
Se le fibre non bastano, si può pensare di ricorrere a dei lassativi. 

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IL METODO (ovvero, come passare dalla cura alla guarigione) 

Sono molte le persone che (utilizzando i vari  lassativi) vedono regolarizzare il ritmo, e si ritengono soddisfatte. In realtà il problema non è per nulla risolto. 

In primo luogo, sarebbe già seccante se si dovesse andare avanti per tutta la vita a ingoiare pillole o cucchiaiate di vaselina.  

Ma non sarebbe niente a confronto di un problema ben più grave: quello dell'assuefazione. Qualunque lassativo tende a generare abitudine; e quindi l'utilizzatore è portato ad uamentare la dose, fino a quando ci si rende conto che il lassativo non fa più nulla. 

Davanti a questo problema si consiglia spesso (e a sproposito) di variare il lassativo prima che si instauri l'assuefazione. Il sugerimento è sbagliato a mio modo di vedere perchè l'assunzione dei lassativi non deve essere considerata la solzuione, ma una fase nella stetegia più generale che deve puntare alla guarigione. Come dire che (davanti ad un'influenza o alla sifilide) si pensi di risolvere il caso dando un antibiotico per sempre, anzichè cercare di far passare la malattia.  

Quindi, occorre sempre pensare di lavorare in due fasi distinte:  
nella prima si prendono dei lassativi per cercare di andare in bagno a intervalli regolari (ad esempio, al mattino).  
Poi ci si sforza di ridurre il lassativo ma di continuare con quel ritmo, sforzandosi insomma a mantenere l'abitudine che si è acquisita. 
Sopratutto in questa fase occorre aiutarsi con l'aggiunta di alimenti dal contenuto abbondanet di fibre (questa è comunque una dieta sana) e di evitare di condurre una vita sedentaria.  

E' possibile che questa fase debbe richiedere più di un tentativo, e che sia lunga. In questa fase è consigliabile (se si prolunga) anche variare il lassativo per evitare l'assuefazione, in luogo dell'aumentare la dose sempre dello stesso. Ma conviene sempre e comunque considerare l'assunzione di un lassativo come una fase che punta lala regolarizzazione naturale del ritmo... 
 

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