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I RELIQUIARI

I reliquiari possono essere a forma di ostensorio architettonico, o assomigliare a un ostensorio a raggera, con decorazioni varie al posto dei raggi.

Vi è una tradizione che consiste nel forgiare i reliquiari anche nella forma del pezzo anatomico che contengono (es. un braccio d'argento che contiene il braccio del santo).

Una forma curiosa dei reliquiari (qualunque sia la parte anatomica custodita) consiste nel costruire un busto del santo, e di porre la reliquia dietro una finestrella sul petto.

Sono abbastanza comuni i busti di metallo (di solito argento o composto simile) di quattro vescovi con mitria, da porre sugli altari, inframezzati dai sei candelabri prescritti dal rito romano per le messe solenni.

Qui, una soluzione analoga ma in legno dorato.


IL COLOR PORPORA

Il colorante viene estratto da uno o più murici (conchiglie che vivono nel Mediterraneo). Plinio che -in un brano relativamente famoso- descrive la conchiglia e (sommariamente) l'estrazione del colorante, chiama questi molluschi semplicemente "le porpore". (*)
L'estrazione è un procedimento lunghissimo e laborioso, e per tingere una quantità anche modesta di tessuto si richiede una enorme quantità di molluschi. Per questo (non certo per la rarità del mollusco) si tratta di un colorante molto costoso, riservato per questo ai grandi ricchi e re. Il colorante viene usato per conferire il color porpora a tessuti vari (es. lana). All'inizio sono rimasto molto sconcertato nel raccogliere le testimonianze in lingua originale su questo colore. Si trovano descrizioni che l'approssimano al violetto, altre all'indaco, altre più sconcertanti, ad esempio: "color porpora come il mare in tempesta". Come si concilia il colore del mare in tempesta col colore che siamo abituati a vedere nei film di Hollywood addosso a Nerone? Mi sono dato varie spiegazioni possibili.
Nel procedimento lungo e laborioso di cui sopra (che le risparmio per brevità) si creano in effetti più colori, uno corrispondente al color porpora come lo immaginiamo, uno azzurrastro. Si potrebbero quindi ottenere coloranti più o meno pregiati a seconda di come sono più o meno rossastri. E' anche vero che nella preparazione le misture più diluite sono più azzurrastre, e quelle più concentrate rossastre. Anche qui sarebbe dunque una scala di colore... legata alla scala di prezzo!
E' in fase di verifica una mia terza ipotesi: nella sua preparazione vengono utilizzati dei composti che non sono neutri dal punto di vista del pH (sopratutto aceto), e potrebbe aversi un qualche fenomeno di "tornasole".
In ogni caso, le vesti colorate con la porpora furono da sempre sinonomo di potere e ricchezza: la Bibbia parla di persone "vestite di porpora e di bisso" ad indicare i vestiti più lussuosi e costosi dell'epoca.
Nell'antica Roma la porpora aveva una valenza regale: data la fobia dei romani verso questa forma di potere, si regolamentò con cura il suo impiego: i senatori potevano indossare il laticlavio, ovvero una striscia di porpora larga, mentre ai cavalieri era concessa una striscia più stretta. Quando la repubblica trapassò (almeno nella sostanza) nel principato e nella monarchia, l'imperatore non ebbe naturalmente ostacoli nel vestirsi di porpora. Anzi la porpora venne estesa a chi lo circondava (es. ai "Cesari", ovvero ai successori designati da parte dei regnanti, ovvero gli "Augusti", che li cooptavano al potere) e venne perfino abbandonata: si ricorda una famosa descrizione di Costantino con un alto diadema, una parrucca multicolore e un abito lungo di seta cangiante. L'incoronazione dell'imperatore divenne un rito complesso in più fasi, in cui la parte culminante era il suo sollevamento sugli scudi da parte dei legionari. Ma fin da questo momento "prendere la porpora" corrispondeva all'elevazione imperiale. Ad esempio: "Costantino nacque in Tracia, fu allevato politicamente presso la corte di Nicomedia, raggiunse suo padre morente a York, lì prese la porpora (illegittimamente) e invase l'Italia calando dall'Inghilterra, più o meno come un invasore straniero che scese e conquistò Roma (mai vista prima) con le armi."
La diffusione della porpora a più persone che partecipavano al potere, concentrò l'esclusiva imperiale (per lo meno a Costantinopoli) sui calzari rossi, esclusivi dell'imperatore o dei co-imperatori (Augusti).

LA PORPORA DEI CARDINALI

Non esiste un'ordinazione cardinalizia, come non esiste un'ordinazione papale. La dignità sacerdotale nel cristianesimo è quella di vescovo, che partecipa a questa in modo limitato i preti o presbiteri (all'inizio gli anziani delle varie comunità). Papa e cardinali non sono ordinati ma sono solo nominati. Il vescovo di Roma (data l'importanza storica delle città) è il papa, e i cardinali sono i titolari delle chiese di Roma (vescovi, preti e diaconi) che hanno diritto di votare la nomina di qualcuno a vescovo di Roma, ovvero a papa. Quindi, possiedono non una dignità sacerdotale (anche se poco fa furono ordinati tutti vescovi) ma una dignità elettorale. Anticamente i vescovi venivano nominati (e poi consacrati) nei modi più vari, famosa l'elezione di Ambrogio a Milano, acclamato dal popolo quando non era neanche battezzato. Con l'andar del tempo l'elezione del vescovo di Roma dall'acclamazione della folla (e relativi tumulti e anche omicidi) passò al solo clero, e qui nacque il "collegio cardinalizio". Man mano il papa acquisì prerogative regali, questo collegio (che lo coadiuvava nel governo delle chiese di Roma) assunse (e tutt'ora detiene) il nome di "concistoro", ovvero assunse il nome del consiglio che coadiuvava gli imperatori romani, e che per rispetto stava in piedi (concistoro da "consistorium", da consistere= stare in piedi). E come l'imperatore concesse la porpora ai suoi eredi, così il papa concesse l'uso della porpora ai cardinali. C'è da dire che i papi non temevano di eccedere, alla riscoperta dell'antico Egitto non esitarono a fregiarsi con flabelli processionali e dei fanoni fatti con "denti" di balena sulla scia dei faraoni, ed è noto che si incoronavano con una calotta su cui erano montate non una ma tre corone regali. Ma non è detto che a distanza di secoli o millenni il colore delle vesti dei cardinali corrispondano al color porpora, indica solo la cooptazione al collegio cardinalizio.
Ed eccoci alla conclusione: il color porpora resta il color porpora, anche se nell'antichità questo colore può avere avuto un valore cromatico più ampio di quello che intendiamo oggi. Il "prendere la porpora" o i "porporati" indica invece l'appartenenza al collegio cardinalizio, indipendentemente da quale sia il colore dei loro vestiti, indica insomma l'atto formale della cooptazione al potere elettorale pontificio e quindi in qualche modo alla successione, come i Cesari erano intesi come i successori degli Augusti. Tanto è vero che il colore con cui si vestono i caridnali nelle sartorie eclesiastiche non è chiamato porpora ma vermiglione.

 

(*) = Plinio lo descrive a sua volta in modo curioso:

Purpurae vivunt annis plurimum septenis. Latent, sicut murices, circa Canis ortum tricenis diebus. Congregantur verno tempore, mutuoque attritu lentorem cujusdam cerae salivant. Simili modo est muric es. Sed purpurae florem illum tingendi expetitum vestibus, in mediis habent faucibus. Liquoris hic minimi est in candida vena, unde pretiosus ille bibitur nigranti rosae colore sublucens.

Ovvero: un rosa """nereggiante""" che riluce.

NOTA SULLE "RELIQUIE"