Nel nostro tempo le "reliquie" richiamano da vicino chiese e santuari.
Tuttavia l'utilizzo e la venerazione di qualcosa che assomiglia alle nostre
reliquie è vecchio come il mondo. A volte la venerazione dei resti
aveva a che fare con i corpi di una persona cara o di un grand'uomo (magari
grande per la sua sola ricchezza, ma che solo per questo poteva avere per
una tomba memorabile).
Ma a volte la venerazione di queste spoglie mortali veniva ritualizzata e
rappresentata da feticci o oggetti simbolici. Tale è l'uso dei “Lari”
e “Penati” romani, che in qualche modo fanno capo al culto degli
antenati onnipresente nel mondo. Nella civiltà romana gli antenati
non potevano essere seppelliti in casa, a causa delle rigide leggi sulla sepoltura,
che imponeva l'inumazione dei cadaveri fuori le mura. Ecco allora che si tenevano
in casa, si veneravano e si portavano in giro delle loro rappresentazioni
più o meno aderenti al significato diretto di culto dei morti, e alla
fine dell'anno i parenti si scambiavano simboli dei trapassati durante l'anno.
Il cristianesimo ha sempre avuto uno stretto legame con i testimoni della fede trapassati (apostoli, martiri, ecc), tanto è vero che le celebrazioni erano (e sono) officiate su tombe. Anche qui,con le trasformazioni millenarie, la tomba può essere anche divenuta solo simbolica e ridotta ai minimi termini: sotto le tovaglie dei nostri altari vi è una pietra in cui è cimentato una qualche frammento di reliquia, e quindi si celebra sempre su una reliquia, e l'altare è sempre una tomba. Addirittura per le “messe da campo” (all'aperto, su altari improvvisati) si ricorre a delle piccole tovaglie che portano incorporata una piccola reliquia. In modo da celebrare su una tomba anche se l'altare è costituito da un tavolino da bar.
L'uso più antico delle reliquie da parte dei cristiani parte proprio
dalle celebrazioni sulle tombe dei martiri e dei santi. Ancor oggi gli altari
vengono infatti “trasformati” in una tomba più o meno simbolica
tramite l'inserimento di una qualche reliquia. Se si scostano le tovaglie
degli altari presenti nelle parrocchie, si può verificare la presenza
di un sepolcro in miniatura, una pietra con una reliquia. Naturalmente questo
non è necessario in quei grandi santuari, cattedrali e basiliche dove
un santo è inumato sotto l'altare oppure nella cripta al piano inferiore;
ma comunque a perpendicolo sotto l'altare. Tra i mille esempi di altari costruiti
sopra una tomba (anziché essere costituiti da una tomba) vi è
quello della basilica di S.Francesco d'Assisi, di S.Pietro in Vaticano, di
sant'Ambrogio a Milano, e così via.
Al di là del culto dei santi e martiri, l'esplosione del culto delle
reliquie religiose come le conosciamo oggi si ha comunque ai tempi di Costantino.
Il cosiddetto "Editto di Milano" del 313 è una tappa fondamentale
nello sviluppo del nostro cristianesimo. Troppo spesso si parla di questo
momento storico come quello della concessione del culto ai cristiani. Ma non
è così: voglio far notare che Costantino non concede tolleranza
ai cristiani, ma si rende subito protagonista del cristianesimo, e da subito
compenetra cristianesimo ed impero in un mix inscindibile, che dura fino ai
giorni nostri. Riempie di ricchezze la chiesa, molti pensano che volesse farne
uno strumento di governo, ma probabilmente la cosa non è così
semplice, l'analisi di questa persona porta a credere nella sua sincera devozione
verso il dio dei cristiani. Questo mescolarsi di cristianesimo e impero non
deve stupire: all'epoca non vi era certo il concetto di separazione tra religione
e stato, proprio in quella civiltà romana dove l'imperatore Costantino
(e quello che è molto strano, perfino qualche suo successore cristianissimo!)
si trascinava dietro il titolo di pontefice massimo, carica che resta comunque
nella titolatura ufficiale.
Costantino in questo contesto
si fa dunque attore indiscusso nell'ambito della religione cristiana. Giudicandolo
con la mentalità di oggi qualche volte ne abusa un pochino, ma spesso
si tiene sorprendentemente distaccato in modo da non immischiarsi in faccende
ecclesiastiche. Lo fa notare ad esempio il Jones (The Late Empire, edito in
Italia da Il saggiatore) quando afferma che Costantino evita di interferire
nella nomina dei vescovi in modo sorprendente per la mentalità d'allora.
Per indicare com'era la mentalità dell'epoca, quando sorsero delle
questioni teologiche all'interno della chiesa, per decidere chi aveva ragione
si ricorse all'imperatore, come oggi si ricorrerebbe al papa, salvo (come
più probabilmente accadrebbe oggi) che sia il papa o i suoi funzionari
a decidere in via preventiva sui torti e sulle ragioni senza attendere il
ricorso.
D'altro canto Costantino non esita a farsi promotore delle fede, ad un certo
punto pare del tutto ossessionato dalla difesa dell'ortodossia e quindi dal
combattimento contro le eresie, quasi che le questioni teologiche siano un
problema primario nell'amministrazione dell'impero. Costantino si riserva
letteralmente un ruolo importante nel disegno divino, afferma chiaramente
la sua responsabilità di cui è investito direttamente da Dio,
viene lodato come un uomo che ha con Dio un rapporto privilegiato, e si autodefinisce
"il vescovo dei non credenti".
Le reliquie come un palladio che protegge la
città
In questo contesto ecco
l'esplosione delle reliquie, del loro numero, dei loro ritrovamenti, della
loro considerazione, quasi di pari in passo con la loro improbabilità.
La madre di Costantino (Sant'Elena) è una delle massime artefici del
fenomeno. Acquisisce qualunque oggetto gli venga propinato come una reliquia
relativa alla vita di Cristo. Al giorno d'oggi qualcuno si chiede come facevano
a fargli bere delle storiacce incredibili, proprio a lei che era stata (come
riferisce sant'Ambrogio) una stabularia, pare che sia stata un'ostessa...
insomma fargliela a una ostessa non dev'essere stato facile... Ma la fede
e il desiderio di reliquie fanno miracoli, in senso letterale. Questa santa
donna pare desiderare le reliquie come se queste fossero un modo per farle
rivivere (a distanza di qualche secolo) e farla partecipare agli eventi della
nascita, predicazione, passione e resurrezione di Cristo.
Negli anni costituisce un patrimonio enorme di reliquie, alcune delle quali
hanno un rapporto diretto con la Passione (dalla vera croce alla corona di
spine, dalla colonna della flagellazione alla lancia con lui il mitico Longino
avrebbe trafitto il suo costato) oppure un legame più tenue o fugace
con la vita di Cristo (a Costantinopoli era conservato il parapetto del pozzo
presso il quale Cristo chiese da bere, è ancor oggi custodito come
reliquia uno dei 30 denari che Giuda avrebbe ricevuto come compenso per il
suo tradimento, ecc. ecc. )
Queste reliquie diventarono
da subito uno degli aspetti fondamentali di una città: una città
era tanto più importante quante e quanto importanti erano le reliquie
che poteva conservare. Per queste reliquie si costruivano enormi chiese, espressione
di quello sfarzo e di quel gigantismo architettonico che era così tipico
del tardo impero romano. Le reliquie erano un potente talismano, avevano potere
apotropaico, concedevano grazie ai fedeli e vittorie agli eserciti, venivano
a volte portate in battaglia, poste in posizioni strategiche o portate in
processione avevano il potere di formare recinti sacri, e così via.
Si narrerà più tardi del manto della Madonna (il Maphorion)
che veniva portato in processione lungo le mura per proteggere Costantinopoli
dagli assalti dei Turchi, fortificandole. Oppure del panno di Edessa con l'immagine
di Cristo che (se esposto sulle mura) avrebbe dovuto rendere imprendibile
la città. Fin che fu presa, ma pazienza. E' curioso il fatto che si
radunavano reliquie anche piuttosto improbabili e irragionevoli pure per l'epoca:
Costantino fu sepolto in mezzo alle tombe dei 12 apostoli. Ma i resti di questi
stessi apostoli erano venerati anche altrove... Poi quella chiesa crollò
(di cattivi architetti ve ne erano anche allora) e non si seppe più
nulla né dei resti di Costantino né di quelli degli apostoli.
E' un peccato irreparabile per la storia, ma almeno questo problema della
duplicazione delle tombe è risolto.
Questo intersecarsi tra la venerazione di una reliquia della passione o della Madonna (più tardi di altri santi) e la sua funzione magica, di protezione della città, è uno degli aspetti più caratteristici che conduce la storia delle reliquie facendo loro attraversare i millenni. Venezia stessa non sarebbe stata Venezia senza le spoglie di San Marco, Bari senza quelle di San Nicola (che ha generato l'attuale Babbo Natale) e così via. Altre città dovettero accontentarsi di molto meno: la grande concorrente di Venezia, Genova, si accontentò del vassoio su cui fu posta la testa del Battista e poco più.
Sant'Ambrogio al contario fu invece portato a strafare: fece costruire attorno a Milano quattro basiliche, quasi a difendere la città tramite una croce o (se volete) un quadrato magico: la Basilica Martyrum (ora di S.Ambrogio, a Sud-Ovest) la Basilica Apostolorum (ora san Nazaro, a Sud-Est), la Basilica Prophetarum, poi San Dionigi (non è rimasta traccia, a Nord-Est dalle parti dell'attuale porta Venezia) e della basilica Virginum (ora S.Simpliciano, a Nord-Ovest).
D'altra parte (come si diceva) possedere un santo importante era essenziale proprio per la struttura delle città. Questo santo protettore era l'importazione nel cristianesimo del palladio, il feticcio che proteggeva magicamente la città. E quindi era parte della città, che doveva avere un patrono come doveva avere la cattedrale, le mura o il foro.
come procurarsi una reliquia
Dunque le reliquie erano dunque tanto importanti da essere comprate e vendute,
rubate, regalate, restituite e persino date come caparra, prestate o regalate.
Piuttosto che restare senza era meglio anche inventarsele, per cupidigia o
in buona fede.
1-Le reliquie (senza mezzi
termini) erano spesso un importante bottino di guerra (un caso fra tutti,
le reliquie dei Magi prese dal Barbarossa a Milano e portate in Germania).
Non ci si chiedeva perché certi santi che avevano protetto così
male Milano avessero da proteggere meglio Colonia.2-Il furto e le scorrerie
effettuate proprio allo specifico scopo per impossessarsi di certe reliquie
o corpi santi sono uno degli aspetti tanto comuni quanto sorprendenti per
noi moderni. Quando non si andava d'accordo su una ripartizione o ce n'era
pressante bisogno, si ricorreva al furto o anche alle “guerre di reliquia”.
Le città più importanti fanno a gara per avere un santo più
importante delle altre. Anche tra i santi vi è una enorme differenza,
non si deve pensare che uno valga l'altro, un grande santo era una maggior
garanzia rispetto un santo da quattro soldi. E (in più) la città
o la regione si sarebbe sentita ancor più protetta se ci fosse stato
un santo particolarmente ben disposto a far miracoli: davanti a un grande
miracolo il santo poteva spodestare i patroni precedenti (che si davano meno
da fare) e divenire il patrono principale. E' il caso di Santa Rosalia a Palermo.
Oppure, quando si trattava di vincere delle battaglie, sarebbe andato bene
anche un santo particolarmente inclinato alla guerra. Il 23 maggio 844 fu
visto addirittura l'apostolo Giacomo (Santiago) che durante una battaglia
presso il castello di Clavijo, nella Rioja, faceva strage di nemici su su
un magnifico cavallo bianco. Per questo assunse il titolo di “matamoros”.
E' curiosa notare la simmetria con il racconto coranico degli angeli vestiti
di rosso che (in epoca precedente) danno una mano proprio ai nemici di San
Giacomo (i musulmani) e con il loro intervento rovesciano le sorti della battaglia.
Naturalmente non tutti i santi erano così spregiudicati, la più
parte si doveva limitare a intercedere presso Dio per i propri fedeli o per
la città che ospitava il proprio corpo, che fosse stato portato lì
con le buone o con le cattive.
3- Comprare e vendere. Un grande impulso alla venerazione delle reliquie fu dato dalle crociate. Molti pellegrini tornavano dalla Terra santa portandosi dietro reliquie più o meno credibili. Più meno che più. E' infatti immaginabile come (a fronte di un mercato così ricco) ingenuità e ingordigia l'abbiano fatta da padroni. Arrivò in occidente un po' di tutto, e non è difficile immaginare che in mezzo a tutta questa mercanzia è del tutto improbabile che vi sia stato (ad un millennio di distanza) qualcosa di autentico. Ma la compravendita di reliquie non è un fenomeno medioevale, arriva fino ai nostri giorni. Ricordo di aver visto reliquie in vendita sulle bancarelle fuori dai santuari, e questo commercio impara a cavalcare i mezzi più avanzati: potete trovare reliquie in vendita perfino su Ebay.
4-Un esempio di caparra è
quello della corona di spine che fu data in pegno in cambio di un sacco di
soldi sonanti dati in prestito effettuato dal re di Francia all'impero di
Bisanzio durante il periodo latino. L'imperatore Baldovino II non riuscì
a restituire i soldi e il piissimo re si tenne la corona di spine. Per dare
degno ricetto in Francia a questa reliquia fu costruito uno dei gioielli assoluti
dell'architettura gotica: la sainte Chapelle. Per rendere l'idea della somma
enorme che costò ai francesi la corona di spine, tenete conto che fu
trattenuta contro la somma di centotrentacinquemila lire tornesi. Per paragone,
l'intera costruzione della Sainte-Chapelle costò quarantamila lire
tornesi. Una splendida chiesa che costò dunque quasi otto volte di
meno rispetto ai quattro rami rinsecchiti della corona, su cui oggi nessuno
scommetterebbe avere neanche una lontana parentela con la corona che fu posta
in capo di Cristo. Queste cifre ci dicono quali erano le somme in gioco, e
perché spesso era più spiccio rubare una reliquia che comprarle...
5-Un caso di prestito è
quello di Enrico V d'Inghilterra, che si fece portare a corte il sacro prepuzio
(che sarebbe stato il prepuzio di Cristo) per proteggere la nascita di colui
che fu Enrico VI, avuto da Caterina di Valois (1421). Questo prepuzio aveva
fama di proteggere la fertilità, la gestazione e i parti. Alla fine
la reliquia fu restituita.
6-Vi è persino qualche caso di restituzione. Negli anni '50 del XX secolo parte delle reliquie dei Magi (che erano state portate via da Barbarossa) vennero restituite e passarono dal duomo di Colonia a san'Eustorgio di Milano. Ltro caso: nel 2004 papa Giovanni Paolo II ha restituito al patriarca di Costantinopoli parte dei corpi di S.Giovanni Nazianzieno e S. Crisostomo. Le prime erano state certamente un bottino di guerra, sulle seconde non si è sicuri di come siano arrivate in occidente ma di certo prima erano in oriente, lascio quindi a voi scegliere se si tratta di una restituzione o di una donazione.
7-Già, perché non mancano neanche le donazioni. Come nel caso di Santa Rosalia, patrona di Palermo. Fu eletta a protettrice della città siciliana nel XVII secolo, perché fece scomparire la peste. A distanza di qualche anno la peste scoppiò anche a Pegli (Genova) e parte delle reliquie furono traslate da Palermo a Pegli, dove compì lo stesso miracolo facendo scomparire anche qui la peste e dove (anche qui) è ancor oggi è venerata come patrona della città. Questa generosità nel donare reliquie pare strana, ma non apparirà così strana se si tien conto che ad autorizzare il trasporto fu il vescovo di Palermo, allora un Doria, appartenente al famoso casato ligure.
La conservazione delle reliquie
Alcune reliquie sono esposte
ai fedeli, che possono vederle, invocarle o toccarle. In molti casi sono ed
erano riposte in appositi luoghi ben chiusi e protetti, e magari esposte solennemente
in caso di festa (es la ricorrenza del santo...) o in caso di necessità
(l'eruzione di un vulcano, una malattia contagiosa, la minaccia di un conquistatore...).
Vi sono contenitori preziosi sia per la conservazione ordinaria sia (quando
è il caso) per il loro trasporto processionale o esposizione al pubblico.Le
reliquie hanno quindi generato dei reliquiari di varia foggia e uso.
I primi “reliquiari” erano semplicemente le tombe con i corpi
dei santi. Le cerimonie cristiane potevano essere celebrate su queste tombe,
e gli altari conservano una certa relazione con la tomba.
Furono costruiti altari sulle tombe (uno tra mille: quello “della confessione”
sul luogo dove per tradizione è sepolto San Pietro in Vaticano). Spesso
il corpo del santo veniva tumulato appositamente in una cripta sotto l'altare
maggiore posto nella basilica sovrastante. Fu sant'Ambrogio a introdurre in
occidente l'uso di traslare solennemente i corpi dei santi tumulandoli sotto
l'altare: la prima azione di cui si ha notizia riguarda i corpi di Gervasio
e Protasio in quella che divenne nell'attuale basilica di sant'Ambrogio (vedi
figura). Lo stesso Ambrogio venne tumulato poi assieme a questi due santi.
Santi Gervasio e Protasio (oggetto della prima traslazione avvenuta in occidente)
a cui è stato aggiunto il corpo di sant'Ambrogio. I martiri portano
le insegne del martirio (vesti rosse, corona e foglia di palma), il vescovo
porta le insegne episcopali (mitria, paramenti...). Milano, cripta della basilica
di sant'Ambrogio, dopo vari rimaneggiamenti, nella sistemazione ottocentesca
Gli altari continuarono ad essere dei veri reliquiari, al punto che vi fu posta una finestrella (la “confessionis”) in cui potevano essere riposte le reliquie quando ne venivano aggiunte di nuove per potenziare la santità delle chiesa (e quindi la protezione della città) o per maneggiare quelle antiche. Più tardi queste finestrelle divennero dei ripositori delle reliquie mobili, ad esempio quando non erano esposte o portate in processione, e quindi venivano conservate dentro l'altare.
Esempio di repositorio di reliquie, in forma di tempietto incorporato nel retro del tadizionale altare maggiore di una chiesa (ovvero non dal lato dei fedeli ma dal lato del coro). Notate la croce che sormonta le palme (simbolo dei martiri) e le lettere RR SS, raddoppiamento con significato di plurale. (Sta per qualcosa tipo “Reliquiae Sanctorum”, reliquie dei santi)
Queste reliquie generarono
anche dei preziosi reliquiari mobili, che consentivano di portarle in giro
per processioni o simili, e gli si davano le fogge più fantasiose:
1-in forma di grandi statue di metallo prezioso, ricoperte da metallo prezioso,
ornate da preziosi di ogni genere, ornate con doni da parte di grandi personalità
(come la croce tra le mani di S.Carlo nel duomo di Milano offerta da Maria
Teresa d'Austria) o dai fedeli che donavano catene, anelli, spille e ornamenti
soprattutto per per chiedere grazie o per grazie ricevute. Molte statue sono
corredate da corone d'oro e vestite da abiti preziosi sia di stoffa che di
metallo, come sant'Jago di Compostella che ha in manto d'argento, baciato
dai pellegrini.
2-A volte i corpi santi venivano conservati da reliquiari che essi stessi
erano tombe molto preziose (di nuovo il caso di S. Carlo che giace esposto
alla venerazione in un reliquiario fatto di cristallo di rocca legato in argento
dono di Filippo di Spagna.
3- Se la parte del santo è di piccole dimensioni, spesso i reliquiari
erano fatti a forma di ostensorio, nel senso che vi si potevano inserire le
reliquie e mostrarle così alla venerazione dei fedeli.
4-In molti casi il reliquiario assume la forma delle parte anatomica che vi
è inserita: il corpo di sant'Agata a Catania è distribuito in
sette reliquiari ciascuno a forma di gamba, braccio, testa, ecc.
Da notare che qui viene conservato anche un velo (rosso cupo, reliquia di
seconda classe) di origine incerta, che viene usato per fermare le eruzioni
dell'Etna.
5-Da segnalare infine i reliquiari a forma di scrigno, magari molto prezioso,
e quelli di tipo architettonico, che imitano un monumento, un tempietto, una
chiesa o qualcosa del genere. (es. quello del corporale di Orvieto). Alcuni
di questi reliquiari sono considerati delle grandi opere d'arte (uno fra tutti,
il busto reliquiario di s.Rossore, opera del Donatello.
In molte chiese ancor oggi vi sono dei busti di vescovi (spesso di legno dorato, rivestiti in argento o direttamente in materiali più o meno nobili) che vengono posti alternativamente ai candelabri sull'altare: quindi sei candelabri e quattro busti. Su questi busti vi è sul petto una teca o finestrella in cui viene posta la reliquia. Concludo ricordando che questi reliquiari (come per le reliquie) non riguardano solo santi e martiri, ma possono essere relativi a personaggi illustri. Famosissimo è il prezioso reliquiario-busto di Carlo Magno conservato nel tesoro di Aquisgrana. Ma anche dei reliquari, della loro forma e utilizzo se ne parlerà diffusamente in un capitolo apposito.
IL PALLADIO COS'E'?
Non vi è concordanza su cosa si debba intendere per palladio. Alcuni lo ritengono corrispondere a delle pietre cadute dal cielo, altri che corrisponda a vari feticci leggendari, come quello di Napoli che sarebbe stato sepolto da Virgilio in un'ampolla di vetro.
La versione classica è che si tratti di una statua di legno della dea Atena (corrispondente più o meno alla Minerva romana). Questa statua sarebbe stata scaraventata da Giove sulla terra, e in particolare a Troia, dove fu custodita in un importante santuario.
La reliquia aveva una fama consolidata: avrebbe protetto la città da ogni assalto.
Siccome sappiamo fin dalle elementari che Troia fu presa, ecco che bisognava escogitare qualcosa per giustificare questa mancata protezione: la versione più accreditata è che il palladio sia stato rubato da Ulisse e Diomede aiutati da complici troiani.
Come per le più insigni reliquie cristiane, anche per questo palladio più luoghi rivendicarono di possedere quello autentico, per lo meno dopo l caduta di Troia.
Vi è la versione per cui fu rubata solo una copia, e che Ettore fuggendo da Troia la portò a Roma. Ed infatti il palladio a Roma era custodito gelosamente dalle Vestali. In questo caso non si spiegherebbe perchè Troia fu presa non ostante il palladio, che a questo punto non varrebbe un gran chè: non si capirebbe perchè Ettore si sia dato la briga di portarlo fino a Roma nè perchè le Vestali lo custodirono con tale cura..
Costantino ne collocò uno sotto la colonna nel foro ovale di Costantinopoli, su cui era presente la propria statua.
Vista l'incertezza nel definire la natura, la storia e la collocazione del vero palladio, oggi con questo nome si definisce qualunque talismano posto a protezione di una città.
Il ruolo che (in epoca cristiana) fu affidato alle spoglie di un grande santo, oppure a una insigne reliquia di Cristo (il panno di Edessa) o della madonna (il maphorion di Costantinopoli). Ora si comprende che più la garnde reliquia assomigliava al palladio, più sicuro era il suo ruolo. Visto che era la rappresentazione di una dea, meglio che fosse la reliquia di un santo molto importante (un apostolo, un evangelista...) Assomigliava più al palladio classico anche se fosse arrivato in loco grazie ad un qualche intervento di Dio (tramite un prodigio insomma), come il palladio pagano arrivato a Troia per intervento di Giove.
A dir la verità anche allora si poeva ben dubitare che questo palladio (o queste reliquie) davvero proteggessero la città e la rendessero invincibile: non c'è un solo caso (a partire dalle citate Troia, Edessa, Roma, Costantinopoli...) in cui una città che -pur protetta- prima o poi non fu presa. Non resta che immaginare che -nel dubbio- fosse sempre meglio avere un palladio in più che uno in meno...
sta che immaginare
e qu
alcune forme di conservazione delle reliquie
1-reliquiari di varia foggia (a scrigno, a ostensorio, a tempietto...
2-a forma di busto del santo o della parte anatomica custodita. Curiosa in quest'ambito l'usanza di esporre i "quattro vescovi" alternati alle sei candle prescritte.
3-dentro negli altari, o a perpendicolo soto gli altari, in un locale sottostante (cripta)
4-in un repositorio posto dentro (spesso dietro) un altare. Questo modo è molto efficace perchè quando presenti trasfomano l'altare in una tomba (e quindi adatto alla celebrazione). Però si possono facilmente asportare per l'esposizione ai fedeli, processioni, ecc.
5-vi sono macchine speciali per particolari circostanze: tra queste strutture mobili per solenni processioni, e la curiosa "nivola" usata nel duomo di Milano per trasportare su e giù il santo chiodo.
Sopra: esempio di alcuni reliquiari di varia
foggia. Si notio i reliquieri a forma di tempietto o di scrigno prezioso,
in forma di quadri (a destra), e (in basso) il corpo esposto in un'urna.
Sotto: un reliquiario a forma di busto, la reliquia è posta in una
finestrella sul petto.
il repositorio posto nel corpo dell'altare, che viene così assimilato a una tomba, incorporando i resti di un santo.
Esposizione dei "quattro vescovi" (evangelisti). Si tratta di reliquiari a forma di busto che vengono alternati alle sei candele prescritte. La piccola reliquia è a livello del reliquiario dorato posto sul petto.