CORSO DI GRAFICA

LE COLONNE

 

  
 L’allineamento 

Si parla di  allineamento a sinistra quando tutte le righe iniziano sotto la stessa colonna. Si parla di allineamento a destra nel caso contrario : quando ciascuna riga termina sulla stessa colonna. Si parla di allineamento centrato quando ciascuna riga è posta al centro. E’ chiaro che le varie righe sono composte da parole diverse, e quindi le varie righe avranno ciascuna un numero di lettere differente. Le righe saranno dunque un po’ più lunghe o un po’ più corte. Se iniziano o terminano sulla stessa colonna, dalla parte opposta (alla fine o all’inizio) si avrà una certa irregolarità del testo. Il quarto sistema di allineamento è chiamato “giustificato”. Si inserisce o si comprime una piccola quantità di spazio qua e là lungo la riga, in modo che ciascuna riga diventi esattamente uguale alle altre, e divengano quindi tutte uguali. Questo significa che viene alterato il rapporto tra “nero” e “bianco” e la regolarità che si crea a livello di riga può essere sacrificato a livello di “colpo d’occhio” sul testo. 
Quindi : 
a-se si usa un testo giustificato a sinistra la spaziatura tra lettere e parole sarà resa in modo ottimale (=non ci si preoccupa delle lunghezza della riga) ma ciascuna riga sarà un po’ diseguale e il bordo destro del testo sarà frastagliato. 
b-se invece si usa la giustificazione i due bordi destro e  sinistro del testo saranno regolari, ma nelle righe “ristrette” o “allargate” per far loro raggiungere il bordo destro la spaziatura sarà “forzata” e quindi apparirà all’occhio come non ottimale.
Vi sono programmi che gestiscono in modo più o meno intelligente questo “micro-aggiustamento” degli spazi (microgiustificazione). Per molti impieghi il testo giustificato assume quindi una qualità estetica e una leggibilità molto buona. 
Ho usato fin qui le parole maggiormente impiegate nell’ambito dei programmi per computer. Nella tradizione della tipografia si usano dei sinonimi che è bene conoscere :

allineato a sinistra = a bandiera
centrato = a epigrafe
giustificato = a pacchetto

Per testi lunghi è bene usare l’allineamento a sinistra o giustificato. In particolare, sarebbe opportuno usare del testo giustificato solo quando il numero di parole per colonna è sufficientemente  elevato. Questo perché quando vi sono poche parole in una colonna, il portare la riga in fondo potrebbe necessitare dell’aggiunta di una grande quantità di spazio, e rendere l’effetto molto irregolare (si creano dei “buchi” di bianco). Ma d’altra parte se si usano colonne relativamente strette è impensabile lasciare a destra tutto lo spazio che si crea con l’allineamento a sinistra. Il risultato che deriva dall’uso di colonne molto strette (ad esempio, quelle usate su molti quotidiani) è dunque quello di colonne con del testo distribuito in modo irregolare, con dei “buchi” tra le parole. Un metodo è quello di consentire di spezzare le parole con l’andata a capo, ma molte interruzioni di parole rendono accidentata la lettura, e non si può esagerare. La soluzione migliore sarebbe quella di usare delle colonne un po’ più larghe. 
L’allineamento a destra e quello centrato sono limitati a testi brevi o un po’ particolari. Si usano per lo più per titoli o per didascalie. Non usateli per testi standard e piuttosto lunghi. Naturalmente anche i titoli e le didascalie possono andare bene allineati a sinistra o addirittura giustificati. Ma i titoli, i sommari e le didascalie possono avere qualunque altro allineamento (oltre all’allineamento a sinistra e giustificato) ed essere esteticamente credibili. Cosa che difficilmente accade per il testo. 

Nota= Quando si parla di “testo giustificato” si intende che tutte le righe vengono pareggiate in larghezza orizzontale, eccetto quelle in cui termina il paragrafo, che restano allineate a bandiera. Quindi, se ci fosse una riga corta, un punto e un a-capo, ecco che il programma di giustificazione non tocca quella riga, che viene resa come fosse allineata a sinistra. L’opzione (presente solo su certi programmi) che consente di giustificare tutte le righe si chiama “giustificato forzato”. 
 
 

LE COLONNE

 Molto spesso la pagina è troppo larga per far stare una sola riga. Quando l’occhio arriva in fondo alla riga e (quando deve tornare a sinistra della pagina per andare a cogliere l’inizio della riga successiva) deve percorrere uno spazio lungo. Perdendo riferimento con la fine della riga precedente, “fa un po’ fatica” a cogliere al primo colpo la riga successiva. Se la riga fosse composta da pochi caratteri, lo spazio per andare a capo sarebbe minore, e si coglierebbe con più sicurezza l’inizio della riga successiva. Quindi, le righe troppo lunghe creano un certo disagio (più o meno conscio) nel lettore. Oggi si evita in tutti i modi questo disagio, e si propongono (su quotidiani, riviste, stampati di ogni genere) delle righe corte, a volte anche troppo. Si lasciano delle righe a tutta pagina praticamente solo nelle lettere commerciali, dove il mezzo usato (la stampa fatta in casa) ha una risoluzione tale da non consentire di scendere al di sotto di un certo corpo, e quindi di mantenere un numero di caratteri per riga ancora ragionevole. E comunque -per produrre documenti di facile lettura e di presentazione professionale- si usa spesso distribuire il testo su più colonne. Se le colonne sono troppo strette, l’occhio deve andare a capo continuamente, e la lettura diviene a singhiozzo, interrotta continuamente da questi “a capo” continui. 
Quindi, una colonna non dev’essere né troppo larga né troppo stretta. 
Quanto dev’essere larga ? 
Non si può dare un’idea di dimensioni assolute, perché dipende dal corpo del testo. Una colonna larga 5 cm con un corpo elevato contiene pochi caratteri e spezza le parole in modo insopportabile, mentre la stessa colonna ma con un corpo 6 contiene magari un numero adeguato di caratteri... Si dà allora un’ idea delle dimensioni delle colonne ricorrendo al numero di parole per riga. Visto che sono giusto le parole a dare il senso di disagio se sono troppo spezzettate o comunque contenute in modo inadeguato su ciascuna riga. Si dà al seguente regola: fate in modo che su ogni colonna vi siano dalle quattro alle otto parole circa. Si tratta di una regola che impone delle scelte necessariamente approssimative, perché le parole possono essere molto lunghe o molto corte: possono essere costituite da una o due lettere (come gli articoli i, il o l’ ) ma possono essere formate da parole contenenti una ventina di lettere, come la parola microgiustificazione... Raccomando pertanto di tenere presente questa regola, ma di usarla con elasticità e buonsenso. Lo spazio suggerito tra le colonne di un testo normale è di circa 0,5 cm. Naturalmente questo spazio può essere variato, ma se diminuisce l’occhio viene disturbato dalla riga vicina, e se aumenta si ha l’impressione di un certo vuoto. Questo “vuoto” può essere riempito da un filetto verticale. Il filetto “chiude” un po’ la struttura, la ingabbia, in certi casi piace in altri meno, ma qui è questione di gusti e di contesto grafico. Se le lettere sono molto grandi naturalmente uno spazio come quello suggerito diventa troppo poco, perché potrebbe al limite avvicinarsi a quello usato per la spaziatura tra le parole di una stessa riga. Il valore della distanza tra le colonne potrebbe avvicinarsi a quello di un’interlinea.
 
 
 
Ecco un esempio di quello che succede quando il numero di parole per colonna è troppo basso. Il rapporto tra parole e larghezza delle colonne dipende dalle dimensioni del font. Nel caso a lato o si aumenta la larghezza della colonna, o si cambia allineamento  o si diminuisce il corpo del font. Se  si si lasciano così le cose, ecco che qui ci sono parole "compresse " per stare in una riga, e parole "dilatate" con dei buchi bianchi per farla arrivare in fondo. 
Capita spesso di vedere queste brutture perchè chi non è un buon grafico e lavora a schermo ha sott'occhio la risoluzione bassa dello schermo, e quindi aumenta troppo il corpo dimenticando la regola generale che ho esposto nella prima pagina. Mettetevi sempre nelle condizioni di chi legge, immaginate la risoluzione, i colori e il tipo di carta e non limitatevi a quel che avete sotto gli occhi. 
Ecco un altro esempio, tratto dal Corriere della Sera (1998). Anche qui si vedono colonne troppo strette, combinate con l'allineamento a pacchetto che "forza" le parole ad arrivare in fondo, e lasciare dei buchi (vedi tra "to" e "Cortina".
Questo è brutto ma è tollerabile nei quotidiani (da leggere e buttare) non è accettabile in lavori che abbiano una qualche pretesa di buona grafica. 

lezione n.1 - la regola fondamentale
lezione n.2 - font e caratteri
lezione n.3 - interlinea e crenatura
lezione n.4 - colonne e allineamenti
lezione n.5 - il foglio
lezione n.6 - risoluzione e definizione
lezione n.7 - note
lezione n.8 - i centri di attrazione