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ll'inizio la riproduzione sonora utilizzava un solo altoparlante. Il risultato era quello che era: allora come oggi, col suono che esce da un solo altoparlante, è come ascoltare un concerto stando davanti ad una parete con un buco di 20 o 30 cm di diametro, giusto il diametro del cono dell'altoparlante. Ben presto ci si accorse che mettendo davanti all'ascoltatore non un solo diffusore, ma due o tre (come già sperimentato negli anni '30), l'ascolto migliorava di molto, perchè  le sorgenti sonore (i "buchi" da cui usciva il suono)  si diffondevano su tutta la parete anteriore. Quindi il "fronte sonoro" aumentava, e l'ascoltatore aveva l'impressione di essere davanti ad una scena sonora più vasta, come avviene nella realtà. Si sperimentò l'uso di tre, quattro, molte casse. Un paio di casse (una a destra e una a sinistra) risulta essere una condizione qualitativamente accettabile e dal costo ancora umano. Anche se i diffusori erano più di uno, il programma musicale che andava alle varie  casse  era lo stesso, e quindi si era ancora nell'era monofonica. 
Dopo un po' di tempo si introdusse la stereofonia. 
In questo caso si usarono due canali (chiamati A e B, oppure L e R, oppure  SINISTRO e DESTRO). Questi due canali erano formati dalla registrazione di due programmi distinti, raccolti da due o più microfoni diversi, posti  in due posizioni diverse. E riprendevano così il suo da due angolazioni, da due punti di vista diversi. Riproducendo i due canali insieme ma con due diversi diffusori, si aveva una spazialità ancora migliore rispetto ai  diffusori mono.... 

la terza dimensione

Non molto tempo dopo si iniziò a pensare ad espandere l'area d'ascolto non solo nelle due dimensioni (stereofonia) ma anche nel senso della profondità, immergendo l'ascoltatore nel suono, grazie all'adozione di uno o più canali posteriori. 
Il suono non avrebbe dovuto insomma essere solo anteriore, ma avvolgere l'ascoltatore da ogni parte. 
Poco dopo il boom dell'Hi-Fi, si propose infatti non più solo la stereofonia, ma la "quadrifonia". Quattro canali: sinistro, destro, sinistro posteriore e destro posteriore. La quadrifonia non ebbe successo per ragioni commerciali. 
Oggi si usano due sistemi: o quello che impiega più diffusori posteriori senza avere degli standard speciali (=si diffonde la stereofonia su tre quattro diffusori), e il Dolby Surround. 
 
 

I diffusori posteriori...

Molte persone si sono accorte che aggiungendo due ulteriori diffusori al proprio impianto Hi-Fi il suono migliora. E non di rado milgiora di molto.  In qualche modo questo espediente aumenta l'effetto presenza, il suono diventa più vivo, quasi tangibile. Acquista una spazialità nuova ed offre emozioni più immediate. 
Il collegamento si opera con facilità, e nella scorsa pagina si è visto che può essere fatto in parallelo (la soluzione più comune), in serie o in modo misto. Si sono anche viste le due cose da tenere d'occhio: i valori di impedenza e la polarità delle connessioni. Con questa semplice soluzione sorgono però due problemi. 

primo problema: il buco al centro

In primo luogo, aggiungendo due canali posteriori, lo spettatore si proetta ancor di più a metà strada tra i due canali, e tende a sentire il suono che viene da destra  e da sinistra, lasciando un certo "buco" al centro. 

Per ovviare a questo inconveniente si può provare ad avvicinare tra di loro i due diffusori anteriori. Si fanno alcuni tentativi, riposizionando il tutto. E poi si decide qual'è il miglior compromesso tra spazialità (che vorrebbe il fronte sonoro ampio) e uniformità (che vorrebbe il fronte più concentrato...). 

Una seconda possibilità sarebbe quella di "chiudere" il fronte sonoro con un terzo altoparlante, collegato come in figura 1. E' un collegamento particolare, che porta all'altoparlante la componente di entrambi i canali, ed è quindi "svincolata" dalle peculiarità direzionali contenute nel segnale musicale che va al diffusore sinistro e  destro anteriori. Quindi questo terzo diffusore "unisce" molto il centro, amalgamando le parti comuni presenti nel suono dei due singoli canali. 
Una ulteriore possibilità offerta da questo collegamento consiste nell'usare questa terza cassa non come canale anteriore centrale, ma come canale posteriore. Disponendo questa cassa dietro l'ascoltatore si ha il vantaggio di rimpire il buco al centro e di aumentare l'effetto presenza del fronte sonoro, portandolo verso l'ascoltatore... 
 

secondo problema: l'efficienza.

Vi è anche un problema molto più complicato. Se si pongono in una stanza quattro diffusori uguali, l'ascoltatore tende a sentire come "più forte" il suono emesso da quelli più vicini. Di solito quelli più vicini sono proprio i diffusori posteriori, che dovrebbero servire di "appoggio" a quelli principali, giusto giusto per spostare in avanti il fronte sonoro... e quindi non dovrebbero essere quelli dietro ad essere i predominanti. 
Una cosa intelligente consiste nello scegliere dei diffusori diversi: quelli anteriori più efficienti, e quelli posteriori più piccoli e più "duri" da muovere, in modo che quelli anteriori riacquistino il loro giusto predominio... 
Questa è una ottima soluzione, ma come si può essere certti che il dislivello di efficienza sia proprio quello voluto? Non è una cosa facile. 
Ed eccoci alla soluzione finale: si può fare in modo di regolare il volume dei diffusori posteriori. Questa regolazione si chiama "fade". Ma qui iniziano altri problemi: ad esempio, sull'amplificatore vi sono mille regolazioni (bilanciamento, toni, ecc) ma il fade non c'è. Non si può neppure usare un paio di potenziometri  perchè questi varierebbero il carico in impedenza sui morsetti dell'amplificatore. In altre parole, dando più o meno volume agli altoparlanti posteriori, cambierebbe il carico di impedenza generale, formato (sia nella conformazione in serie che in quella in parallelo) da tutti gli altoparlanti in gioco. 
Le soluzione sono diverse: 

A usare un amplificatore supplementare per i canali posteriori. 
Eccellente idea: si collega un ingresso (es. AUX o TUNER...) del secondo amplificatore all'uscita REC OUT di quello principale, ed ecco che i due sistemi di altoparlanti (anteriore e posteriore) sono del tutto indipendenti. Si può regolare il volume dei diffusori anteriori, abbassare quello dei posteriori, e -sopratutto- fare il contrario, cosa che non può essere fatta con glia ltri sistemi che verranno illustrati. Si può tenere acceso un sistema, spegnere l'altro... insomma, una vera meraviglia! 
Qual'è il problema di questa soluzione eccellente? Naturalmente, nel costo di un secondo amplificatore, che non è cosa da poco, sopratutto se è buono. Non di meno questa è senza dubbio la soluzione migliore. 

B usare gli L-PAD. 
 mVi sono in commercio dei dispositivi particolari, adatti proprio a regolare il volume degli altoparlanti. Sichiamano L-pad". Sono dei potenziometri, e per loro natura tenderebbero a interporre una resistenza tra l'altoparlante e i morsetti dell'amplificatore. Ma per la loro particolarità costruttiva offrono all'amplificatore sempre la stessa impedenza, indipendentemente dal volume a cui è tenuto l'altoparlante. 
Per le particolarità del collegamento si rimanda ai folgietti illustrativi (più o meno esaurienti) che vengono allegati dai costruttori. 
tenete solo conto di valutare bene le potenze in gioco, e di non far lavorare insomma con altoparlanti da 200 W con L-pad studiati per gli altoparlantini che diffondono la radio nelle stanze d'albergo... 

una scelta particolare

Si torni per un momento alla figura 1. Vi si vede un diffusore collegato in modo molto particolare. Si è già detto di come questo collegamento porti a notevoli vantaggi, qualora questo diffusore sia posto dietro l'ascoltatore. Ma non è sempre facile mettere una cassa dietro un ascoltatore: spesso dietro la poltrona vi è il muro e basta, oppure non vi è uno spazio sufficiente per collocare la cassa nel modo migliore. 
Qual'è la soluzione? Semplice: al posto di un diffusore come quello in figura A, mettetene due, in serie tra di loro. Quindi, il collegamento dovrebbe essere: 

1-cavo dal morsetto + dell'ampli al morsetto - del diffusore post sinistro 
2-cavo dal morsetto + del diffusore post. sinistro che va al morsetto - del diffusore post destro 
3-cavo che al morsetto + del diffusore post destro va all'altro morsetto + dell'ampli. 
Questa configurazione offre dei grandi vantaggi: 
a-mantiene un discreto carico in ohm sui morsetti dell'amplificatore 
b-abbatte l'efficienza dei diffusori posteriori, il coi volume in questo modo è adeguato. 
c-unifica posteriormente il fronte sonoro (porta solo la componente comune ai canali L e R) e quindi "avvicina" soggetivamente l'ascoltatore ai due diffusori principali, incrementando l'effetto presenza 
d-consente di usare una coppia di altoparlanti con una potenza massima più bassa di quella parincipale, in quanto la potenza erogata è minore. 

Tenete conto della possibilità di fare questo tipo di collegamento. Provate, e vedrete che il coinvolgimento sonoro migliorerà, e a volte in modo impressionante! 

la scelta

Vi sono dunque molti buoni motivi per provare ad aggiungere un paio di casse supplementari ad un impianto Hi-Fi. Ma come devono essere queste casse? Ciascuno tenderà ad acquistare delel casse meno costose possibile. Quindi, si potrebbe pensare di risparmiare in termini di potenza massima applicabile. Questo è molto corretto, a patto cheil tipo di collegamento che si va a fare tenga conto di questa potenza. Quindi, OK ad una coppia di casse che tiene la metà della potenza della coppia principale se il collegamento è come quello descritto nel paragrafo precedente. OK anche se il collegamento prevede due L-pad (fig.2)  purchè il volume di questi regolatori sia tenuto basso, e la potenza usata con parsimonia. In molti casi si potrà sacrificare anche la risposta in frequenza. Per quanto detto nelle puntate precedenti, l'individuazione della direzionalità del suono è affidata ai medio-acuti, e non ai bassi. Quaindi, se in casa avete una quantità di bassi sufficiente, non serva ggiungerne altri. Le casse supplementari sposteranno il fronte sonoro apparente lavorando solo sui medi e acuti, e l'immagine stereo resterà perfetta, senza interferenze nella gamma bassa. 
Questa particolarità è un vero sollievo per tutti: poter sacrificare i bassi consente di far cadere la scelta su casse con un ingombro che è la metà della metà di quelle che hanno bisogno di basseria. 
Quello che è bene tener presente è che la seconda coppia di casse può avere tutte queste limitazioni, ma non può averne una: non deve avere limitazioni pesanti nella qualità del suono riprodotto. 
Quaindi, sìai compromessi quanto potenza e risposta in frequenza, ma nessun compromesso per quel che riguarda la distorsione e in generale la qualità della riproduzione. 
In conlusione, sì a casse limitate (anche pesantemente) sì a casse specializzate nelle gamme di frequenza interessate (medi e medio acuti, in primo luogo...) ma per favore non buttatevi sulle prime casse che trovate, magari anche fregiate da un marchio sconosciuto. Sopratutto dopo il boom dei computer multimediali, vi sono in giro casse dalla qualità deplorevole.... 

 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 riassunto della puntata precedente:

L'aggiunta di ulteriori diffusori a qualunque fonte sonora (televisore, impianto Hi-Fi, ecc.) può comportare  un coinvolgimento emotivo profondamente diverso e in generale molto migliore.. Si partecipa in modo più intenso ad un film come all'ascolto della propria musica preferita...
Il collegamento di ulteriori diffusori (sempre possibile) può essere effettuato in due modi: in serie o in parallelo. Nella puntata precedente si sono discussi vantaggi e svantaggi di ciascuna di queste due soluzioni. 
 

Fig.1 = Ecco un esempio di un collegamento speciale, adatto ad aggiungere ai due canali stereo un canale centrale. I due capi della terza cassa vanno ai due morsetti positivi dell'amplificatore. In questo caso non basta che i collegamenti siano simmetrici, occorre proprio individuare i morsetti colo segno +, col rosso o con un contrassegno equivalente, perch' glia ltri due morsetti potrebbero essere semplicemente collegati tra di loro (massa).
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Figura 2 = Ecco come si inseriscono gli L-pad. I dettagli del collegamento vanno riferiti al folgietto di accompagnamento dei singoli modelli in commercio. E' importante attenersi scrupolosamente sia alle modalità di collegamento che alle potenze suggerite dai costruttori. 
 
   
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