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storia di Milano
2 immagini curiose
3 Milano archeologica (questa
pag.)
4 Lirica, balletto e teatro
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I RELIQUIARI
I reliquiari possono essere a forma di ostensorio architettonico, o assomigliare a un ostensorio a raggera, con decorazioni varie al posto dei raggi.
Vi è una tradizione che consiste nel forgiare i reliquiari anche nella forma del pezzo anatomico che contengono (es. un braccio d'argento che contiene il braccio del santo).
Una forma curiosa dei reliquiari (qualunque sia la parte anatomica custodita) consiste nel costruire un busto del santo, e di porre la reliquia dietro una finestrella sul petto.
Sono abbastanza comuni i busti di metallo (di solito argento o composto simile) di quattro vescovi con mitria, da porre sugli altari, inframezzati dai sei candelabri prescritti dal rito romano per le messe solenni.
Qui, una soluzione analoga ma in legno dorato.
NOTA SU CORONE E DIADEMI
Le "corone" nell'occidente erano per lo più segno di vittoria,
da consegnare ad atleti o (in senso lato) agli imperatori o vittoriosi. In
questa forma è arrivata fino a noi
"corona" d'alloro stilizzata, ancor oggi simbolo di vittoria (e non di stato regale!)
Ecco un signore che incorona con rami d'alloro, quindi conferisce la vittoria. Questa raffigurazione (ottocentesca) è in qualche modo diversa dalla tradizione, secondo cui la vittoria (rappresnetata dalla corona) veniva portata in volo da speciali esseri alati, le Nike. Questi esseri (per contaminazione con le figure pagane) si sono trasformati in angeli (gli angeli della Bibbia o del Vangelo non hanno le ali).
Il simbolo regale era infatti la porpora (vedi l'apposita pagina). Durante l'Impero romano d' Oriente questa porpora venne data a più persone (es. ai Cesari o eredi, ecc.), ed ecco allora che per distinguere l'imperatore si preferì riservargli i calzari rossi, che venivano indossati cerimonialmente durante l'investitura e che nessun altro poteva portare.
Sempre
in Oriente nacque l'uso di porre in testa all'imperatore un diadema.
1-La corona regale d'uso corrente era a forma di casco,
2- la corona data ai vittoriosi era a forma di due rami d'alloro,
3- il diadema era una fascia (a volte semplicemente di stoffa) da porre attorno
alla testa e ornata in modo prezioso.
Il diadema era generalmente considerato qualcosa di sacro, di sacrale, e come tale è arrivato fino ai nostri giorni (tanto per dirne una la fascia in fronte che si mettevano gli eroi giapponesi prima del suicidio durante l'ultima guerra, ma vi sono mille casi)
Questa fascia ricorda in qualche modo le "infule" dei sacerdoti pagani e quelli del culto di Mitra (secondo alcuni da questo copricapo dovrebbe derivare l'attuale mitria dei vescovi , ma la derivazione è piuttosto discutibile) e in ogni caso richiama qualcosa di sacro.
Mitria
dei vescovi.
Di derivazione incerta: forse un copricapo simile a un turbante, forse un’infula
da mettere sulla fronte, forse il copricapo dei sacerdoti del culto di Mitra,
che ha molte analogie col cristianesimo. Compare nel secolo X, a forma circa
conica. Acquista poi una depressione al centro, e infine diviene circa come
oggi, due secoli dopo, quando si era ormai diffusa presso un po’ tutti
i vescovi.
Oggi
è formata da due fogli di stoffa rinforzata, circa pentagonali e cuciti
ai lati, in modo che discostandoli si faccia posto per la testa, e le punte
restino divaricate. Dietro la mitria vi sono due strisce di stoffa (chiamate
infule o vitte) che una volta venivano fatte passare davanti e ricadere sul
petto, ora vengono lasciate cadere sulle spalle e la schiena.
Proprio per questa idea di sacralità nella prima parte dell'Impero romano il diadema veniva visto con orrore in testa delgi imperatori, e in effetti fu una delle usanze che portò a detestare imperatori ammazzati come Eliogabalo. Ad un certo punto c'era poco da obiettare all'imperatore (sopratutto da Diocleziano compreso in poi) e gli imperatori non ebbero più grandi oppositori quando iniziarono ad usare il diadema. Quindi gli imperatori del tardo impero (oltre che i calzari rossi) usavano il diadema come segno distintivo, in forma di gioiello che circondava la fronte e con pendagli vari.
Vi è un racconto curioso (narrato da un testimone oculare) per cui uno dei più famosi imperatori imperatore d'Oriente (Giustiniano), dovendo essere incoronato urgentemente, rifiutò di essere incoronato con una collana della moglie e poi con la benda di un cavallo, e alla fine accettò di essere incoronato con un gioiello che i soldati portavano al collo (maniakis) e che considerava meno disonorevole. Lui si mise la collana in testa ed entrò a palazzo da imperatore.
Tuttavia gli imperatori avevano a volte un aspetto che lascia sconcertati noi moderni, abituati a considerare questi imperatori guerrieri (come Costantino) in abiti solenni ma molto diversi da quelli che usavano effettivamente.
Un abito regale era ad esempio la dalmatica (oggi usata dai diaconi per le messe solenni) una volta riservata all'imperatore, poi concessa al Vescovo di Roma ed altri grandi prelati, e poi diffusa fino al clero minore. E' una veste decorata, che cade davanti e dietro ed è fissata con nastri annodati, con maniche fino al gomito e lunga fino alle ginocchia.
In un passo famoso, Costantino viene descritto addobbato con collane e bracciali, con una lunga veste di seta cangiante, una parrucca multicolore arricciata con maestria da appositi artigiani, un diadema prezioso con dei pendagli di pietre preziose che gli ricadeano sulle orecchie.
Costantino era un generale abilissimo, avvezzo a comandare eserciti, e non certo un fantoccio di rappresentanza come altri imperatori, ma l'aspetto di questi imperatori imbellettati è abbastanza lontano da cio' che immaginiamo oggi.
Recenti studi hanno fatto immaginare che la famosa corona ferrea oggi conservata a Monza, e che incoronò un numero enorme di regnanti, da Vittorio Emanuele II a Napoleone, da Maria Teresa d'Austria a molti imperatori tedeschi) sia in realtà il diadema aureo che Costantino indossava sopra l'elmo, e che venne conservato per secoli sopra l'altar maggiore della basilica Agia Sophia di Costantinopoli.
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