CORSO DI GRAFICA
I CENTRI DI ATTRAZIONE
 
Gli esperti 
in grafica 
computerizzata 
hanno delle 
conoscenze 
che i grafici 
tradizionali 
non hanno.
Ma vi sono 
delle conoscenze 
che vanno al di là 
della grafica 
computerizzata 
o di quella 
tradizionale, 
che tutti 
coloro che si 
occupano di comunicazione dovrebbero conoscere...
La visione è un procedimento molto complesso, con molti aspetti ancora tutti da scoprire, non ostante l'intenso studio.
Ci si può soffermare qui su un aspetto curioso: contrariamente a quanto molti credono, la visione non funziona in modo "parallelo", ma "seriale". 
In altre parole, quando guardiamo il volto di una persona o una fotografia con un paesaggio, le parti dell'immagine "entrano" nel nostro cervello tutte assieme. Ma non entrano con uguale dignità, nel senso che solo una piccola parte è utile per il riconoscimento, la comprensione intelligente dell'oggetto.  L'occhio "si dirige" su dei punti uno dopo l'altro, "fa passare" le varie aree dell'immagine e alla fine di questa scansione riconosce la persona o giudica il paesaggio: noto o ignoto, bello o brutto, estivo o invernale, lussureggiante o desertico, eccetera... Quindi, anche davanti ad una fotografia, ad una immagine presente su una rivista o su una pagina web, l'occhio non si comporta come una macchina fotografica, ma in un modo che non assomiglia nè a quello che fa quando legge un foglio scritto, nè a quello di uno scanner (sequenziale). Si posa invece qua e là attivamente, cercando di  "saltare" le parti dell'immagine che ritiene poco significative e "correre a individuare" le parti più importanti, le "aree chiave" per riconoscere la situazione. 
 

Quando si guarda qualcosa l'occhio non coglie allo stesso modo tutte le aree. Esegue invece una una specie di "scansione" attiva, spostandosi in sequenza da un'area all'altra, fin che il cervello non riconosce quel che ci sta davanti. 

 Questo meccanismo ci consente di trarre un paio di osservazioni interessanti:

1- se una pagina web, un manifesto pubblicitario, ecc. ha un solo punto d'attrazione e un soggetto facilmente comprensibile, viene colto con maggior velocità di un manifesto pubblicitario, di una pagina, ecc, con un soggetto complicato o multiplo. Ad esempio, una pagina pubblicitaria tutta bianca con al centro un cerchio nero impressiona più facilmente rispetto ad una pagina pubblicitaria che riproduce una grande folla o un grande numero di personaggi. Nel primo caso l'occhio con due o tre spostamenti si rende cubito conto che ha davanti un cerchio nero. Nel secondo caso deve andare qua è là, saltabeccare di colto in volto per valutare se vi è qualcuno di conosciuto, controllare il tipo di vestiti per estrarre delle informazioni contestuali (sono manager a un congresso? Sono studenti che partecipano a una manifestazione di protesta? Sono una popolazione in fuga da una città assediata? Sono europei o indiani? Sono con costumi attuali o antichi? Eccetera eccetera).

2 - a dirla in questo modo, sembrerebbe che quando si imbastisce una pagina pubblicitaria o una pagina web si debba sempre mettere qualcosa di semplice e immediato. Perchè costituisce un messaggio semplice ed immediato. Potrebbe essere anche una buona scelta, e infatti in moltissimi casi lo sarebbe. Ma ci potrebbe essere anche una scelta differente, e del tutto legittima. Bisogna tener conto che anche un elemento molto semplice ha degli svantaggi. Ad esempio, evita che ci si soffermi troppo, e se si obbliga la persona a soffermarsi troppo su un elemento che è già stato riconosciuto, l'occhio comincia a spazientirsi e va altrove. Ad esempio, se in uno spot pubblicitario ci fosse un cerchio nero in campo bianco e basta, per alcuni istanti lo spettatore sarebbe molto colpito da questa immagine del tutto originale sulla TV. Ma dopo pochissimi istanti l'occhio disperato correrebbe altrove, e comincerebbe a viaggiare attorno allo schermo, e in giro per la stanza... Se la situazione si prolungasse oltre un certo limite, si avrebbe la quasi certezza che lo spettatore cambi canale, o si alzi a fare qualcos'altro...

3 - per contro il porre molti punti di attrazione diviene in prima battuta meno immediato e forse più dispersivo, il soggetto deve impiegare molto tempo per riuscire a capire dove si trova, cosa ha davanti, che servizi offre quel sito o l'azienda che propone quella pagina pubblicitaria... In prima battuta questo arricchire la pagina con molti elementi apparirebbe insomma del tutto negativo. In realtà anche l'arricchire il sito con molte opzioni ha dei vantaggi, o meglio ne ha sostanzialmente uno: conferisce il senso di ricchezza, di completezza. Se capitate sul sito della Ferrari (www. ferrari.it) potreste restare colpiti, emozionati dal colore, dal marchio, dallo sbalzo della forma... E? un messaggio con un contenuto d'emozione fortissima, ed infatti è costruito attorno a pochi elementi. Se invece andate sul sito della Tiscali (www. tiscalinet.it) ecco che vi si presentano mille opzioni, mille parole, finestrelle, banner, immaginette... Insomma, in un sito come questo c'è da perdersi e vi è poca emozione; ma il visitatore ha l'impressione che Tiscali non sia una dittarella che vende solo cavatappi per l'esercito dell'Honduras e  basta, si ha l'impressione che dietro ci sia una grande azienda con un sacco di servizi da offrire...

4 - La prima scelta (quella della Ferrari, quella dell'unico centro di attrazione) attira dunque il visitatore giocando su un'emozione più "primaria", meno razionalizzata. La secondo scelta tenta di "fidelizzare" il cliente spingendolo a un soffermo più lungo sulla pagina, lasciandogli intendere che lì vi sono molte cose da scoprire, e -in una parola chiave- da esplorare. 
Si fa leva su questo istinto sia presupponendo che il navigatore sia un po' un esploratore della Rete, e quindi gli si dà corda. E poi perchè lo si spinge (mentre fruga per trovare quello che cerca) a analizzare le varie offerte che stanno tutte attorno a ciò che egli cerca.  

A questo punto dovrebbe essere chiaro che ciascuna delle due scelte ha una propria dignità. Ma dovrebbero essere delle scelte consapevoli, delle scelte operate a seconda del prodotto che si ha per le mani e del messaggio che si è deciso di offrire.  
E a questo punto dovrebbe essere anche ovvio che ciascuna scelta -al bisogno- può essere "stemperata" in soluzioni intermedie. Purché 
a-non siano soluzioni a metà, che non raggiungerebbero nè lo scopo della prima scelta nè della seconda
b-non siano scelte eccessivamente estremiste. Questo discorso vale per lo più per la scelta con molti punti di attrazione: se eccedete rischiate di generare un effetto controproducente. Ad esempio, se vado su Lycos o su Yahoo, ci vado solo per accedere alla casella di posta, e devo cercare due minuti l'accesso alla posta in mezzo al bailamme di icone e di banner, ecco che posso anche seccarmi. Allo stesso modo, non si può imporre di fare scorrere duecento voci per trovare l'aiuto a chi vuol sapere come settare il POP della propria e-mail: si sa che la tarifaf telefonica corre, la vita è breve e il visitatore si irrita...

 lezione n.1 - la regola fondamentale 
-lezione n.2 - font e caratteri 
-lezione n.3 - interlinea e crenatura 
-lezione n.4 - colonne e allineamenti 
-lezione n.5 - il foglio  
-lezione n.6 - risoluzione e definizione 
-lezione n.7 - note 
-lezione n.8 - i centri di attrazione 
 
 
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