PARTE PRIMA
_____________________________________________________________________________

CLASSIFICAZIONE E NORME ECCELESIASTICHE SULLE RELIQUIE

Il termine reliquia (dal latino reliquiae, resti) indica genericamente i resti, ovvero ciò che resta, di un defunto, sia esso

1-un santo o Gesù (es. le reliquie della passione: croce, corona di spine, ecc.)
2-un uomo famoso (gli occhiali di Rossini, i guanti di Napoleone, una lettera di Salvador Dalì...)
3-una persona cara (l'anello di matrimonio della mamma, la foto dello zio...)

In mezzo a questa grande varietà di “resti”, i più delicati sono senza dubbio le spoglie mortali, ovvero il corpo, parti di esso o quel che resta del corpo (le ceneri).

Quindi, queste reliquie possono a loro volta essere:

1-il corpo del trapassato o sue parti. Per i santi questa suddivisione in parti è una cosa relativamente comune, data la grande sete di reliquie che si aveva soprattutto in passato. Essendoci più domanda che offerta, chi deteneva il corpo completo di un santo era portato a cederne una parte per
generosità verso i confratelli o per imposizione ecclesiastica oppure per pressione o imposizione di qualche potentato laico) a un nuovo santuario, convento o chiesa, che poteva divenire così a sua volta un centro di pietà, acquisire fama e importanza e (non da ultimo) generare pellegrinaggi. Si è già detto che le reliquie in certi casi possono essere considerate come l'importazione dentro il cristianesimo della consuetudine pagana di costituire un feticcio (il palladio) a protezione della città. Vi sono degli usi che suggeriscono che queste vengano impiegate anche come “santificazione”, “consacrazione” di un luogo, a potenziamento di una consacrazione o benedizione. Addirittura ci sono seri indizi che certi santi siano stati generati da un qualche “genius loci” precedente, e quindi un'ennesima cristianizzazione di forme di culto pagane.
Un caso tra mille è quello di re Desiderio che fa portare da Montecassino a Leno (BS) il radio di san Benedetto per la consacrazione della locale abbazia (758). Non si è sicuri che le spoglie di Montecassino siano quelle di san Benedetto: qualcuno ritiene che siano quelle autentiche, altri che sia sepolto in Francia, ma tant'è: sterili le polemiche secolari sulle reliquie del santo, l'importante è che la nuova abbazia abbia una reliquia ritenuta importante che consolidi la sua consacrazione.

Queste parti del corpo sono tanto più pregiate quanto hanno a che fare con un grande santo, ma (cosa non secondaria) quanto più hanno a che fare con la specificità del santo. Ad esempio, per Sant'Antonio da Padova, grande predicatore, la reliquia più ambita è senza dubbio la lingua. Sarebbe meno pregiata la reliquia degli occhi. Il contrario per santa Lucia, che per una consolidata tradizione (anche se del tutto priva di risconti storici) dovrebbe essere stata martirizzata (tra l'altro) con la rimozione degli occhi. La lingua di santa Lucia sarebbe quindi meno pregiata di quella degli occhi.
Questo smembramento è più raro in ambito laico, ovvero per quel che riguarda i personaggi che non sono dei santi, ma anche qui ogni tanto lo si riscontra. In particolare non mancano vari casi in cui il cuore di un personaggio famoso viene isolato e posto altrove rispetto al resto della salma. E' il caso di “reliquie laiche” a volte si usa staccare una parte del corpo. Ad esempio, vi è una tradizione polacca molto antica di porre il cuore di un personaggio insigne (re, poeti, musicisti) in luoghi dove possano essere venerati. Tra questi basti ricordare il cuore del poeta Adam Mickiewicz, o quello del famoso compositore e pianista Chopin. È stato chiesto anche il cuore di papa Giovanni Paolo II (Wojtyla). L'uso di asportare il cuore e porlo in un reliquiario non è del resto una tradizione locale polacca, ma largamente usato anche altrove, si veda (tra i tanti) il cuore di don Orione morto a Sanremo nel 1940.
Uno dei "reliquiari laici" più tipici è quello del compositore Grétry: la sua salma è sepolta nel cimitero parigino di Père-Lachaise, ma il suo cuore è dentro la sua statua di bronzo di fonte all'Opera Royal de Wallonie, nella sua città natale (Liegi).
Reliquie non religiose – parti anatomiche staccate - La statua di Grétry con nel basamento il cuore (Liegi).

2-oltre al corpo vero e proprio, o parti di esso, vi sono “resti” religiosi e laici che possono costituire delle reliquie. Possono essere oggetti usati dal defunto con continuità (gli occhiali di Rossini) oppure in una precisa circostanza (es i guanti che Napoleone usò durante una certa battaglia) o ancora per un impiego che ha lasciato tracce delle storia, come il tavolino su cui Francesco Giuseppe firmò un atto di guerra, il pianoforte su cui Verdi compose l'Aida... Vi è l'uso comune (al punto da essere un uso popolare) che arriva fino ai giorni nostri, ma che ebbe un grande diffusione in passato) è la conservazione di lettere, gioielli, ciocche di capelli. Quando queste cosa sono appartenute a una persona importante le possiamo vedere esposte al pubblico in un qualche museo (ad es. la ciocca di capelli di Lucrezia Borgia conservata nella Biblioteca Ambrosiana di Milano). Altrimenti il resto può essere conservato semplicemente come ricordo di un amico o persona cara.

Anche in ambito religioso questi “resti “ dei santi che non fan parte del corpo possono essere i più vari: dal cilicio (o parti di esso) che il santo usava per far penitenza, fino alla croce che invocava nella sua cella, passando per un'infinita varietà di “resti”, dalle vesti alle varie suppellettili.
Sono reliquie queste ultime considerate meno “sante” di quelle costituite dal corpo stesso, ma più importante è il santo, più il loro valore spirituale prende quota.
- Un ruolo particolare in quest'ambito sono le reliquie connesse con la Passione di Cristo: la vera croce, il santo graal, la lancia di Longino, la corona di spine, e così via.
- Nell'ambito degli oggetti che hanno avuto a che fare con un martire, hanno un posto d'onore anche gli attrezzi o le macchine che sono state usate per il loro martirio (tenaglie, ruote chiodate, strumenti di tortura e infine scuri o quant'altro).

3-Vi sono delle reliquie che sono state “fabbricate”dopo la morte, definite come tali, ma non per questo possono essere meno preziose o importanti. Sono ad esempio i calchi ottenuti dalla persona subito dopo la sua morte in mood da conservare la forme del volto, delle mani, ecc. Ad esempio vi è il calco in gesso delle mani del direttore d'orchestra Arturo Toscanini, morto nel 1957, conservato al Museo Teatrale della Scala.

In quest'ambito è molto diffusa la conservazione delle “maschere funerarie": visto che il cadavere si decompone, si conserva un calco (positivo) del volto del trapassato. Sul volto del morto si applica una sostanza molle (es cera) che assume la forma in negativo. Dentro questo stampo si versa una secondo sostanza (es. dopo aver bagnato lo stampo, altra cera, oppure gesso o composti plastici vari) che forma un modello positivo del volto del defunto.
L'uso di queste maschere funerarie è vecchio come il mondo, e vale come rappresentazione, immagine del defunto (dalla famosa maschera funeraria d'oro del faraone Tutankamon a quella di Agamennone re di Troia) anche se non necessariamente queste maschere sono ricalcate sul volto ma solo ispirate in modo più o meno accurato al defunto. Anche l'immagine è in qualche modo una reliquia, ma questo argomento in questo testo viene solo accennato.
Le maschere tratte dal volto del defunto potevano essere strettamente regolamentate, nel senso che non tutti potevano conservarle. In epoca romana la maschera era un diritto-privilegio dei nobili (Seneca, Lettere 44,5) i quali, mostrando molti volti di cera, potevano così vantare molti antenati illustri e quindi affermare la loro antica nobiltà. Questa raccolta corrisponde a quel che divenne nei secoli successivi la “galleria degli antenati”: più la sequenza di quadri era lunga, più se ne era orgogliosi. Tra le mille maschere funerarie non religiose si può ricordare il calco del volto di D'Annunzio (1938)

4-Qui si apre il grande capitolo delle reliquie “per contatto”, che (non ostante la loro grande diffusione) saranno trattate in modo molto breve. Si tratta di reliquie che divengono tali perchè hanno toccato il corpo (contatto diretto) o anche un'altra reliquia. Ad esempio, può appartenere a questa categoria un lenzuolo su cui è stato deposto il santo, o una veste appoggiata sul santo dopo la sua morte, un fazzolettino sfregato sul sarcofago del santo, un panno che è entrato in contatto con un vestito del santo e così via all'infinito. Si tratta naturalmente di reliquie minori, ma a volte sufficienti a placare la sete di reliquie da parte di un fedele.

Si è visto che queste reliquie possono essere tanto cristiane quanto pagane. L'uso delle reliquie ad uso religioso del resto non è appannaggio del solo cristianesimo. Vi sono religioni, come quella buddhista, che le tiene in grande considerazione. Senza contare le mille religioni soprattutto antiche che usano e venerano le reliquie, per lo più costituite da corpi o parti di questi (cranio, ecc)
È curioso notare che a volte queste reliquie cristiane e laiche erano mescolate. Ad esempio, nel basamento della grande colonna di Costantino del foro ovale di Costantinopoli, assieme ad alcune (improbabili) reliquie cristiane come il vaso d'unguento con cui furono unti i piedi di Gesù, i cesti che contenevano il pane moltiplicato miracolosamente o l'ascia con la quale Noè intagliò l'arca, vi era anche il palladio, la statua di una divinità pagana, che Enea avrebbe portato via da Troia e che era stata la protettrice di Roma. Immagino che questo sia frutto del pragmatismo di Costantino: se la città non fosse stata beata o protetta adeguatamente dalle reliquie cristiane, ci sarebbero sempre state di scorta quelle pagane.


Molti cattolici ritengono, attraverso le reliquie, di poter chiedere più efficacemente l'intercessione del santo a cui esse sono connesse. Così, ad esempio, la persona che domanda una grazia, per sé o per altri, può visitare il luogo in cui la reliquia è custodita, e (se permesso) toccarla o baciarla. E' tradizione ad esempio il conferimento del bacio delle reliquia da parte dei fedeli durante certe cerimonie, o (nel Santuario di Compostella) vi è la tradizione di salire fino alla statua di sant'Jago, abbracciarla da dietro e baciare il manto d'argento. A Roma vi è la tradizione di baciare il piede di una statua bronzea di S.Pietro che da questa usanza ha in piede consumato, ecc. ecc. Nel caso di malati, la reliquia può essere messa a contatto con la parte malata. Oltre alle reliquie si possono usare allo stesso scopo medagliette o immagini del santo, specie se benedette.

le prescrizioni ecclesiastiche

Una forma particolare di culto che incrociò la propria strada con l'uso delle reliquie fu quella delle immagini sacre. L' iconoclastia assunse diverse forme e correnti di diversa radicalità. Una parte moderata della controversia non impediva la possibilità di venerare le immagini di Cristo o dei Santi, ma contestava il potere taumaturgico o miracoloso di una specifica immagine. Terminata (almeno all'interno della chiesa cattolica) questa controversia, il culto delle immagini è concesso solo in quanto rappresentazione del Cristo, degli angeli o dei santi. Il culto delle reliquie è considerato dalla Chiesa cattolica una forma di religiosità popolare [1].
Credo che sia evidente che anche le immagini sono una reliquia, nel senso che sono un “resto” del defunto. Al giorno d'oggi, con le tecniche fotografiche e l'enorme diffusione delle immagini riprodotte, è un tipo di reliquia ha preso molto piede. Non è difficile immaginare che nella case la foto della buonanima appesa nel tinello o in camera da letto rappresenti una forma di reliquia, tanto è vero che non raramente questa è ornata da fiori o addirittura da lumi. Con il progredire della tecnologia possono essere considerate reliquie anche altri ricordi, tra cui riprese video.

Secondo la chiesa cattolica il culto pubblico delle reliquie religiose è permesso soltanto per le reliquie che si riferiscono a santi o a beati riconosciuti ufficialmente tali dalla Santa Sede; tali oggetti devono essere autenticati, e tale facoltà compete esclusivamente ai cardinali, agli ordinari e ad altri ecclesiastici, espressamente autorizzati.
In pratica però vi sono luoghi, immagini, tombe e reliquie che mantengono presso molte persone un "potere" proprio, individuale. Non è raro imbattersi in atti di fede che consistono nel pellegrinaggio o venerazione di una particolare immagine, reliquia o santuario, inteso questo come luogo dove si conserva qualche immagine specifica o reliquia rilevante che hanno un potere diverso dalle altre rappresentazioni dello stesso santo.

In passato sono state vendute o trafugate decine di migliaia di reliquie. Tali abusi sarebbero oggi severamente vietati dalla Chiesa, ai sensi dell'articolo 1190 del Codice di Diritto Canonico. Ma non ostante questo la suddivisione e la vendita delle reliquie non è dle tutto scomparsa. L'articolo del Diritto Canonico ha tuttavia avuto l'effetto di limitare l'evidente abuso che si faceva un tempo di queste reliquie, oggetto di scandalo da parte di varie persone, sia nei secoli scorsi (presso gli illuministi o -più indietro- all'epoca delle Riforma) sia molto più indietro: il poeta Cristoforo di Mitilene narra che furono trovate 10 mani di san Procopio, 15 mandibole di san Teodoro, 8 piedi di san Nestore, 4 teste di san Giorgio e quant'altro.

Classificazione ufficiale delle reliquie cattoliche

La chiesa cattolica classifica le reliquie che riconosce degne di culto in tre grandi classi: [2]

Reliquie di I classe:
1- oggetti associati alla vita di Cristo (parti della Santa Croce, chiodi della crocifissione, la culla, la mangiatoia in cui fu deposto nel natale, la sindone, ecc.),
2 - corpi dei santi o loro parti (corpi interi, oppure denti, ossa, capelli, lingua, mano, sangue, ecc.).
Fin dai tempi più antichi viene data la precedenza in quanto a preziosità a quelle dei martiri, sulle tombe dei martiri di officiava presso i primi cristiani.
Anche tra gli santi vi è una gerarchia: sono considerate più preziose quelle di sani vicini a Cristo (San Giacomo) o che ebbero vasta risonanza (s.Francesco, o San Benedetto, anche se non si sa bene quali siano le sue vere reliquie)
Delle parti dei corpi hanno maggior rilievo quelle legate a qualche atto o proprietà specifica del santo. Come ad esempio l'indice della mano di San Giovanni Battista conservato a Firenze con il quale egli avrebbe indicato re Erode accusandolo. Se si tratta di teologi famosi, la parte più pregiata potrebbe essere la testa, come sede del loro pensiero (es. San Tommaso d'Aquino), se si tratta di predicatori diviene pregiatissima la lingua (sant'Antonio a Padova), Molto comuni le parti che divengono pregiate di altre perchè hanno a che fare col martirio (es. i seni di Sant'Agata, i denti di santa Appollonia... Vi sono comunque parti più pregiate del corpo semplicemente perchè ritenute più nobili in ciascun corpo umano (es. la testa, il cuore..) rispetto ad altre ritenute genericamente meno nobili (gli intestini, le unghie, ecc)


Dentro la classe, la chiesa le classifica a seconda della provenienza:

ex ossibus - dalle ossa
ex carne - dalla carne
ex corpore - dal corpo
ex praecordis - dallo stomaco o dall'intestino
ex piliis - dai peli (solitamente capelli, barba o baffi)
ex cineribus - dalle ceneri (in caso in cui il santo sia stato bruciato)
ex tela imbuta sanguine - da stoffa imbevuta di sangue
ex tela imbuta cineribus - da stoffa cosparsa di ceneri
ex lignum Crucis (dal legno della croce di Cristo)

Reliquie di II classe:
Corrispondono a vesti o oggetti correlati col santo. Quindi tuniche, mantelli, saio, vesti lirturgiche, ecc. E poi gli oggetti che il santo usava abitualmente (corona di rosario, inginocchiatoio, crocifisso, libri, ecc.), oppure che ebbero un ruolo puntiforme ma qualificante il santo stesso (es legato a un miracolo effettuato in vita che ne rivela o rafforza la santità)


Anche qui vi è un'ulteriore suddivisione a seconda della provenienza:
ex pallio - dal mantello
ex velo - dal velo
ex habitu - dall'abito
ex indumentis - dai vestiti
ex arca sepulchralis - dalla tomba
ex veste - dall'abito talare
ex fune - dalla corda (che gli appartenenti ad alcuni ordini religiosi regolari portano attorno alla vita sopra la veste)
ex cilicio - dal cilicio

Reliquie di III classe:

Sono gli oggetti entrati in contatto con reliquie di I classe.Spesso sono tessuti in cui fu avvolto il corpo del santo, parti della bara, e perfino urne o reliquiari in cui fu conservato a lungo il santo o parti di esso.

Reliquie di IV classe: Sono le reliquie al gradino più in basso della scala, ovvero sono quegli oggetti entrati in contatto con reliquie di II classe, tipo contenitori che custodivano oggetti del santo, tessuti entrati in contatto con vesti o cose del genere.
Da notare che la dicitura "ex indumentis" potrebbe portare a pensare che si tratti di indumenti del santo. In realtà potrebbe essere semplicemente un oggetto (stoffa) entrata in contatto con gli indumenti del santo.

Cenni storici

1-In età romana le reliquie in senso classico erano sostanzialmente i corpi dei martiri delle persecuzioni dei primi secoli. I corpi venivano obbligatoriamente sepolti nei cimiteri fuori le mura o (in città come Roma) in apposite catacombe, perché secondo la legge romana applicata piuttosto rigidamente non si potevano tenere i morti dentro il perimetro delle città. A volte parti della salma venivano asportate e conservate in altri luoghi, e questo sembrava più tollerabile. Tra questi esempi, il cranio di Alessandro, vescovo di Roma e vissuto a cavallo tra il I e il II secolo.
Un grande impulso si ebbe dopo il cosiddetto editto di Milano del 313, col quale Costantino autorizzò il cristianesimo. In breve si permise la sepoltura di santi, martiri e altro nelle chiese, in quanto molte furono le eccezioni alle leggi romane.
Ma occorre anche dire che molte chiese e basiliche oggi in città vennero costruite in periferia (quindi le sepolture erano effettuate fuori le mura) e poi (con l'espandersi della città) furono inglobate nel tessuto urbano. All'epoca di Costantino si deve la prima basilica di San Pietro in Vaticano fu costruita sul luogo dve si troverebbe il corpo dell'apostolo. Allora era fuori città oggi è in centro. Un'altra città in cui si verificò tipicamente questo fenomeno è Milano, dove sant'Ambrogio fece erigere delle basiliche su aree cimiteriali (quindi fuori le mura) e che oggi consideriamo in centro (san'Ambrogio). In questi anni la madre dell'imperatore, Elena, si recò a Gerusalemme e vi avrebbe ritrovato diverse reliquie della Passione di Gesù, che vennero collocate in grandi basiliche soprattutto a Gerusalemme e a Costantinopoli, ma anche in altre città.

2-Tuttavia il medioevo, con la sua passione per il "magico", può considerarsi l'epoca d'oro delle reliquie: i santuari che ospitavano le reliquie più venerate erano importanti mete di pellegrinaggio (un caso clamoroso fu Sant'Jago de Compostela); la presenza di grandi reliquie significava, per la città o il santuario che le possedeva, prestigio e protezione nel mondo spirituale, e un importante ritorno economico in quello materiale, sia per le ingenti offerte che per l'afflusso di pellegrini e il loro indotto (fiere, manifestazioni, ecc)
Questa coincidenza è sospetta: di molte reliquie non è possibile avere una storia tracciabile che risalga alla loro origine. (es. l'epoca di Gesù, di Salomone o addirittura di Noè) mentre queste stesse reliquie appaiono sulla ribalta proprio nei momenti in cui massima è la loro richiesta, la relativa devozione e il conseguente guadagno. Non bisogna tuttavia pensare che questa sete di guadagno sia sempre il motore principale e cosciente: la sete di reliquie faceva parte della fede dell'epoca. Su questa scoperta continua di reliquie e lo sfruttamento della credulità popolare giravano storielle ironiche anche una volta.
Una delle novelle più divertenti del Decamerone del Boccaccio, la decima della sesta giornata, descrive già nel titolo l'uso strumentale che i religiosi ne facevano: frate Cipolla promette a certi contadini di mostrare loro la penna dello àgnolo Gabriello; in luogo della quale trovando carboni, quegli dice esser di quegli che arrostirono san Lorenzo [3].

3-La riforma protestante respinse il culto delle reliquie.
Martin Lutero lo definì, negli articoli detti di Smalcalda (1537):
“senza fondamento nella Parola di Dio, non […] comandata, né consigliata”.
Giovanni Calvino scrisse il Trattato sulle reliquie citato in questo testo, in cui egli condannava duramente le forme di idolatria di cui erano oggetto
all'epoca della riforma protestante e nelle guerre di religione del XVI e XVII secolo mlte reliquie furono distrutte.

In risposta alla riforma protestante, la Chiesa cattolica intervenne per mettere un freno agli abusi: il Concilio di Trento istituì una severa regolamentazione, in base alla quale l'autorizzazione al culto di una reliquia era subordinata all'esistenza di una documentazione che ne provasse o l'autenticità o quantomeno l'esistenza di una lunga tradizione. Tutti i reliquiari utilizzati nelle chiese cattoliche devono portare il sigillo e l'autenticazione dell'autorità religiosa competente.

4- Durante la rivoluzione francese e, durante le guerre napoleoniche vi fu un'altra ondata di distuzione delle reliquie. In particolare molte reliquie italiane furono proprio distrutte o disperse dai soldati di Napoleone che assaltarno chiese e conventi. Ad esempio, dispersero per strada le reliquie di santa Giulia a Brescia. Oggi però in questa città è ancora presente un altare con inumata santa Giulia. Come mai? Si racconta che dei devoti seguirono di nascosto i soldati e raccolsero le ossa della santa. Questi sono casi eccezzionali: molte reliquie andarono perse definitivamente. Unica consolazione, quanto ribadito più volte: molte erano semplicemente false.

(segue)

Note
1. ^ dal Catechismo della Chiesa cattolica, 1674-1675:
1674 Oltre che della liturgia dei sacramenti e dei sacramentali, la catechesi deve tener conto delle forme della pietà dei fedeli e della religiosità popolare. Il senso religioso del popolo cristiano, in ogni tempo, ha trovato la sua espressione nelle varie forme di pietà che accompagnano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni, la « via crucis », le danze religiose, il Rosario, le medaglie, ecc.
1675 Queste espressioni sono un prolungamento della vita liturgica della Chiesa, ma non la sostituiscono: « Bisogna che tali esercizi, tenuto conto dei tempi liturgici, siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra liturgia, derivino in qualche modo da essa, e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano ».
2. ^ The Catholic Source Book A Comprehensive Collection of Information about the Catholic Church ISBN: 015950630
3. ^ Giovanni Boccaccio, Decamerone, Giornata VI Novella X

 

 

parte prima


introduzione
la classificazione delle reliquie (questa pagina)
abbozzo ad un elenco delle reliquie più rilevanti
SEGUE >> elenco delle reliquie più rilevanti